Si ricorderà che la Yingluck era stata già estromessa da una sentenza della corte suprema per abuso di potere all’interno del progetto di sostegno al prezzo del riso con cui si paga ai produttori di riso un prezzo ben superiore al prezzo di mercato. Pochi giorni dopo i militari prendono il potere dichiarando la legge marziale.
Non credo che qualcuno si aspettasse una sentenza democratica da un parlamento scelto dai militari saliti al potere con un colpo di stato, estromettendo proprio il governo legittimamente eletto di Yingluck. Ma forse molti speravano in una sentenza che potesse aiutare la conciliazione o per lo meno evitare la radicalizzazione ulteriore di futuri scontri sociali.
La Yingluck ha dichiarato anche: “Lotterò fino alla fine per provare la mia innocenza indipendentemente dal risultato che verrà fuori, e ancor più importante voglio essere al fianco del popolo thai. Insieme dobbiamo portare prosperità alla Thailandia, riportare la democrazia e costruire una vera giustizia nella società thailandese”. Un membro del suo ex governo Singthong Buachum ha dichiarato che le intenzioni di Yingluck sono di lottare a testa alta e di non lasciare la Thailandia.
Come reagiranno le magliette rosse e i suoi sostenitori che l’hanno votata nel 2011 in massa? Per ora Bangkok non ha visto proteste, vietate dalla legge marziale, anche se attorno al palazzo del parlamento erano state rafforzate le misure di sicurezza. Eppure il governo ha invitato i sostenitori della Yingluck a stare fuori da Bangkok per evitare il ripetere disordini stante continuamente la minaccia della legge marziale che vieta assembramenti di più di cinque persone. Il capo dell’esercito Generale Udomdej Sitabutr ha invitato tutta la popolazione a rispettare il verdetto della NLA. Alla Yingluck è stato impedito dai militari di fare conferenze stampa.
Il sentimento delle prime interviste ai sostenitori di Yingluck è chiaro: questo è il modo in cui le elite monarchiche al potere vogliono liberare la scena politica thailandese degli Shinawatra e delle loro politiche definite populiste, perché rappresentano una chiara minaccia agli interessi della elite monarchica.
Scrive Jonathan Head della BBC:
Mentre si preparavano a votare, chi sosteneva la messa sotto accusa sosteneva che non aveva nulla a che fare con la politica o la riconciliazione, che la si doveva intendere come una risposta alla corruzione nel progetto di sostegno del riso del governo Yingluck. Che ci fosse corruzione è innegabile e ci sono tante prove. Il sostegno generoso era anche finanziariamente insostenibile. Ma nessuno è stato ancora messo sotto processo o condannato. Né gli oppositori di Yingluck hanno potuto spiegare come sia possibile metter sotto accusa (impeach) un politico già rimosso dall’incarico e da un’assemblea interamente nominata dai militari.
Quindi non è sulla corruzione o il governo della legge. E’ stato il culmine di otto mesi di pressioni da parte dei grandi oppositori della famiglia Shinawatra che li vogliono cancellare dalla politica, ed otto mesi di esitazione da parte dei militari che avevano alcune speranze di essere visti come salvatori che tiravano fuori la nazione dalle turbolenze politiche. Quei calcoli sono cambiati drasticamente. Con il divieto di cinque anni di partecipazione alla politica il destino di Yingluck è come quello del fratello: carcere o esilio. Il suo partito e i suoi sostenitori che si sono affidati ai fondi della famiglia devono decidere se cercare un nuovo gruppo dirigente o cominciare a resistere ai militari. http://www.bbc.com/news/world-asia-30928835
Sul NYT scrive Thomas Fuller:
La decisione di perseguire aggressivamente Yingluck rischia di prolungare quella che è già stato un decennio perso in proteste di strada, due golpe e tanto sangue per le strade di Bangkok. Ravviva anche una lotta di potere che ha ridotto l’economia del paese quasi a zero….
