Tutto il processo contro Yingluck con sentenza si deve concludere entro gennaio davanti all’assemblea legislativa nazionale, NLA, il parlamento fantoccio pieno zeppo di militari, e non sono ammesse dilazioni al termine del processo.
Il vicepresidente del NLA Surachai Liangboonlertchai ha detto che sia Yingluck che la Commissione Nazionale contro la corruzione NACC potranno esprimere la loro posizione e rispondere eventualmente entro un periodo di tempo definito alle domande dei legislatori.
In un’altra commissione del NLA gli ex presidenti del senato e della camera, ormai sciolte, Nikom Wairatpanij e Somsak Kiatsuranont, dovranno rispondere dell’accusa di abuso di autorità nel tentativo di approvazione delle modifiche costituzionali proposte al tempo di Yingluck.
Evidentemente è più semplice rendere una costituzione carta straccia con un golpe militare ed essere impuniti che modificarla nelle sedi parlamentari per poi essere inquisiti sotto il governo militare che ha reso quella costituzione, da loro stessi scritta nel 2007, carta straccia.
Il risultato di questi processi è la squalifica dal campo della politica di Yingluck e degli altri impossibilitati a correre in altre elezioni e partecipare alla futura vita politica per un tempo ancora ignoto.
Questa eventualità certamente non cadrà nel vuoto e troverà la possibile opposizione del campo di Thaksin e delle magliette rosse che finora, per richiesta dello stesso Thaksin, hanno avuto un profilo molto basso. Sulla risposta delle magliette rosse Prayuth è stato chiaro.
Traduciamo da The Diplomat
La giunta militare thai ha minacciato di “fare qualcosa” se avvengono proteste in reazione alla procedura di impeachment contro l’ex premier Yingluck verso la fine della settimana. “La gente n può protestare e decidere quello che è giusto o sbagliato. Questo dipende dalla legge. Se la NLA prende la decisione e non l’accettate e protestate, io farò qualcosa” ha detto il primo ministro Prayuthriferendosi all’assemblea legislativa nazionale piena di personale militare.
L’ex primo ministro Yingluck apparirà davanti alla NLA venerdì per difendersi contro le accuse di messe sotto accusa sul progetto controverso del sostegno al prezzo del riso che alla fine ha comportato la sua rimozione prima di un colpo di stato senza sangue a maggio.
Se NLA sceglie di accusare Yinglcuk, alcuni temono che la decisione possa portare i suoi sostenitori delle magliette rosse ad agitare proteste che hanno ripetutamente paralizzato la seconda economia della regione dalla cacciata di suo fratell Thaksin dal potere nel 2006.
“Cacciarla dalla politica potrebbe istigare il risentimento tra i suoi sostenitori” dice il professore Pavin Chachavalpongpun dell’Università di Kyoto alla AFP.
Eppure Prayuth ha detto di avere fiducia che il governo sarà capace a gestire la situazione, dal momento che la legge marziale che proibisce le proteste politiche, è efficace a tempo indefinito.
Il capo delle magliette rosse Weng Tojirikarn ammette che la legge marziale implica che le magliette rosse non organizzeranno proteste violente, ma l’impeachment alimenterebbe la rabbia che potrebbe scoppiare in un futuro e minare gli sforzi di riconciliazione.
Nel frattempo Prayuth ha cancellato ogni futura speranza di un perdono per i politici nell’interesse della riconciliazione nazionale.
“Il paese può riconciliarsi solo quando perdoniamo noi per primo? No, non è così. Insisto che la gente che ha commesso reati deve affrontare la giustizia. Non venitemi a parlarmi di amnistia” ha ripetuto Prayuth.
Affinché passi l’impeachment di un politico sono necessari i tre quinti dei voti nella NLA o almeno 132 membri. Prima dell’accusa contro l’ex premier di venerdì, NLA sentirà giovedì anche i casi contro il premier della camera bassa Somsak Kiatsuranon e l’ex presidente del Senato Nikom Wairatpanich. I due politici sono accusati di aver violato la costituzione del 2007 per aver provato a fare approvare un emendamento che avrebbe cambiato la composizione del senato.
Prima del processo contro Yingluck di messa sotto accusa, il presidente della NLA Pornpetch Wichitcholchai ha messo in guardia che la NLA deve dimostrare la propria imparzialità nonostante il diffuso scetticismo che circonda la sua credibilità.
“NLA deve essere imparziale e non deve esser vista prendere una particolare parte politica o avere una tendenza di favore contro una parte. Questo diventerà lo scudo che proteggerà la NLA …. Se creiamo odio dimostrando che la NLA fa decisioni ingiuste allora è la fine. Qualunque cosa ne segue mancherà credibilità” ha messo in guardia Pornpetch. Comunque ha anche ammesso che non era possibile che un risultato possa piacere a tutte le parti politiche considerata la divisione politica attuale del paese.”
