La statua di Brama a Erawan a Ratchadaprasong al centro dell’attacco tragico di lunedì è stato nel passato simbolicamente il luogo dove si sono intersecati politica, follia, modernità, miti e dei.
Impassibile, la statua dai quattro volti ha lo sguardo fisso sull’incrocio di Ratchadaprasong, la scena del peggiore attacco di bombe nella memoria recente. Uno dei più conosciuti centri di attrazione dei turisti nella capitale è diventato il sito del terrore e della tragedia, e mentre comincia a spegnersi il clamore, vale la pena dare uno sguardo alla storia lunga e talvolta tortuosa del tempio. Questa storia è influenzato sia dalla modernizzazione e superstizione della città come lo è dalla politica e dai momenti di follia.
La strada Ratchadamri fu costruita nel 1902 sotto il regno di Rama V e formò un incrocio con la Poenchit nel 1920 sotto il regno di Rama VI.
Mentre Bangkok entrava nella sua prima fase di modernizzazione negli anni 50, cominciarono ad arrivare gli stranieri e la città perciò aveva bisogno di più spazio per accomodarli. Fu il generale di polizia Pao Sriyanont, una figura chiave nella storia thailandese e presidente del Saha Group Hotel a lanciare l’idea di costruire un nuovo hotel sulla Ratchadamri che diventava un nuovo nesso nell’espansione urbana di Bangkok.
Fu il momento in cui il progresso moderno e i credi antichi vennero in contatto in questo incrocio simbolico. Quando fu completato l’hotel Erawan nel 1956, si era detto che c’erano stati molti incidenti durante la sua costruzione e che la terra su cui stava quell’incrocio era disturbato da tante forze antiche.
Secondo lo storico Siripoj Laomanacharoen, la direzione dell’hotel invitò un noto sciamano, Radm Luang Suwichanpat, a trovare la data auspicata per l’apertura dell’hotel. Lo sciamano fece notare che non era mai stato fatto un rito per l’hotel ad informare i vari dei che risiedevano nell’area sulla nuova impresa economica. Il nome Erawan Hotel era anche il nome santo dell’elefante del dio Indra. Questo richiedeva una cerimonia appropriata per ingraziarsi gli dei.
“Fu questa la ragione per cui il tempio di Erawan, forse il più famoso al mondo, fu costruito e benedetto nel 1956” dice Siripoj. Lo storico che scrisse tantissimo sull’argomento per giornali e articoli universitari, aggiunse che il dio induista, conosciuto come Phra Prom ai thailandesi, è uno degli dei al centro della cosmologia induista che poi si fuse e fu assunta dal credo buddista.
Quello che è interessante è che lo sciamano Luang Siwitchanpart credeva che lo spirito che risiedeva dentro il tempio di Erawan dopo che fu costruito era quello di Phra Pinklao, uno dei fratelli di Rama IV che morì e divenne servo di Brama nei cieli.
Nei decenni che seguirono, il credo che il tempio fosse spiritualmente potente cresceva sempre più forte, mentre l’area attorno al Ratchadamri diventava un nuovo centro commerciale nel momento della nascita del consumismo.
La prima catena commerciale di Bangkok Thai Daimaru fu costruita dall’altra parte a metà degli anni 60. Nel 1990 fu aperto il World Trade Centre, ora Centralworld. Il credo che le vibrazioni cosmiche del tempio di Erawan fosse così intenso spinse l’azienda a costruire il tempio di Phra Trimurati, un’altra deità induista, come forza di bilancio.
Infatti secondo Sudara Sudchaya, editore del Muang Boran rivista di archeologia, il lucente incrocio di Ratchadamri è conosciuto come l’incrocio degli dei, dal momento che le nuove costruzioni degli ultimi 40 anni si sentivano obbligati ad avere i propri templi per la protezione da feng Shui.
