Molti hanno paura che Jokowi possa emulare l’approccio verso i militari che il suo ex presidente Megawati adottò nel periodo 2001-2004. Jokowi si trova di fronte a diversi scenari pericolosi mentre i militari intransigenti nel passato si sono dimostrati non essere migliori dei suoi detrattori assassini.
L’approccio di Megawati ha significato trattare i militari intransigenti come bambini viziati, perché potevano creare grandi problemi nel caso l’autorità civile provasse ad affermare la propria autorità su di loro. Ma dare loro campo libero si porta con sé i suoi problemi.
Per prima cosa, cancellare quest’ultimo crimine dalla coscienza nazionale richiderà un’ulteriore disumanizzazione dei Papuani ad opera dei media. Ma anche cancellare il massacro dall’agenda internazionale richiederà ulteriori menzogne da parte delle forze di sicurezza sugli elementi impazziti e sull’impegno dei diritti umani. E questi sforzi non serviranno affatto ad alleviare il conflitto a Papua.
Dare mano libera ai militari intransigenti porterà certamente ad un conflitto accresciuto a Papua che potrebbe essere benissimo ciò che i militari intransigenti vogliono, dal momento che Papua offre ai comandanti l’opportunità di fare soldi e promozioni veloci. Il nuovo ministro della difesa Ryacudu pianifica di aggiungere una seconda di comando territoriale a Papua, un passo che alienerà ancor di più gli abitanti di Papua. Un conflitto accresciuto farebbe bene ai militari ma non all’Indonesia.
Il nuovo governo di Jokowi ha bisogno di fare una politica molto costretta tra gli approcci strambi dei presidenti Habibie e Wahid, che portarono i militari a minare la loro presidenza dal 1999 al 2001, e la politica mano libera che Megawati diede loro esacerbando i problemi di Aceh e Papua tra il 2001 e 2004.
La presidenza di Habibie fu minata dai tentativi dei militari intransigenti di intimidire gli elettori prima del referendum su Eat Timor nel 1999, e dalla seguente campagna militare di omicidi, incendi e saccheggi, portati avanti davanti ai media di tutto il mondo. Questa risposta militare avvenne anche se Habibie aveva ottenuto un accordo da parte dei grandi generali, come Wiranto e Feisal Tanjung, nei giorni precedenti alla sua offerta di referendum. Jokowi docrà ricordare che un si dei militari non significa sempre un si.
Il secondo presidente indonesiano Wahid, Gus Dur, fu messo sotto accusa dal parlamento nel 2001. Questa crisi uscì fuori dallo stile di comando sempre più divisivo di Gus Dur e dalla decisione della Banca Mondiale, dopo che Gus Dur aveva ignorato i suoi consigli, di dilazionare e limitare i prestiti che avrebbero potuto rinvigorire la sofferente economia indonesiana.
Comunque la crisi nasceva anche dagli sforzi dei militari di minare il nuovo presidente. La loro rabbia fu alimentata dalla decisione di Gus Dur di chiedere scusa per le atrocità commesse a Timor Est, di cacciare dal suo governo il potente generale Wiranto, di permettere ai Papuani di cambiare il nome alle loro province da Irian Jaya a Papua Barat e di promuovere il generale riformista Agus Wirahadikusuma a capo dell’elite militare Riserva strategica, Kostrad. Il generale Agus fece arrabbiare i duri delle forze armate sostenendo un ritiro dei militari dalla politica e dalla scoperta di un conto nascosto del Kostrad da dove 22 milioni di dollari erano mancanti.
I militari fecero numerosi passi per minare il governo democratico di Gus Dur. Alla cacciata di wiranto dal suo governo, un alleato di Wiranto, Djaja Suparman si lamentò pubblicamente che “questo passo avrebbe potuto far male ai militari e provocarli a fare qualcosa”. Di conseguenza nel maggio 2000 fu permesso a tante imbarcazioni di forze Jihad di Laskar con quasi 3000 persone ad andare a combattere ad Ambon contro gli ordini chiari di Gus Dur. Giunti ad Ambon da Surabaya furono armati chiaramente dal comando militare del posto per poter così fomentare il conflitto.
Ad agosto del 2000 i militari riuscirono a cacciare il generale Agus dalla sua posizione militare che Gus Dur gli aveva dato quattro mesi prima. A metà 2001 la vice presidente Megawati aveva abbandonato del tutto Gus Dur spostandosi verso i militari intransigenti. Con la messa sotto accusa di Gus Dur il movimento di riforma si fermò.
A luglio 2001 un importante giudice riformista dell’alta corte riformista Baharuddin Lopa moiva in circostanze misteriose mentre era all’estero. Poi qualche settimana dopo dall’impeachment di Gus Dur moriva in circostanze ugualmente misteriose il generale Wirahadikusuma a casa sua. I militari non ritennero la sua morte sospetta da permettere un’autopsia.
Per paura o per gratitudine Megawati nominò i duri Endriartono Sutarto e Ryamizard Ryacandu a comandare i servizi segreti militari mentre altri militari furono nominati nelle posizioni ministeriali. Se la costellazione di Megawati, Ryacandu e Hendropriyono alla fine del 2001 sembra familiare, è poiché la stessa costellazione gioca un ruolo integrale come consiglieri del presidente Jokowi.