Prashanth Parameswaran
Sulla posizione di Thaksin, un articolo di Khaosod scrive che il capo di fatto delle magliette rosse, Thaksin Shinawatra, ha detto ai propri sostenitori di non interferire nella missione della giunta che ha preso il potere. L’ex premier si è detto più preoccupato per lo stato dell’economia e dei suoi potenziali effetti su i meno abbienti del paese. “La gente capace” deve poter lavorare e risolvere i problemi, avrebbe detto Thaksin che dalla casa di Pechino ha celebrato le feste in tono minore con pochi politici presenti. “Dobbiamo lasciare al governo militare la possibilità di lavorare nel modo più completo. Puea Thaie magliette rosse non devono opporsi perché quelli sono già cose serie oggi. Se non si possono risolvere saremo accusato di creare persino altri problemi.”
Per alcune fonti questo potrebbe significare che qualcosa si stia svolgendo nel sottofondo. Cosa sia non è dato di saperlo al momento.
Nel frattempo sempre su Khaosod si viene a sapere che l’avvocato americano Amsterdam che dal 2010 è avvocato delle magliette rosse ingaggiato da Thaksin farà la stessa funzione però senza alcun legame organico con Thaksin, su base volontaria e legandosi con la società civile. Non ci sarebbero dispute o disaccordi tra i due. “Il contratto è scaduto e non c’è il rinnovo del contratto poiché non c’è un’agenda particolare o lavoro. Voglio sottolineare che non c’è alcuna disputa tra i due” ha detto Nappadon, avvocato di Thaksin.
Amsterdam è anche stato accusato di lesa maestà perché durante un incontro pubblico su Skype aveva promosso la riforma dell’articolo 112 di lesa maestà.
Forse anche questo è un elemento da prendere in considerazione.
In un articolo di Achara Ashanagachat apparso sul Bangkokpost si parla diffusamente del rapporto tra movimento delle magliette rosse e Thaksin in relazione alla situazione attuale. Il rapporto che ne esce fuori non sembra poi tutto idilliaco.
L’articolo inizia con l’intervista di un capo delle magliette rosse dell’Isaan che parla in condizioni di anonimato per timore delle ripercussioni che potrebbero avere i militari.
Dice il militante: “Se lascia passare il tempo e non fa qualche mossa forte, il destino suo sarà come quello di Pridi Banomyong” un ex premier, fautore dlla democrazia in Thailandia che morì in esilio a Parigi. Ha detto che tanti sono scontenti con Thaksin e i capi del Puea Thai che se ne stanno tranquilli invece di lottare per le libertà. “Se Thaksin per prorprio beneficio ffa dei compromessi con i capi militari perderà il sostegno popolare e non potrà più mobilitare le folle un’altra volta.”
L’economia e il caso del processo contro Yingluck saranno anche fattori chiave nell’influenza dell’opposizione sul governo.
“Se i problemi economici toccano le masse causeranno una insorgenza contro il potere. Come pure se é accusata Yingluck … il campo a favore di Thaksin si rivolterà.
Jaran Ditapichai un intellettuale delle magliette rosse dice che il potere delle magliette rosse contro il governo in esilio è limitato ed ha aggiunto che solo sei persone fuggite dalla Thailandia dopo il golpe del maggio hanno ottenuto lo status di rifugiato politico in Europa ed America.
La maggioranza degli esiliati è dispersa in molti paesi e tutti cercano asilo politico. Per chi ha accusa di lesa maestà il futuro è ancora meno roseo.
“Persino se c’è un’elezione e la riconciliazione nazionale, queste persone accuse di lesa maestà non potranno tornare a casa.” ha detto Jaran il quale ha aggiunto che qualunque progetto di riconciliazione certamente non coprirà chi è accusato di lesa maestà. Jaran attualmente è in Europa accusato di lesa maestà.
Per i profughi e per chi cerca l’asilo politico la vita all’estero è molto dura e possono solo criticare il governo mediante rado, televisione, forum online…
L’articolo di Achara Ashanagachat produce un’altra intervista ad un esule, Watt Wallayangkoon, scrittore che ha influenzato molti attivisti negli anni 70 con i quali decise di unirsi alla guerriglia del partito comunista thailandese dopo il massacro dell’Ottobre 1976. Lo scrittore dice:
“In golpe è un golpe. Non puoi aspettarti che accadano belle cose. E da intellettuale non si può produrre il proprio lavoro in un ambiente dittatoriale”
Benché non sia ancora accusato di lesa maestà e viva in esilio resa su di lui lo spettro della persecuzione. Molti suoi amici sono in carcere nonostante siano andati a rispondere alle chiamate dei militari.
Un altro militante intervistato è Verapat Pariyawong anch’esso esule perché si è rifiutato id risponder alla chiamata dei militari. Per lui la strategia della giunta di sopprimere il dissenso degli studenti, dei riformisti e degli accademici servirà solo ad accrescere la critica.
“Per impedire che il paesi scivoli ancor di più in questa situazione gli attuali governanti debbano dare agli altri un diritto di parola senza tutta questa coercizione serpeggiante come la costrizione a firmare documenti o a mantenere dei piantoni presso le loro case” che scrive anch’egli dall’Europa.