Mentre non mancano affatto persone istruite che vogliono sostenere e servire i golpisti nella storia moderna, ci sono alcuni che provano a mantenere i loro principi democratici e prendono posizione contro gli attuali golpisti conosciuti come Consiglio Nazionale per la Pace e l’Ordine., NCPO.
Questi oppositori della giunta non solo resistono, ma sperano anche di ridurre la possibilità di un golpe futuro assicurando che i costi del golpe siano alti.
Mentre chi serve NCPO spesso è ripagato con assegni consistenti, quelli che resistono si trovano davanti la detenzione, i processi presso corti marziali oppure possono scegliere di scappare. Si possono pagare grossi prezzi per essere aderente ai propri principi.
Un duro critico della legge draconiana di lesa maestà, ha rifiutato di accettare la legittimazione dei golpisti scegliendo di fuggire dal regno. La scorsa settimana fu licenziato dalla Thammasat University dove insegnava da quasi venti anni, dopo che gli amministratori universitari decisero di licenziarlo perché non era tornato ad insegnare. La richiesta di un anno sabbatico gli era stata negata.
Per caso l’amministrazione universitaria è guidata dal rettore Somkid Lertpaitoon che per caso è un membro della assemblea legislativa nazionale nominata dalla giunta.
Somsak, che ha rifiutato di rispondere agli inviti a comparire della giunta ed è anche ricercato per aver violato la legge di lesa maestà, ha scritto che la possibilità di rivedere la madre di 90 anni è molto remota poiché riconosce che NCPO resterà al potere per quattro o cinque anni invece di solo un altro anno come promesso.
Sombat Boonngam-anong, il capo di Red Sunday è un’alta persona che prese posizione pubblica contro il golpe. Fu in seguito arrestato ed ora si trova di fronte alla corte marziale con cui egli non ha diritto di appellarsi.
A rendere la cosa peggiore, il suo avvocato pro-bono Anon Nampa è anche lui accusato di fronte alla corte marziale dopo essere stato arrestato per aver preso parte ad una raduno pubblico per commemorare le lezioni fatte fallire di febbraio 2014.
Come appunto personale, quando fui detenuto senza accusa secondo la legge marziale proprio dopo il golpe, dissi al potere del momento, di fronte alla Commissione Nazionale per i Diritti Umani, che non firmerò qualunque documento che mi impedisca di criticare i golpisti.
La lista di chi resiste al golpe è lunga, con nomi diversamente conosciuti. Alcuni hanno sacrificato la propria carriera, lasciato le famiglie o sono sotto processo per aver difeso la democrazia sperando che un giorno non ci sarà più un intervento militare.
Ma è solo quando si unisce un gran numero di persone per dire che se ne ha abbastanza dei golpe militari che diventeranno davvero una cosa del passato.
Se avessi desiderato di essere qualcuno utile ai golpisti, mentre desidero che non ci siano più golpe, allora starei soltanto prendendo gioco di me stesso.
Pravit Rojanaphruk, Thenationmultimedia