“Per esempio Amarin Plaza ha il Dio Intra alla sua entrata e la quasi nuova Gaysorn Plaza ha Phra Lakshmi, moglie di Vishnu” dice Suchada. “Persino per i entri più indaffarati e sviluppati si crede che l’area è permeata di forze ultraterrene”
Sempre addobbato di ghirlande di fiori e coperto da un sottile fumo di incenso il tempio di Erawan è diventato popolare tra la gente di lingua cinese dagli anni 70. C’è una foto di una donna di Taiwan che, nel 1989, donava quattro grandi elefanti al tempio. Il credo che le preghiere fatte al tempio sarebbero state ascoltate, come coppie che chiedevano di avere figli, o studenti di poter avere la laurea o amanti di trovare il proprio amore, crescevano sempre di più portando al clichè del nag ram, i balletti tradizionali pieni di lustrini, pagati per ballare secondo il piacere di Brama.
Il giornalista esperto di Cina Sanguan Khumrungtoj diceva che l’attrice di Hong Kong Deborah Lee veniva a pregare al tempio 40 anni fa. Ritornò e disse che le preghiere erano state esaudite, che la sua stella felice era sempre in perpetua ascesa. Divenne una notizia famosa che portò ad una ondata di visitatori cinesi che da allora ne fanno una meta di pellegrinaggio che è cresciuto ancor di più con l’arrivo dei cinesi continentali in Thailandia.
“I turisti al tempio di Erawan seguono la stessa ricerca come i thailandesi” diceva Anuwat Panprayoon, capo del gruppo del Damrong Thai Dance Drama che supervisiona i ballerini al tempio. “Pregano sui quattro lati della stataua. Per il lavoro e la famiglia”. Anuwat era lì quando la bomba è esplosa lunedì.
“Questo è il nostro posto di lavoro ed è davvero triste” dice “Siamo qui da anni. Il danno maggiore lo si è avuto all’entrata frontale. La gente è stata colpita dallo scoppio e dai frammenti. Di fronte al nostro tavolo sono caduti corpi e pezzi di arti. Alcuni sono finiti sul tempio dispersi dappertutto”.
Nel 2006 un uomo entrò nel tempio e con un martello colpì la statua rompendone il busto e infrangendo il corpo. Fu tirato fuori e bastonato gravemente dai presenti inferociti, finché dopo non cadde morto sul marciapiede fuori dell’hotel. Si seppe che aveva problemi mentali.
Fu subito messa una nuova statua sulla vecchia base preesistente. L’aurea di sacralità non è però diminuita affatto agli occhi dei fedeli.
Dopo le morti durante le proteste delle magliette rosse del 2010 e della campagna Chiudiamo Bangkok dai manifestanti antiYingluck del 2013, l’incrocio di Ratchadaprasong ed il tempio di Erawan hanno acquisito delle implicazioni ben più vaste, profondamente legate alla storia della Thailandia moderna e alle superstizioni politiche: alcuni credono che gran parte delle costruzioni nell’area sono toccati dalla sfortuna perché si trovano su un suolo che apparteneva un tempo all’elite di governo, il che vuol dire che portano un forte potere spirituale che si ritorce contro gli altri.
Ed ora il terrore della bomba del 17 agosto. Quindi giacciono gli strati complessi dell’incrocio più favorito di Bangkok: modernità e mito, politica e superstizione, uomini e dei. Tutto ciò è profondamente legato inseparabilmente al luogo che ora si è imbevuto di memorie oscure.
“Quando accade qualcosa di cattivo, spesso l’attribuiamo a forze oscure o a credi superstiziosi, quando in realtà dovremmo guardare a quello che abbiamo fatto di sbagliato e a quello che ha causato la tragedia” dice Siripoj, lo storico, sottolineando il credo che ha circondato il luogo per oltre 50 anni. “Dobbiamo guardare alla complessità per risolvere i problemi di lungo termine. Attribuirlo agli dei non aiuterà”.
Kong Rithdee, BangkokPost