Il primo ministro Prayuth Chanocha ha detto ripetutamente che ci sono solo “piccoli gruppi di gente cattiva” in disaccordo con la sua amministrazione.
Ma se diamo uno sguardo più da vicino, sotto la calma apparente si agitano le difficoltà.
Individui e gruppi civici che hanno provato a rompere il silenzio lamentano di essere stati sottoposti a varie pressioni quando non sono stati arrestati e accusati, nel momento in cui si radunano per una cuasa politica come la richiesta della libertà di espressione o di diritto al voto, mentre i militari mantengono un fermo controllo sui cittadini per lo scopo della sicurezza.
Tra di loro c’è l’avvocato dei diritti umani Anon Nampa che di recente è stato raggiunto da cinque accuse dopo essersi unito ad una manifestazione artistica di scorno, intitolato “Elezioni rubate” in una protesta simbolica contro il governo militare.
Nelle province, cittadini e capi di comunità oltre agli studenti fronteggiano l’intimidazione ogni volta che dimostrano resistenza a progetti controversi, come nel caso della miniera di potassio nei propri campi che è solo uno dei tanti.
E’ chiaro che questa calma apparente ha il suo prezzo dei diritti civili compromessi.
Il 5 marzo, l’Alto Commissario per i diritti umani dell’ONU Zeid Ra’ad Al Hussein, sollevò la preoccupazione per la mancanza di libertà di espressione in Thailandia nel suo discorso di apertura alla ventottesima sessione del Consiglio dei Diritti Umani a Ginevra.
Zeidd ha notato che i militari continuano a mettere la museruola all’opposizione con la legge marziale con oltre 1000 persone convocate o detenute sin dal golpe del 22 maggio e tanti di loro portati davanti alle corti marziali.
Ha anche detto: “E’ stata sempre più impiegata la proibizione legale della critica della monarchia. In un momento in cui si sta scrivendo la nuova costituzione si ha bisogno ella libertà di espressione per assicurare un dibattito genuino”.
Mentre il governo ha posto una coltre di ferro sui gruppi civici e gli studiosi con la censura e la sorveglianza, sono emerse le questioni contenziose nel processo di stesura della carta costituzionale, che sia il primo ministro non eletto, il senato di nominati o il fermo rifiuto di Prayuth di fare una sosta di due anni dalla politica.
Janjira Poonsombatsiri, docente universitario presso la Thammasat University, ha di recente discusso di ciò che succede quando si mette in silenzio la gente in società dittatoriali.
Sotto tali circostanze, la gente è costretta ad usare modi personali di comunicazione per esprimere le proprie opinioni ed incanalare il dissenso e tra questi vi è la diceria, la parodia e il prendersi gioco che così diventano mezzi di lotta per opporsi al potere. E’ una spiegazione che cattura bene la situazione attuale qui.
Si crede siano tante le pagine web e tanti individui che si fanno gioco della giunta e danno studi comparati ed esperienze di altre società sono ora sotto l’occhio vigile della sorveglianza militare on line per “aver provocato la resistenza e per farsi scherno del NCPO”.
Il militante Pipob Udomittipong che scrive sul Prachatai ha lamentato della sorveglianza dello stato sulla rete. Era nel gruppo di Chiang Mai che furono convocati presso un campo militare dopo il golpe del 22 maggio.
Altri studiosi della University of Connecticut Stamford come Kanda Naknoi s è trovata di fronte a simile trattamento quando ha criticato i progetti sponsorizzati dallo stato e le sue politiche economiche.
Deve questo essere materia di preoccupazione. Non sapremo mai quanti sono le persone sotto sorveglianza e quanto si spende del denaro pubblico per la missione di rendere la società, che sia la rete o quella reale, libera dal rumore della critica.
Invece di temere la critica i militari devono capire che non si può mettere il bavaglio alla critica e queste persone non sono una minaccia.
Sarebbe un bene per il paese se i militari trovassero dei modi di aprirsi ed abbracciare altre opinioni per completare la roadmap politica.
Achara Ashayagachat is Senior News Reporter, Bangkok Post.
http://www.bangkokpost.com/opinion/opinion/492938/stamping-out-criticism-only-foments-gossip-mockery