L’opposizione alla giunta non demorde e fa sapere di esistere ancora, sebbene stia solo a punzecchiare la tigre, come si sostiene nell’articolo che traduciamo. Da Chiang Rai giunge la notizia di un docente pensionato di 77 anni, Preecha Kaewbanpaew, arrestato per aver dato dei fiori a militanti democratici durante una manifestazione a maggio scorso. L’accusa è di sedizione e rischia 7 anni di carcere.
L’uomo era uno spettatore della manifestazione organizzata da Cittadini Resistenti che protestavano contro la giunta militare per celebrare la presa del potere di maggio. Come tante altre persone aveva dato fiori ed acqua da bere ai giovani che poi erano stati fermati e accusati di sedizione secondo l’articolo 116 del codice penale.
Pubblichiamo un articolo del TheDiplomat a cura di James Buchanan sull’opposizione al regime.
Punzecchare la Tigre
Gli attivisti hanno un’agenda piena. Sottolineano solennemente, in tutto il paese, gli anniversari delle date fondamentali nella lotta per stabilire una democrazia vera nel regno. L’eccesso di tali eventi mette in luce quanto turbolenta sia stata la storia moderna del paese con non meno di 12 golpe dalla abrogazione della monarchia assoluta del 1932.
Il 22 maggio un gruppo che si chiama Movimento della Nuova Democrazia, NDM, ha tenuto una vivace protesta per segnare l’anniversario del golpe del maggio 2014 che abbatté il governo legittimo del premier Yingluck Shinawatra. 14 studenti furono arrestati e letteralmente trascinati e trattenuti per dodici giorni da una giunta intenta ad eradicar ogni forma di dissenso. Furono rilasciati con l’accusa di sedizione punibile con sette anni di carcere.
Gli studenti erano indomiti e lo scorso mese hanno usato l’anniversario di altri golpe per denunciare il governo militare. Il 19 settembre si riunirono per celebrare il golpe del 2006 che cacciò il premier Thaksin Shinawatra mandando il paese nel caos.
Gli avvenimenti iniziarono presso la liberale università di Thammast, sito storico delal democrazia thai perché nel 1976 fu sede di un massacro di studenti. NDM poi portò una folla di duecento persone a marciare al vicino monumento della democrazia, dove nel 2010 morirono alcune magliette rosse che chiedevano elezioni.
La storia thailandese è disseminata da omicidi come lo è di golpe.
Gli studenti fecero discorsi e distribuirono manifestini ce criticavano la giunta e invitavano la gente a ribellarsi per difendere la libertà. A presiedere gli eventi c’erano Sirawit Serithiwat, arrestato innumerevoli volte dopo il golpe, e Rangsiman Rome che divenne famoso dopo una colluttazione robusta con la polizia a maggio. Sono i volti nuovo della lotta democratica in Thailandia.
A fianco di questi volti nuovi c’erano anche vecchi volti familiari. Le magliette rosse sono rimaste calme dalla presa del potere ma dandosi uno sguardo attorno dice che forse rafforzavano la folla quel giorno. Per ogni giovane vestito di Jen e scarpe converse c’era almeno un vecchio manifestante che, almeno esternamente, sembrava adatto a descrivere la demografia del movimento ora dormiente. Sono la nuova classe media emergente delle province, vestiti semplicemente e puliti senza tutti i parafernali tipici del consumismo della ben avviata classe media di Bangkok. Le cosiddette ziette, donne di mezza età, che formarono l’ossatura delle magliette rosse erano anche presenti quel giorno.
Vicino c’era un’altra istituzione del movimento delle magliette rosse, gli ubiquitari tassisti in motocicletta che seduti sulle moto guardavano la protesta con interesse e leggevano attentamente i manifestini del NDM. Su di essi potevano ritrovare molte dei temi delle magliette rosse stesse, tra i quali la denuncia del presidente del Consiglio della Corona Prem Tinsulanonda che avrebbe avuto un ruolo fondamentale nell’assalto alla democrazia thai.
