Il risultato è giunto in maniera sorprendente.
Secondo le mie previsioni il PAP avrebbe raccolto il 65% del voto popolare e potenzialmente vincere a Punggol East. Ha fatto di più rischiando persino di riconquistare la circoscrizione elettorale di Aljunied.
Il risultato elettorale pone questioni grosse che vanno dal perché sia stato letto male il sentimento elettorale alle implicazioni per il panorama politico. Ecco alcune osservazioni.
La maggioranza silenziosa di Singapore è particolarmente larga a causa dell’obbligatorietà del voto per tutti i cittadini, ed anche perché il clima politico non risente particolarmente delle loro opinioni. Nonostante l’apertura considerevole nel discorso politico, una tradizione di silenzio sulla politica permea la società di Singapore specie tra le generazioni più vecchie.
Le indagini demoscopiche restano limitate e questo gruppo si è fatto sentire.
Le campagne politiche foggiano l’elettorato e questa non è stata un’eccezione. Mentre si avvicinava il giorno del voto, i messaggi dell’opposizione e l’importanza nei media prendeva piede. I messaggi importanti e le folle grandi hanno provocato una controreazione che ha fatto crescere il risultato del PAP, un contraccolpo dell’opposizione.
Per alcuni si era trattato di un fastidio verso l’opposizione stessa, per il disappunto del loro governo o sfiducia. Per altri era di bilanciare, dal momento che il PAP era visto meno favorito e si trovava di fronte ad una bella sfida. Più forte diveniva l’opposizione, più forte era la risposta contro l’opposizione specie nella maggioranza silenziosa.
Il contraccolpo dell’opposizione ha contribuito ad una più grande svolta verso il PAP mentre assumeva le sembianze dello svantaggiato. Il PAP ha alimentato questa cosa giocando sulle paure di poter essere sostituito al governo.
Il tempismo ha giocato un grande ruolo nell’accrescere la vittoria del PAP. L’impatto della morte di Lee Kuan Yew e del 50° anniversario di Singapore hanno evocato sentimenti e preso al cuore molti singaporeani.
A sostegno del premier uscente c’è stato il riconoscimento al governo della famiglia Lee perché il padre ha aiutato in parte il figlio ad assicurarsi un mandato forte.
Ci sono anche altre sfaccettature per lo più economiche.
I Singaporeani conoscono benissimo le nuvole oscure dell’economia regionale ed hanno essi stessi vissuti un rallentamento. In tempi di insicurezza economica, come nelle elezioni del 2001, gli elettori di Singapore vanno verso dove si sentono più sicuri e verso coloro di cui si fidano di più nella gestione delle incertezze. Questo ha avvantaggiato il PAP.
Gli interventi del PAP in aree come sussidi e salute hanno fatto la differenza tra gli elettori, cosa apprezzata nei seggi, ma che ha una dinamica più vasta. La rabbia degli elettori si è dissipata.
Persino nelle manifestazioni dell’opposizione, il richiamo dei sostenitori era molto sul messaggio positivo della delega e di una società più aperta che si appellava a quel segmento di elettorato come pure al messaggio negativo anti PAP.
Mentre esiste ancora la rabbia e quasi un terzo degli elettori sostiene le alternative, il livello di acrimonia nella maggioranza si è ridotto particolarmente. Non è una coincidenza che siano andati peggio i partiti dell’opposizione che avevano adottato un atteggiamento più confrontazionale e posizioni più rabbiose.
Il vincitore più grande di queste elezioni è proprio il primo ministro Lee Hsien Loong.
Ha conquistato il proprio mandato e avrà lo spazio per costruirsi la sua propria eredità senza l’ombra del padre e per fissare il percorso per la transizione della guida nel suo partito. Merita le congratulazioni per la sua vittoria.
I capi del PAP sono ora nel suo gruppo. Sarà particolarmente importante il ministro Tharman Shanmugaratnam, i cui interventi politici nell’espandere il welfare sociale hanno contribuito alla vittoria di Lee.
L’attenzione principale comunque si sposterà sulle giovani entrate che definiranno la quarta generazione del PAP. Ci sarà un’intensa competizione nel gruppo per trovare una posizione, e Lee potrà usarlo per rafforzare il suo governo e formare la sua eredità.
Per tutti gli schieramenti politici, le elezioni hanno rafforzato l’impegno verso un elettorato che chiede di più e offre la promessa di innalzare ulteriormente gli standard.
Mentre è andata al di sotto delle attese, l’opposizione ha dato delle scelte chiare all’opposizione. Il partito dei lavoratori e un po’ meno il Partito di Singapore democratica hanno avuto una voce maggiore nell’elettorato rispetto agli altri partiti di opposizione. Ma non sono riusciti ad attirare la base del PAP e hanno perso sostegno nella maggioranza silenziosa.
Spetta ora all’opposizione andare al di là del “percorrere le circoscrizioni elettorali” e capitalizzare sulla rabbia per sviluppare un’attrazione maggiore che raggiunga quelli che non sono attivi politicamente. Migliorare la presenza in parlamento e guardare meno alle personalità saranno ingredienti fondamentali in questo processo.
Per il PAP una delle più grande sfide è la noncuranza.
Lo sforzo che si è investito nel procurarsi la vittoria e il tempismo delle elezioni non sarà riproducibile. I grandi margini in molti seggi e la differenza del 10% di voto che ha cambiato direzione non deve essere visto come una vittoria facile.
I singaporeani si attendevano di essere ascoltati e hanno sentito che in parte sono stati ascoltati. La vittoria ottimale del PAP nell’invertire il pendolo politico a proprio favore è stato un duro lavoro in un contesto intenso. Richiederà duro lavoro più avanti nel tempo.
Se non altro le elezioni mostrano che il pendolo può davvero essere invertito nella sua corsa.
Bridget Welsh, New Mandala