Il primo ministro non ha mai amato l’idea di MARA Patani, un forum di sei gruppi separatisti storici che affermano di rappresentare i Malay Musulmani delle province più meridionali della Thailandia.
Prayuth disse al suo governo a Maggio di non approvarlo perché era costituito di un pugno di persone che lui non crede siano rappresentativi degli interessi e dei bisogni della gente del posto in questa area storicamente contestata.
Era una tesi legittima e logica. Ma la ragione reale, affermano alcuni analisti, era che questo governo teme che MARA Patani possa evolvere in una entità che diventi istituzionale con una posizione internazionale acquisita.
Una entità rappresentativa con una posizione internazionale non è esattamente la musica per le orecchie di questo come dei governi precedenti poiché hanno paura di parlare di abusi di diritti umani e di cultura dell’immunità tra i rappresentanti della sicurezza del governo nella regione inquieta, per non citare la politica statale di assimilazione che avviene a spese dell’identità culturale e religiosa Malay.
La mancanza di spazio culturale e di riconoscimento del fatto che i Malay musulmani abbracciano una narrazione storica e culturale differente peggiora le cose, e finché lo stato non affronterà queste questioni, continueranno a comparire i gruppi come MARA Patani e gli autoproclamati BRN-C di Ustaz Hasan Taib per presentarsi come persone che possono risolvere il conflitto.
In altre parole parlare al “nemico” non è nulla di nuovo, ma farlo in un contesto pubblico è strano e senza precedenti. Ma questa era la storia della Thailandia. E nessuno sembra capire, neanche per sogno i militari, perché Yingluck Shinawatra decise di rendere pubblica l’iniziativa quando aleggiavano sui colloqui di pace delle precedenti amministrazioni così tante questioni come quella di chi è Hasan Taib. O se avesse una qualche influenza sui combattenti sul terreno o il mandato dal consiglio reggente del BRN.
Ci si pone la stessa domanda sull’attuale gruppo di rappresentanti del BRN nel MARA Patani. E la risposta non è molto convincente.
Per essere giusti verso i membri del MARA Patani, Prayuth affermò in dicembre dello scorso anno quando si recò a Kuala Lumpur che avrebbe parlato ai separatisti solo se potevano mettersi insieme e formulare una piattaforma comune e dare anche un “periodo di pace”.
Volendo sembrare duro col controllo della situazione, in mente aveva l’idea di non voler sembrare debole e dalla parte sbagliata come il governo di Yingluck che era preso in una situazione analoga con Hasan e la sua ciurma.
Quando i separatisti si riunirono formando MARA Patani e cominciarono a elaborare una situazione comune al terzo giro di colloqui sui colloqui di costruzione dellafiducia Prayuth non era ancora felice.
Forse non ama la possibilità, come suggerito dal ministro degli esteri thai, che MARA Patani possa evolvere in qualcosa troppo difficile da gestire. Ma ancora è un problema davvero loro il come vogliono far girare il loro messaggio o come presentarsi al mondo.
Prayuth domandava anche un periodo di pace, una specie di cessate il fuoco. Ed ancora, l’apparato della sicurezza thai sa benissimo che la grande maggioranza dei militanti sul terreno cade sotto la catena di comando del BRN.
La sicurezza thai e la comunità dell’intelligence fecero questo errore una volta, credere che Hasan Taib era stato inviato al tavolo del negoziato dal consiglio del BRN. Non ci volle molto ad Hasan, al governo e agli altri gruppi di interesse per comprendere che i loro colloqui non sarebbero andati lontano specialmente quando l’opposizione di allora stava guardando a Chiudere Bangkok per le strade.
Questo però non significa che questa amministrazione non possa essere seria sulla pace ed il suo processo. Questo è solo l’inizio. Un processo di pace cattivo è sempre meglio dell’assenza del processo stesso.
La giunta al potere ha bisogno di sapere che il mondo lo guarda e si domanda che tipo di concessioni il governo di Prayuth vuole fare, sia a MARA Patani che ai residenti Malay delle province più meridionali.
EDITORIALE Thenationmultimedia