Eppure la Cina si trova in una situazione politica e legale difficile. E’ in pericolo di essere definita fuorilegge internazionale
La Cina, a causa delle sue politiche ed azioni nel Mare Cinese Meridionale, è stata accusata di essere aggressiva, di essere prepotente verso gli altri reclamanti, di violare accordi precedenti, norme e leggi internazionali, di militarizzare posizioni fisiche, minare la situazione sul terreno, generare instabilità, danneggiare l’ambiente e minacciare la libertà di navigazione.
Le Filippine, in un modo politicamente più delicato, hanno lanciato una protesta contro la Cina secondo il meccanismo di sistemazione delle dispute della convenzione UNCLOS del 1982 dell’ONU.
La protesta richiede che la Corte Permanente di Arbitrato dichiari, tra l’altro, che le Mischief Reef sono una caratteristica fisica sommersa e parte della piattaforma continentale delle Filippine, e quindi la Cina deve terminare l’occupazione e le attività; che le barriere di Hughes, Gaven e Subi sono sommerse durante l’alta marea e non si trovano nella piattaforma continentale della Cina che quindi deve finire l’occupazione e le attività; e che le barriere Johnson, Cuartercon e Fiery Cross sono “rocce” che generano solo un territorio marino di 12 miglia nautiche e che quindi la Cina non ha diritto di dichiarare giurisdizione marittima oltre le 12 miglia nautiche.
La Cina si è rifiutata di entrare nel processo affermando che la corte non ha giurisdizione poiché le dispute principali sono di sovranità e di delimitazione di confini.
La sentenza della corte sulla giurisdizione è attesa nel giro di qualche mese. Se la corte trova di avere giurisdizione almeno su una parte della questione, le Filippine probabilmente cercheranno delle “misure precauzionali”, specialmente che la Cina termini e desisti da tutti i lavori di reclamo e costruzione. Sebbene la Cina affermi di aver terminato le operazioni di reclamo del suolo, probabilmente continuerà la costruzione e potrebbero essere una discussione sulle differenze tra reclamo e costruzione.
Una decisione sulle misure provvisorie potrebbe essere veloce, ma una sul merito del reclamo originario potrebbe richiedere anche più di un anno. E’ improbabile che la Cina si adegui ad una sentenza negativa e la corte non ha un meccanismo di applicazione della sua sentenza.
Eppure la Cina si trova in una situazione politica e legale difficile. E’ in pericolo di essere definita “ fuorilegge internazionale ” e di essere estraniata politicamente da alcun idei suoi vicini della regione mentre cercano protezione appoggiandosi agli USA. Per evitare questo destino e migliorare la sua posizione politica e legale, la Cina deve essere più attiva con le parole e i fatti.
Prima di tutto, la Cina potrebbe chiarire di creder che alcune delle caratteristiche che reclama sono isole legali (Spratly, Taiping e Thitu) e parte della propria piattaforma continentale e quindi della propria zona economica esclusiva.
Questo renderebbe la sovranità e le questioni di confine le questioni centrali della protesta davanti alla Corte Permanente dell’Arbitrato e quindi fuori della sua giurisdizione.
Questo a sua volta significherebbe comunque che la Cina stia abbandonando la sua richiesta basata sulla mappa delle nove linee e sul mar che contiene, se questo è ciò che la linea significa.
Naturalmente la Cina manterrebbe ancora tutte le sue richieste sulle caratteristiche fisiche dentro la mappa delle nove linee e “le loro acque adiacenti” dove appropriate. Inoltre le richieste di zona economica esclusiva e di piattaforma continentale derivanti dalle Spratly potrebbero accorpare molta dell’area che cadeva dentro la linea. Comunque i confini dovrebbero essere negoziati con gli altri stati costieri e la Cina dovrebbe offrire di fare così.
La Cina potrebbe abbandonare le sue richieste di sovranità sulle barriere di Hughes, Mischief e Subi perché sono o erano elevazioni di bassa marea e quindi non soggetti a affermazioni di sovranità da parte di nessuno. Sono ora isole artificiali e la giurisdizione su di loro appartiene allo stato costiero. La Cina potrebbe discutere che essere siano dentro la giurisdizione della sua ona economica esclusiva e piattaforma continentale dalle isole legali.
La Cina potrebbe anche reclamare che le barriere Fiery Cross, Johnson South e Cuarteron sono isole legali con una loro zona marittima. Per farlo formalmente la Cina ha bisogno di pubblicizzare le proprie richieste e depositare mappe e coordinate dei mari territoriali reclamati e delle linee di base attorno a loro presso l’ONU. Dovrebbe fare la stessa cosa con le altre richieste che fa nelle Spratly.
Per quanto riguarda il suo “Comportamento” la Cina potrebbe affermare nella corte della pubblica opinione insieme alle linee seguenti.
Mentre la Cina ha dimostrato di sapersi contenere, altri hanno occupato aggressivamente e illegalmente caratteristiche che la Cina considera proprio territorio. Quei paesi hanno poi cambiato le caratteristiche aggiungendo e costruendo porti strutture e piste aeree e permettendo l’accesso ai propri militari. Essi si sono appropriati delle caratteristiche migliori e grandi lasciando solo caratteristiche per lo più sommerse per la “sovranità di diritto”.
Ora che la Cina prova ad adeguarsi occupando e modificando caratteristiche fisiche essa stessa, altri l’accusano di non esercitare controllo e violando quindi la dichiarazione Asean Cina del 2002 sul codice di condotta delle parti. La Cina crede più significativamente che gli altri hanno violato le parti più importanti: “di risolvere le dispute territoriali e giurisdizionali attraverso consultazioni amichevoli e negoziati da parte degli stati direttamente interessati”
Per la Cina la diffida filippina era una violazione non amichevole di questo principio. La Cina crede che gli altri paesi reclamanti violino la clausola di contenimento e la legge internazionale con attività nelle isole contese che cambiano la natura dell’area. La Cina ha solo risposto per rima.
Per quanto riguarda la prospettiva maggiore delle attività di costruzione, crede che sono commisurate alla posizione come paese più popoloso con il secondo PIL al mondo.
Il ministro degli esteri cinese ha affermato che “i progetti di costruzione della Cina sulle isole e barriere sono state valutate scientificamente e testate con rigore … faremo ulteriori passi nel futuro per monitorare e proteggere l’ambiente ecologico delle acque, isole e barriere rilevanti” La Cina potrebbe pubblicizzare i risultati dei suoi studi e invitare gli altri a fare lo stesso.
Applicando questi suggerimenti la Cina potrebbe migliorare la sua posizione politica e legale senza abbandonare molto. Potrebbe portare la sua pratica e politica dentro lo scopo della legge internazionale e lasciare le questioni di sovranità e dei confini marittimi alla soluzione delle prossime generazioni
Per il momento resta la possibilità di sviluppare le risorse in modo congiunto.
Mark J. Valencia, National Institute for South China Sea Studies, Haikou, SCMP