Una tempesta perfetta di cattive notizie economiche sembra stia per affogare il governo senza timone in Malesia, mentre la baraonda politica paralizza la guida politica, secondo varie fonti a Kuala Lumpur.
Le entrate fiscali stanno sprofondando, la moneta è in caduta libera e l’inflazione è salita da 0.1 di febbraio a 3.3% di luglio e ci si attende che cresca ancora.
Con un deficit fiscale previsto enorme ed un forte indebitamento di bond, il paese potrebbe trovarsi a chiedere il prestito sui mercati internazionali. Ma con la moneta che cade e le accuse di corruzione che minacciano il governo di Najib Razak, i costi del prestito probabilmente schizzeranno verso l’alto.
Gran parte degli osservatori crede che Najib resti al sicuro da un rovesciamento politico per la fedeltà costosa di 192 parlamentari dell’UMNO nella coalizione di governo del BN. Una forte crisi finanziaria però potrebbe cambiare i termini.
Mentre l’economia cresce più debolmente e gli scandali escono da tutte le parti, Najib ha lasciato il paese per andare a Londra per una manifestazione commerciale e poi all’ONU per parlare all’assemblea generale. Da qui insieme alla moglie Rosmah Mansor si deve recare, privatamente, a Milano per sponsorizzare una manifestazione di moda islamica.
“La Malesia sta entrando velocemente nelle vicissitudini di una crisi finanziaria ” secondo Focus Economics. “Fattori esterni come il rallentamento della Cina, la preoccupazione sulla tenuta dei mercati finanziari malesi, come pure l’incertezza sui tassi futuri americani, hanno costretto la Banca Centrale a ridurre le riserve in moneta estera in modo sostanziale per sostenere la moneta. La fiducia degli investitori è messa alla prova anche dalla situazione politica del paese.”
La Malesia è stata quasi paralizzata da uno scandalo di corruzione, in cui fonti sconosciute del Medio Oriente avrebbero versato 861 milioni di dollari nel conto corrente privato di Najib nel 2013, solo perché scomparisse su un conto di Singapore, e poi scomparire del tutto. Allo stesso tempo il paese è scosso dallo scandalo finanziario da 42 miliardi di dollari malesi (1 miliardo di euro) del fondo 1MDB in cui miliardi sarebbero stati travasati dal fondo di investimento statale e altri miliardi sarebbero andati persi per cattivi investimenti. C’è la preoccupazione che la grandezza delle perdite previste a cui vanno in contro le banche governative potrebbero minacciare il sistema finanziario malese.
Dei tentativi di spingere verso l’alto la borsa con 20 miliardi di dollari malesi di un fondo di investimento governativo rimesso in vita, una mossa troppo piccola e troppo tardi, hanno permesso una risalita di due giorni prima che riprendesse la discesa. Ha perso ora oltre il 14% sul picco di aprile rendendola la borsa che peggio ha fatto nella regione.
Il dollaro malese è caduto contro il dollaro prima dell’intervento della banca centrale del 19,93% con una spesa di almeno 60 miliardi di dollari negli scorsi mesi a comprare dollari malesi, un terzo delle riserve di moneta estera del paese.
Al 15 settembre le riserve erano cadute a 95 miliardi di US$, abbastanza per finanziare oltre 7 mesi di importazioni mantenute, facendo sorgere preoccupazioni di quanto a lungo il paese può continuare a sostenere la moneta, sebbene sia Najib che la Banca Centrale avessero affermato ripetutamente che non c’erano controlli sulla moneta. La moneta in caduta fa crescere i beni e servizi dei prodotti importati che costituiscono il 70% del PIL nel 2014.
Gli investitori internazionali hanno perso la speranza per i prezzi in caduta delle merci e la crisi politica continua, esacerbata ora dalle indagini internazionali in Svizzera, Francia, Inghilterra ed USA sul riciclaggio. Il debito estero malese, come detto dalla Banca Centrale, ha raggiunto il picco di tutti i tempi nel secondo trimestre dell’anno a 79.5 miliardi di dollari malesi.
La previsione della Banca mondiale sulla crescita del PIL per il 2015 è 4.9% mentre era a luglio 2014 il 6.5%. Potrebbe andare peggio. Secondo il fondo monetario internazionale “la prospettiva debole dei prezzi delle merci potrebbe sottrarre quasi un punto percentuale annuo dal tasso degli esportatori di merci della crescita economica nel periodo 2015 17 rispetto al triennio 2012 2014.”
Per gli esportatori di energia come Petronas, la compagnia energetica nazionale “la situazione potrebbe essere anche peggiore, oltre 2 punti percentuali nello stesso periodo, a causa della netta caduta dei prezzi del petrolio nello scorso anno”>
Petronas, in questo anno fiscale, ha portato 26 miliardi di dollari malesi alle entrate ed altri 26 miliardi presi dalla Tassa di sviluppo Petrolifero con un totale di 52 miliardi di dollari malesi dalle riserve della Petronas. Si prevede che a causa del crollo dei prezzi del petrolio i due fondi contribuiranno solo con 10 miliardi ognuno lasciando una mancanza di 30 miliardi.
Secondo varie fonti, la raccolta delle tasse dovrebbero scendere del 20 – 30% da 160 miliardi del 2014, una caduta di altri 30-50 miliardi a causa di un sentimento debole dei consumatori e del rallentamento delle attività. Le spese correnti per il 2015 sono approssimativamente 230 miliardi di dollari malesi.
“Non possono ridurla se non abbattono il numero degli impiegati statali” dice una fonte ad Asia Sentinel. “Il deficit è al 52% con sopravvenienza passiva fuori bilancio di altri 18 miliardi. E’ analoga alla situazione italiana e spagnola e non si è considerato ancora 1MDB. Come prenderanno in prestito? Il rating sarà cattivo il prossimo anno e il costo del prestito molto alto dato lo stato di spazzatura della Malesia. Temo che cominceranno a vendere i gioielli della corona come le proprietà delle imprese del governo”.
Secondo Bloomberg e Reuters, il 45% dei bond è in mano di stranieri che vorranno uscirsene non appena i bond giungono a scadenza. Poiché le scadenze dei bond sono diffuse su vari anni non ci si aspetta quindi che pongano un grande problema nell’immediato. Potrebbe aversi pure la riscossione nazionale. 33 miliardi di dollari malesi in bond scadranno il prossimo trimestre. Non c’è ragione d credere che gli investitori nazionali nei bond governativi saranno più entusiasti degli investitori esteri, sebbene una porzione significativa è probabilmente tenuta da compagnie legate al governo che possono essere costretti a rinnovarli.
John Berthelsen Asiasentinel