La decima sessione dell’Assemblea Nazionale del Vietnam, apertasi il 20 ottobre, si sta quasi per chiudere con diciotto leggi approvate nel periodo di 31 giorni.
La più dibattuta è la bozza della Legge dei Media che accenderà probabilmente un dibattito acceso e tanta azione di Lobby prima del dodicesimo congresso del Partito Comunista Vietnamita (PCV). La bozza contiene sei capitoli e 59 articoli tra i quali 29 articoli emendati dalla legge attuale in vigore.
A settembre scorso, il governo annunciò il piano per una vsta revisione del settore dei media di proprietà dello stato che porterebbe al consolidamento dei media e alla perdita di 10 mila posti di lavoro. La bozza di legge dei media restringerebbe il potere dello stato e di entità provinciali ad avere propri organi dei media e tutti sarebbero posti sotto il controllo dei comitati del partito.
Cosa spinge ad approvare questa legge dei media? Mentre il vice ministro dell’informazione Truong Minh Tuan parla di esigenze di “efficienza”, la ragione vera è il controllo. Nonostante il fatto che non esistono media indipendenti in Vietnam, i 1100 media presenti articolano un vasto campo di interessi ed opinioni.
I conservatori del partito sono preoccupati che il mero numero degli organi dei media abbia portato alla “commercializzazione”. Dopo aver perso i sussidi governativi, hanno bisogno di pensare a dei profitti. E lo hanno fatto allettando i lettori con storie sensazionali “sensazionali, sessuali e sdolcinate”, 3S, oppure con l’aggressività nelle notizie superando spesso i confini di ciò che è ammissibile.
Un decreto del novembre del 2013 spostava la responsabilità per gli organi dei media alla polizia quando si tratta di storie a contenuto 3S, ma le forze del mercato e la competizione hanno assicurato che in realtà non accadesse. I militari ogni giorno lamentano che questa situazione ha portato ad un “impatto negativo sulla pubblica opinione”
Il solo numero di media e la proliferazione dei siti di media sociali rende sempre più difficoltoso mantenere il controllo ed il monitoraggio da arte del Ministero della Sicurezza Pubblica e del comitato del Partito per l’ideologia e la propaganda. Sembra infatti che siano stati presi di sorpresa da un giornalismo aggressivo da parte di un giornale ed abbiano adottato la misura estrema di arrestare l’editore e di chiudere il giornale nel febbraio scorso con il licenziamento o la riassegnazione di editori e giornalisti.
La legge dei media accresce il controllo attraverso l’adozione di nuove vigilanze, ulteriore pressioni sull’editore, controllo del personale e la licenza annuale. Si amplia il campo delle pene possibili per chi viola le norme sui contenuti.
La legge mostra anche la stanchezza dei conservatori del partito nei confronti del regionalismo e restringe i diritti delle città o dei dipartimenti provinciali ad avere il proprio organo di stampa, mentre a molti dipartimenti sarà permesso di avere solo dei mensili. Sono anche limitati gli ambiti delle notizie per specifici media, con restrizioni sugli argomenti e limitazioni sui contenuti di notizie dall’estero.
Molti dei media che restano faranno rapporto alle alte sfere del PCV. Il quotidiano Tuoi Tre, quotidiano riformista è tecnicamente un braccio della lega dei giovani comunisti di Ho Chi Minh City. Con la nuova legge dei media sarà posto sotto un controllo i gestione più alto, come il comitato del Partito di Ho Chi Minh il cui responsabile è nel Politburo. Si vocifera che il prossimo responsabile sarà proprio il ministro della pubblica sicurezza Tran Dai Quang.
Allo stesso tempo i media più grossi che già sono controllati dal governo centrale e dagli organi di partito avranno la loro presenza sulle piattaforme multimediali. SI parla della Vietnam News Agency, Voice of Vietnam radio, Vietnam Television, Il canale della Vietnam Defense Television, dei giornali Nhan Dan, Bao Quan Doi Nhan Dan ed altri.
Il bisogno di piattaforme multimediali è troppo chiara dal momento che i vietnamiti fanno un elevato uso della rete 3G e ora 4G e della penetrazione di internet, che ha raggiunto una media nazionale del 48%, per ricevere notizie attraverso i media sociali.
Il Vietnam continua ad avere la rete internet più controllata della regione specialmente per i contenuti e la violazione dei diritti dell’utente. Mentre il governo prova a reprimere i media sociali illegali, ed ad ottobre è stato chiuso un sito di notizie online clandestino con l’arresto di sette persone, la tecnologia a disposizione permette molti modi di aggirare le limitazioni.
Ci si attende che la legge sia accolta con molte critiche e resistenza da parte dei media già irritati dalla censura e dai controlli. Cosa importante è che è destinata a fallire perché non è al passo con la tecnologia, la realtà e gli interessi del pubblico.
Forse ad interessare sono più le personalità e la politica dei dettagli stessi della legge.
Nel 2014 i conservatori del partito avevano sollevato l’allarme che molte delle decisioni politiche ed economiche erano state devolute ai tecnocrati nel governo lontano dagli organi del partito. Ed i conservatori avevano sostenuto Dinh The Huynh come prossimo segretario generale. E’ l’ideologo principale del PCV in quanto presiede la commissione della propaganda e dell’istruzione del comitato centrale e presiede il consiglio centrale sul pensiero politico.
Dinh The Huynh è anche uno dei soli sei membri rieleggibili al 12° Politburo senza dover ricevere un fermo per l’età. Nel 2014e 2015 Huynh fece campagna attiva per il paese in cui chiedeva di riaffermare l’autorità degli organi di partito.
Sembra che i conservatori abbiano già perduto molte battaglie importanti. La politica resta opaca e ci sono state alcune rivelazioni sulla selezione della dirigenza alla sezione plenaria del congresso ultimo. Ma il rapporto politico rafforza ulteriormente una visione di maggiore riforma ed integrazione con l’occidente, ed i propositori di questa strategia sembra saranno in posizione centrale nel 2016.
Sembra che l’ultima posizione dei conservatori e di Huynh sia il controllo del partito sui media. Poiché Huynh non è parlamentare ma ha una posizione nel partito, la legge dei media è stata proposta dal ministro dell’informazione Nguyen Bac Son che sostiene con forza un maggiore controllo del partito.
Eppure il ministro dell’informazione e comunicazione è sotto l’egida del vice primo ministro Vu Duc Dam, uno dei riformatori di spicco allineato col primo ministro Nguyen Tan Dung. Giovane, conscio dei media ed istruito in occidente, è l’ultima persona che ci si aspetta sostenere la legge. Tuttavia il suo portafoglio di vice primo ministro include gli affari sociali e culturali. Aver spinto Dam ad approvare la legislazione è una pillola al veleno.
E’ possibile che chi difende la riforma semplicemente l’accetti come puro espediente politico ed in vista della più importante agenda economica al 12° congresso. Ma è chiaramente un passo indietro per gli sforzi contro la corruzione, la responsabilità del governo e il settore dei media in crescita.
Se si approva la nuova legge dei media, sarà applicata su base triennale nel 2016 con l’intero processo di consolidamento da completarsi per il 2020 prima del 13° congresso del Partito.
Zachary Abuza, National War College, NewMandala