Può l’atteso referendum sulla questione se permettere al regime militare del generale Prayuth Chanochoa di restare per altri due anni legittimare il governo di Prayuth?
Alcuni dicono di sì, dal momento che sostengono che questa volta, diversamente dal golpe che Prayuth ha imposto alla gente lo scorso anno, l’elettorato avrà la parola attraverso un plebiscito invece di obbedire alle armi e agli ordini dei golpisti.
Molti hanno già deciso di dare un assegno in bianco all’uomo forte dei militari e capo del NCPO, che in seguito si scelse come primo ministro per un periodo indefinito, per dirigere il paese e assicurare che la cricca Thaksin – Yingluck sia stata annichilata.
Cionondimeno ottenere un “mandato” attraverso il referendum sarebbe una bella mossa per il regime che è considerato ancora come meno accettabile di una amministrazione eletta da alcuni stati stranieri. Dopo tutto, se sostenuto attraverso un referendum, Prayuth può finalmente dire che il popolo gli ha garantito un mandato.
Sarà comunque, per quanto bene possa essere, un referendum distorto e fraudolento, poiché l’attuale situazione non è di certo adatta ad un plebiscito libero ed equo.
Per prima cosa c’è un divieto in atto sugli assembramenti politici di cinque o più persone. Secondo l’organizzazione iLaw, che è specializzata nella riforma legale e cifre sui diritti umani, almeno 72 incontri e simposi sono stati vietati o bloccati negli scorsi 12 mesi.
Come ci si può attendere, data la situazione, che la gente possa discutere criticamente insieme e deliberare le scelte per prendere una decisione con la giusta e genuina informazione?
Se questa fosse un’elezione, sarebbe equivalente ad una in cui i partiti di opposizione potrebbero parteciparvi senza però fare campagna elettorale.
Seconda cosa, si dovrebbe considerare quanto sia farsesca l’origine del processo. Le stesse persone che vogliono dare a bere l’idea di un referendum se permettere al capo della giunta di continuare a restare, per iniziare, sono i membri del NRC e NLA che furono installati da il capo della giunta Prayuth. Il conflitto di interessi non sembra dare problemi ad alcuni thailandesi o a Prayuth.
Terza cosa la principale questione sul referendum, a parte la questione se permettere a Praayuth di restare o meno, sarebbe se si rigetta o accetta la bozza costituzionale sponsorizzata dalla giunta. Se la risposta è no, allora Prayuth automaticamente resterà per presiedere il nuovo processo di scrittura. Se la risposta è sì, allora il popolo ha la bozza costituzionale sponsorizzata dalla giunta che è profondamente bacata agli occhi di quelli che sostengono la democrazia.
In entrambi i casi, la scelta è equivalente allo scegliere tra due marche di Cola.
Se paragoniamo il golpe ad una situazione dove uomini armati prendono il controllo di una casa che appartiene a tutti, allora il referendum è come se gli occupanti armati che chiedono agli altri occupanti se a loro piace farli restare o no.
La verità è che la legittimazione non la si può ottenere con le canne dei fucili o usando la forza e la coercizione. La legittimazione non si può mai ottenere attraverso a museruola posta sulla bocca di milioni di persone.
Certo Prayuth resterà probabilmente per altri due anni, se non di più, in un modo o nell’altro, ma nessun progetto lo può mai legittimare agli occhi dei Thai che lottano per la libertà e la democrazia.
La ricchezza rubata, indipendentemente da quanto è restata nelle nostre mani o per quanto riusciamo a riciclarla, resta illegittima. Il potere rubato, come il denaro rubato, resterà comunque quello che è.
Pravit Rojanaphruk, Thenationmultimedia