Dopo la vittoria elettorale dello scorso anno, resa possibile dal disegno dei collegi elettorali, l’amministrazione Najib ha intrapreso una svolta autoritaria che non sta passando inosservata in tutto il mondo occidentale e che sta trovando un maggior peso dopo la condanna definitiva di Anwar Ibrahim per sodomia. Sono tantissime le accuse di sedizione contro giovani, parlamentari, disegnatori, artisti.
Il giorno 20 febbraio è stata la volta di Lawrence Jeyaraj, militante democratico, che ha avrebbe postato su Facebook commenti ritenuti sediziosi, il giorno dopo l’arresto del segretario del partito socialista malese, il quale avrebbe descritto il verdetto contro Anwar Ibrahim come “verdetto politico oltre ogni ragionevole dubbio”.
Nell’articolo tradotto in seguito si pone la domanda se la Malesia non sia una democrazia quasi illiberale, dati questi arresti e denunce che accadono tutti i giorni.
La Malesia, una democrazia quasi illiberale?
La decisione della Corte Federale Malese di mantenere la condanna di sodomia contro il capo dell’opposizione malese Anwar Ibrahim ha fatto sorgere domande sulle intenzioni del Premier malese Najib e se la Malesia non stia diventando una quasi-democrazia illiberale.
La condanna ha generato grande fragore in Malesia, dove si crede in modo diffuso che Anwar sia perseguitato politicamente e che la sua condanna distruggerà la sua carriera politica e dividerà la coalizione di opposizione, Alleanza Popolare o PR, costituita da tre partiti che attualmente Anwar presiede.
Anwar fu vice primo ministro per l’ex premier di lungo tempo Mahathir Mohamad a metà degli anni 90, ma poi perse i favori. Da allora ha trovato tantissimi problemi legali. FU arrestato per vari anni dopo essere stato accusato di corruzione e di una prima accusa di sodomia per essere rilasciato dopo un appello vinto.
Anwar emerse subito come un capo del PR guidando la coalizione ad una forte presenza elettorale nel 2013 che vinse il voto popolare, perdendo però le elezioni a causa di un grave sbilancio nella dimensione dei distretti che tende a favorire la coalizione di governo del BN presieduta da Najib.
La condanna di sodomia del 10 febbraio pone varie domande critiche. Fa parte della strategia dell’amministrazione di Najib prevenire un forte ritorno della PR nelle prossime elezioni del 2018? Potrebbe la condanna rivolgersi contro il governo riunificando l’opposizione?
L’arresto di Anwar temporaneamente dividerà l’opposizione che comunque si presenterà come un’alternativa effettiva per i Malesi nelle elezioni del 2018 se i suoi capi riusciranno a riorganizzarsi attorno a principi e lavorare più strettamente con i suoi membri islamici. Molti malesi sono costernati dalla natura degli attacchi personali del BN contro Anwar sin dagli anni 90. Questo potrebbe portare ad un riversamento del sostegno del PR nelle elezioni del 2018.
Il verdetto della corte federale malese è stato salutato con disappunto sia dentro che fuori la Malesia. Il ministro australiano Julie Bishop ha espresso la sua profonda costernazione sulla condanna; l’ambiasciata americana a Kuala Lumpur espresse simili paure; il ministro inglese Hugo Swire ha detto che “la decisione fa sorgere questioni preoccupanti sull’indipendenza del sistema giudiziario e del governo della legge in Malesia”.
In Malesia chi ha osato criticare pubblicamente l’arresto di Anwar è stato messo in carcere. Uno ei migliori disegnatori politici malesi, Zunar, è stato arrestato per sedizione per un articolo su Twitter in cui si descrive il sistema giudiziario malese che si è piegato al regime autoritario del paese. Una decina di malesi famosi sono stati accusati di aver violato la legge della sedizione, risalente al 1948, che Najib ha rafforzato con nuovi articoli nonostante avesse promesso di abolirla nel 2012.
E’ chiaro che la decisione della corte è una minaccia alla democrazia e alla libertà di espressione. Il sistema giudiziario malese è stato criticato come un mezzo usato dall’amministrazione di Najib per reprimere il dissenso. Najib dovrebbe considerare con attenzione le implicazioni di questa decisione. Vuole continuare questa spirale autoritaria verso il basso oppure difendere una maggiore democrazia, un’apertura e uguaglianza del sistema giudiziario?
Inoltre gli sforzi di Najib di rafforzare la sua posizione politica sarà a scapito del futuro prospero della Malesia. Le sue politiche in favore dell’etnia malay e di favoreggiamento degli estremisti del partito sono alcune delle ragioni della fuga di cervelli che sarà pagata cara dal futuro economico del paese.
Come condizionerà tutto ciò le relazioni di politica estera con gli USA? “C’è sempre stata una certa dualità nel modo in cui la politica malese si organizza internamente ed all’estero.” dice Ibrahim Suffian del Merdeka Center a Kuala Lumpur. “All’estero il governo prova a paragonarsi favorevolmente rispetto a regime più tosti nel medio oriente. Ma a casa assume un altro approccio. Ogni volta che c’è una sfida o dell’incertezza prende al linea dura”.
Il verdetto di Anwar giunge in un anno importante per la Malesia che ha assunto la presidenza di turno dell’ASEAN e che è membro non permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU e ospiterà il Summit dell’Asia Orientale. Il verdetto di Anwar macchierà la reputazione malese globalmente e porrà dei problemi alla ricerca degli USA di legami più profondi con la Malesia.
E’ in ballo il futuro democratico malese. Gli USA dovrebbero prendere una posizione più dura contro l’amministrazione Najib se vuole aiutare il rafforzamento della democrazia in Malesia e nel Sud Est Asiatico.
La democrazia è sotto attacco nel vicino malese, la Thailandia, dove la giunta militare deve ancora restaurare i diritti civili e il governo democratico. Questa non è l’identità che l’ASEAN vuole proiettare nel mondo.
HuHui Ooi, thediplomat