Guardando il modo in cui Megawati giunse al potere nel 2001, si capisce che non era assolutamente possibile per lei affermare la sua autorità sui militari, nche se lo avesse voluto. Mantenne un generale riformista di Gus Dur, Susilo Yudhoyono, ma la posizione di ministro della difesa andò ad un politico civile come Matori Abdul Djali che non aveva potere neanche nel suo patito, PKS. Firmò anche un pacchetto dell’autonomia speciale di Aceh e Papua nell’agosto 2001, ma questo pacchetto era stato già designato e approvato durante la prsidenza di Gus Dur.
L’ascesa di Ryacandu e Hendropriyono portò la fine alla riforma dei militari e ad un dialogo significativo a Papua ed Aceh. Nel novembre 2001 fu assassinato Theys Eluays, statista dell’indipendenza papuana. I sette soldati del Kopassus accusati di aver stangolato il disarmato politico furono esaltati come eroi nazionali da Ryacandu.
Nel febbraio 2002 i militari stbilirono un nuovo comando militare territoriale ad Aceh. Tra l’aprile 2001 e metà del 2002 si ridussero le forze di polizia di 8000 unità con un aumento di 9000 unità di personale dell’esercito. Sebbene andassero avanti i colloqui di pace per tutto il 2002, il conflitto andava avanti senza sosta ad Aceh. Ad agosto 2002 mentre il ministro Yudhoyono affermava che i colloqui andavano avanti, il capo dei militari Ryacandu rispose: “Da migliaia di anni i colloqui non hanno portato risultati … fondamentalmente non esiste un dialogo”.
Nel maggio 2003 ai militari fu dato un decreto che imponeva la legge marziale ad Aceh, compreso il controllo sui giornalisti. Sfortunatamente mentre cresceva il conto dei morti ad Aceh così cresceva il sostegno della popolazione al movimento dell’indipendenza.
Qualcosa di simile a Papua durante la presidenza Jokowi?
Mentre si avvicinava la fine della presidenza di Megawati, i suoi servizi segreti si stancarono degli attivisti democratici. L’attivista democratico più famoso Munir fu assassinato nel settembre 2004. Nel 2014 Hendropryiono ammise che la sua agenzia aveva portato avanti l’omicidio sebbene né Hendropriyono né altri furono mai accusati di omicidio. Il suo ministro della difesa del tempo, Djali, forse non potè fare luce sull’assassinio di Munir come su altre tattiche dei duri dell’era Megawati, ma lo stesso Djali fu ucciso nel 2007.
Il presidente Jokowi può apprendere qualcosa dai colloqui di pace di Aceh nel 2005. Fu un gruppo di civili guidati da Yusuf Kalla che alla fine negoziarono la pace. Allora Kalla era il vice di Yudhoyono come lo è ora di Jokowi. I militari forse hanno aiutato a fare pressione sul movimento di indipendenza di Aceh affinché accettasse l’autonomia piuttosto che l’indipendenza.
Comunque la pace fu raggiunta solo quando Yudhoyono da presidente rimosse il duro generale Ryacandu dalla posizione di capo dello staff delle forze armate.
Jokowi è senza dubbio cosciente che gli estremisti musulmani potrebbero minare la sua presidenza specialmente se saranno aiutati dal suo rivale Prabowo, usando tutti gli strumenti dalla campagna di denigrazione pubblica alle dimostrazioni violente. Con un aiuto sufficiente da parte dei militari potrebbero creare un altro conflitto in stile Ambon.
Se si guarda a ciò che è accaduto a Gus Dur e Habibie Jokowi ha bisogno di alleati nei militari. La sua presidenza potrebbe aver bisogno di Hendropriyono che si è dimostrato capace di tenere a bada il terrorismo religioso dopo 11 settembre, e otrebbe aver bisogno di Ryacandu i cui legami con i militari potrebbero aiutare a individuare qualunque movimento interno nelle sue fasi iniziali. Jokowi ha certo bisogno del sostegno dell’alleato Megawati il cui partito PDIP è la principale base di sostegno parlamentare.
Jokowi avrà più di una battaglia da fare nel parlamento poco cooperativo. E l’ultima cosa che cerca è di avere dei militari poco cooperativi. Ma se i generali di Ryacandu a Papua non riescono ad impedire alla proprie truppe di uccidere civili disarmati, Jokowi potrebbe decidere di fare più pressione sulla disciplina militare, o permettere un maggiore accesso ai giornalisti stranieri la cui presenza potrebbe servire a far pressione in favore di una maggiore disciplina militare.
In seguito al massacro dei civili a Paniai il rispettato pacifista Neles Tebay ha richiesto un’indagine mista civili militari. Ha spiegato che i Papuani hanno perso fiducia nella neutralità di polizia e militari specialmente laddove le indagini riguardano proprio i membri delle due forze di sicurezza.
Questa richiesta si applica all’intero processo di pace. Alla fine sarà un gruppo civile, guidato forse da Kalla, che rende il compromesso necessario per raggiungere la pace. Ci sono tanti modelli da poter guardare. La relazione tra Washington con Puerto Rico e Samoa americana, la relazione tra Kuala Lumpur e Sabah e Sarawak, tra Pechino ed Hong Kong, o quella tra Port Moresby e l’isola di Bougainvilla. Se questi posti sono riusciti a trovare un compromesso e se Gicarta è riuscita a farla con Aceh, dicerto Giacarta può farlo con i Papuani.
Warren Doull, Asiasentinel