Jokowi ha sciolto l’agenzia governativa che si occupava del progetto ONU REDD+ col compito primario di rallentare il processo di deforestazione, unificandola al Ministero dell’Ambiente e delle Foreste che è considerato molto corrotto.
A fine aprile piuttosto che degnarsi di essere presente alla conferenza sponsorizzata dall’ONU sulla REDD+ (Riduzione delle emissioni causate dalla deforestazione e dalla degradazione delle foreste) ha inviato il suo vice presidente, Jusuf Kalla, che ha dato un discorso rovente in cui accusa tutti tranne l’Indonesia per la degradazione dell’ambiente, dando così una chiara indicazione che Jokowi non è molto interessato alla questione.
E’ una cosa profondamente scostante in un paese che è stato sconvolto dalla deforestazione delle foreste vergini e dalle piantagioni di olio di palma, pur essendo considerato uno dei polmoni verdi più importante del pianeta a causa delle immense quantità di gas serra che vengono quotidianamente rimosse dall’atmosfera.
Ma nello scorso anno 1,6 milioni di ettari di foresta sono andate perse bruciate per lo più per fare posto alle piantagioni di olio di palma.
Insieme alla Russia, Canada, Brasile e USA, l’Indonesia era tra i primi cinque paesi al mondo per la perdita media di copertura arborea tra il 2011 e il 2013. Nel 2013 la perdita di copertura arborea nel mondo è stata di 18 milioni di ettari. A quella comunque dati recenti ricavati dal World Resources Institute, WRI, mostravano che dal 2011 al 2013, la perdita di copertura arborea media rallentava, con la peridta in foreste primarie che rallentavano anche nel periodo ad una media di meno di un milione di ettari ad anno, il più lento nel decennio.
Il WRI ha detto che il declino nelle perdite di copertura arborea erano probabilmente dovute ad una moratoria sulle nuove licenze per conversione di foreste, un declino significativo nel prezzo delle merci agricole, specie l’olio di palma, impegni di grandi multinazionali verso prodotti che non coinvolgono la deforestazione e il fatto che le foreste più accessibili erano state già tagliate.
Cionondimeno Jokowi ha accettato a proseguire il programma RED+ sponsorizzato dall’ONU dopo n incontro bilaterale con il primo ministro norvegese Erna Solberg a Giacarta che dà una moderata speranza di ottimismo. Indonesia e Norvegia si sono accordati a continuare la cooperazione molto esaltata per ridurre le emissioni di gas serra nonostante la decisione di Giacarta di sciogliere l’unità di protezione delle foreste.
Il primo ministro norvegese ha detto: “E’ stato raggiunto molto dall’Indonesia. Il presidente Jokowi ha chiarito che la sua amministrazione manterrà il livello di ambizioni del proprio paese nel ridurre la deforestazione, la degradazione delle foreste e dei terreni torbosi.”
REDD+ è lo strumento di politica centrale per rallentare le emissioni di carbonio in atmosfera legate all’uso del suolo e, secondo la convenzione quadro dell’ONU sul Cambiamento climatico, i paesi scelti ricevono incentivi finanziari per proteggere le proprie foreste.
Dopo essere stato scelto come uno dei paesi pilota del REDD+, insieme d molti altri che sono stati distrutti dallo sviluppo come Bolivia, Congo, Panama, Papua, Paraguay, Vietnam e Zambia, l’Indonesia ha stabilito una serie di sforzi di collaborazione tra il ministero delle foreste, Il Programma Ambientale dell’ONU, la FAO e il Programma di Sviluppo dell’ONU, per bloccare l’emissione di permessi di taglio delle foreste per foreste primarie e terreni torbosi.
DEWI KURNIAWATI Asiasentinel