Con queste similitudini in credo e scopo sembra naturale un travaso tra i due movimenti.
Naturalmente un militante delle magliette rosse che fa attività politica lo fa senza il colore della firma che immediatamente farebbe adirare la giunta. Ma per tutti quelli che erano presenti il giorno forse ha ravvivato qualche amara memoria. Erano venti le persone uccise davanti a quel monumento ad aprile 2010 quando un’ondata di proiettili andò ad urtare contro la struttura innalzando una nuvola bianca contro il cielo e lasciando corpi senza vita stesi per strada.
Il movimento iniziato come reazione al golpe del 2006 ha dato loro un senso di identità, orgoglio e forza. Nonostante la sofferenza di cui parlano ora, guardarsi indietro porta anche bei ricordi per le magliette rosse comuni che hanno mostrato una determinazione alla lotta che a volte superava quella della loro guida politica.
Essere di nuovo per strada a domandare la democrazia ricordava loro dei primi giorni del movimento prima che la speranza diventasse rassegnazione e disperazione.
Se Ndm sapesse della presenza dei loro compagni di viaggio, non lo si è dato a vedere. Discorsi e manifesti non citavano la linea che connetteva questo movimento novello ai loro predecessori, né si è detto nulla delle magliette rosse uccise proprio lì per essersi opposti allo stesso golpe contro cui NDM dimostrava.
Una possibile ragione che ogni attività delle magliette rosse nel dopo golpe avrebbe avuto un trattamento severo da parte dei militari. Fu una sorpresa per tutti che la polizia avesse permesso la prosecuzione della protesta quel giorno, forse perché la giunta vede le attività dei piccoli gruppi come un fastidio laddove è una minaccia seria lo spettro della mobilitazione delle magliette rosse. E’ saggio per NDM dissociarsi dal gruppo.
Ma è anche possibile che NDM provi ad aprirsi un proprio spazio politico, libero dal bagaglio della politica di colore che ha diviso la Thailandia in due per un decennio. L’idea di cominciare da capo è una tentazione, specie per i giovani idealisti che avevano solo 12 anni all’inizio della crisi, quando le magliette gialle arrivarono nel 2005 per le strade di Bangkok.
Anche alcuni analisti lo trovano intrigante e pensano che NDM potrebbe essere la terza via per uscire dallo stallo mortale del paese. Questo sembra sottostimare quanto sia profondo il solco della polarizzazione della Thailandia, ma soprattutto non comprendere dove NDM si posizioni.
Che sia la loro intenzione o meno, criticar i militari e Prem e chiedere il ritorno della democrazia li fa allineare fortemente col movimento delle magliette rosse e tirerà l’odio degli ultra nazionalisti monarchici che sostengono il golpe. Se esiste un terreno di mezzo nel paese NDM non vi si trova sopra.
Ci sono vari fattori che si oppongono ad un movimento studentesco che prenda piede in Thailandia. L’attivismo nei campus è praticamente inesistente da quella atrocità del massacro del 1976. La vita degli studenti è diventata sempre più militarizzata, come lo testimoniano le uniformi e i rituali controversi di benvenuto inflitti ai nuovi iscritti. Il corpo studentesco è depoliticizzato e non ha più la memoria istituzionale necessaria a facilitare un movimento significativo.
In aggiunta a ciò c’è il fatto che gli studenti provengono dai settori più privilegiati della società specialmente nelle università di elite della Chulalongkorn e Thammasat. Nel clima attuale si allineerebbero più col lato opposto della divisione politica.
Si è detto che la non affiliazione del NDM con un partito politico è ammirevole e mantiene la loro integrità. Questo può essere vero ma li priva anche di risorse di mobilitazione. Sebbene il movimento delle magliette rosse non fosse riuscito a superare gli ostacoli strutturali che trovò, ebbe grande successo nel portare la gente per le strade. Forse anche per la sua relazione col Puea Thai che li assisteva con finanziamento, organizzazione a livello locale e nazionale, infrastrutture di comunicazione, abilità, esperienza, oltre a dare capi protesta carismatici.