Il processo era qualcosa di più di un processo spettacolo più che qualcosa di legale: tutti i mebri dell’assemblea sono stati scelti dalla giunta e i militari non hanno mai spiegato come si possa mettere sotto accusa uno che non è più al potere. Per quelli del potere di bangkok che lo scorso anno guidarono alla presa dei palazzi del governo e chiesero una interruzione della democrazia, venerdì è stato un giorno di giubilo. Akanat Promphan, uno dei capi della protesta ha salutato “la bravata” dell’assemblea e ha detto che il voto “fissa lo standard di moralità dei politici thai nel futuro”
Per i sostenitori di Yingluck, invece, che hanno vinto tutte le elezioni dal 2001 in poi questa è stata la conferma che i militari vogliono distruggere il loro movimento e prendono le parti del potere di Bangkok solito a dare ordini….
“Lottiamo su un campo di battaglia posseduto dai dittatori” aveva detto Reungkrai Leekitwattana del Puea Thai “ i membri dell’assemblea che ha accusato Yingluck non sono dei rappresentanti del popolo”…..
Ma attaccando aggressivamente Yingluck i militari rischiano di trasformarla in una martire, dice Verapat Pariyawong, avvocato thailandese fuggito a Londra durante il golpe. “Una persona la si può bloccare per qualche anno, ma un milione di persone in più sarà pronta a richiamarla”. Verapat dice che la giunta sta facendo lo stesso errore che fecero quando cacciarono nel 2006 il fratello Thaksin col golpe. Thaksin fu il fondatore del movimento politico che rivoluzionò la politica del paese e che traeva la forza dagli elettori delle province. Il suo governo era visto come corrotto e autocratico, ma la sua rimozione lo trasformò in un simbolo della lotta democratica….
Tra l’altro Yingluck ha scritto: “Sono rattristata per i contadini e tutti i thai che hanno perso le opportunità e sono costretti a ritornare nel ciclo di povertà, debito, privazione e perdita dei diritti democratici fondamentali”….
Gli economisti considerarono il programma del riso dispendioso che ha fatto infuriare il potere di Bangkok che lamentava che le proprie tasse erano trasferite così ai contadini. La rabbia su questa politica esemplifica la differenza di priorità tra il potere urbano e il movimento politico legato alle campagne, iconoclasta di Yingluck. Yingluck ha difeso il progetto come assistenza i poveri.
“Tanti governi hanno politiche pubbliche di aiuto ai contadini ed è dovere del governo aver cura di loro” aveva detto durante il processo. “Lo scopo del programma era di ridurre la differenza tra ricchi e poveri e ridurre la disparità sociale”.
Questa politica che portò il governo ad indebitarsi notevolmente ha dato beneficio ai collegi elettorali che formano il cuore del partito di Yingluck, partito che aveva vinto tutte le elezioni precedenti con politiche di salute pubblica universale, microprestiti e sostegno del prezzo del riso che individuava l’elettorato che in precedenza era stato sempre escluso….
Durante le audizioni del processo Vicha Mahakhun, membro della NACC e avversario storico di Yingluck, rispondeva alla Yingluck all’accusa che non esistevano concrete prove del coinvolgimento della Yingluck nella corruzione dicendo: “Il suo comportamento significa un forte sospetto di corruzione”
Secondo Vicha il primo ministro Yingluck si era rifiutata di ascoltare i suoi suggerimenti sul progetto del costo del riso. “Questo ha portato ad un danno enorme per il paese. Questo ha portato alla continua violenza nel paese”.
Vicha è noto tra i sostenitori di Yingluck perché mise mano nella scrittura della costituzione del dopo golpe del 2006 sostenendo che le elezioni erano un “male”.
Alla fine il processo è giunto a somigliare proprio a quello che i militari avevano promesso di evitare: una battaglia per procura tra i politici eletti scacciati dal golpe e i militari che lo hanno abbattuto.
Conclude così The Economist:
“Qualunque possibilità che l’ultimo golpe possa portare un cessate il fuoco alla lotta di classe magliette gialle contro magliette rosse che da tempo ha diviso la società thai sembra tutto sempre più distante. Il prossimo passo nella disgrazia di Yingluck, la presentazione di una accusa penale controdi lei, renderà solo peggiore le cose. I suoi oppositori sperano forse che scapperà in esilio prima che inizi il processo come fece il fratello. Forse hanno sottostimato il suo coraggio”