Gli stessi studenti sembrano avere una valutazione realistica del ruolo che giocano. In un’intervista di giugno, un militante noto di Khon Kaen descriveva NDM come la mosca che disturba il gatto che sta mangiando e che non si gode il suo pranzo.
La metafora sembra goffa ma descrive bene la situazione. Benché la morsa sul paese da parte della giunta sembri ferma, sarebbe una tragedia se fosse lasciata a governare senza un ostacolo. Gli studenti sono i soli a porre un costo su di loro per la loro presa del potere.
La metafora funziona perché una mosca è invulnerabile alle zampe e ai morsi del gatto, cosa che ci potrebbe dare anche un’idea su come lavori tatticamente il movimento studentesco. Nonostante siano stati arrestati tante volte, non sono mai stati accusati di qualcosa. La giunta forse ha fatto un’analisi di costi e benefici, per cui è meno problematico che gli studenti facciano le loro piccole proteste di quanto lo sarebbe arrestarli e fronteggiare la critica locale ed internazionale. Usando la loro debolezza a proprio vantaggio gli studenti spingono fino al limite per cui possono farla franca.
Questa strategia comunque ha i suoi rischi. Gli studenti sanno bene che il gatto che stanno facendo irritare ha delle unghia molto affilate. La combriccola che ora dirige il paese proviene dal 21° reggimento di fanteria denominato “Le tigri della regina”. Il duro generale diventato primo ministro Prayuth proviene da questi, come il suo vice Prawit Wongsuwan che si dice sia il vero intermediario dietro Prayuth. La fazione delle “Tigri dell’oriente”, come sono conosciuti talvolta, sono dei forti monarchici e giocarono un ruolo fondamentale nella repressione delle manifestazioni del maggio 2010 che fecero 86 morti disarmati. Molti morirono per una sola pallottola alla testa, un’esecuzione da precisione mortale da parte dei cecchini militari.
Non ci dovrebbero essere dubbi su quanto possa essere spietata questa giunta.
Un’altra minaccia al gruppo degli studenti proviene dai sostenitori dei militari della destra estrema. Il movimento monarchico nazionalista nelle sue varie forme si è rafforzato quando i militari hanno preso i potere lo scorso anno. Nelle vetrine ci sono i manifesti che dichiarano il sostegno ai militari thai e il colo r khaki è diventato il colore di rigore nella capitale. Una popolare maglietta verde dei militari, che si vede spesso in giro, porta un testo in giallo che proclama “Siamo cittadini del Re”. Sebbene magliette che dichiarino l’amore per il re sono sempre state comuni in Thailandia, la scelta del colore dell’esercito è nuova e indica un matrimonio virulento del nazionalismo monarchico e del militarismo.
C’è la sensazione che la società thai stia ondeggiando verso destra in un modo che non si vedeva dal massacro del 1976. L’anniversario recente di quella tragedia dovrebbe fare da avviso di come il movimento di Nuova democrazia sia gravemente esposto alle folle di destra.
Questi sono pericoli reali e gli studenti devono essere celebrati per il loro essere bravi e per il sacrificio.
Fastidiosa la giunta lo ricorda che c’è una prezzo da pagare per prendere il potere e distrarlo da qualche suo fine maggiore. L’azione degli studenti porta anche speranza ed ispirazione per gli altri. La prospettiva per il paese è nera al momento ma è in attesa una movimento più vasto che si nasconde dalla vista. La coscienza insorgente è forte e le risorse organizzative sono ancora intatte dalle precedenti scorribande.
Se si presenta l’opportunità politica allora le condizioni sembrano adatte ad altri movimenti di massa che potrebbero seriamente sfidare la giunta.
Finché non giunge quel momento ci si dovrà limitare a punzecchiare la tigre.
James Buchanan, TheDiplomat