Il governo laotiano si fa pagare in natura per i servizi essenziali offerti dai villaggi poveri del Laos centrale. Lo si legge in un articolo di Richard Saisomorin su Laotimes.com.
Gli abitanti della provincia di Bolikhamxay dicono che sono stati costretti a pagare per le strade e l’elettricità con l’unica moneta utile a loro disposizione, gli alberi di palissandro.
Otto anni fa l’ente statale dell’elettricità Laotiano, EDL, cominciò a connettere alla rete nazionale i villaggi e le famiglie del Laos Centrale. Ogni famiglia doveva consegnare cinque alberi di legno duro che di solito era la specie in via di estinzione del palissandro. “Chiedono ad ogni famiglia se vogliono l’elettricità e poi vanno a controllare i giardini delle famiglie alla ricerca di alberi grandi” dice un testimone, Boun, a LaoTimes.
Tutte le consegne erano accumulate nel campo di una scuola e poi piano piano erano portate via prima dall’ente elettrico e poi dal ministero delle foreste per il pagamento per la protezione dagli incendi.
“Gli alberi, sembra, sono una moneta legale” dice l’autore. Naturalmente stando ai prezzi di mercato l’elettricità è stata pagata a caro prezzo, se è vero che un metro cubo di palissandro, come di altri legni pregiati, costa 50 mila dollari in Cina.
Il dipartimento delle foreste laotiano afferma che nel 2010 il Laos aveva una copertura arborea del 40% , circa 9.5 milioni di ettari, come lo sarebbe tuttora. Secondo la World resources Institute la cifra sarebbe esagerata. Resterebbe solo il 9% della foresta primaria laotiana e tra il 2001 e il 2014 si sarebbero distrutti 1.6 milioni di ettari di foreste.
Secondo un rapporto del WWF di ottobre, esiste una grande disparità di dati tra il legname registrato come esportato dal Laos e quello importato dalla Cina e dal Vietnam che sono i due paesi che coprono il 96% del legname laotiano. Lo scorso anno il valore del legname esportato dal Loas era di 1.7 miliardi di dollari. Nel 2013 il Laos ha esportato 1.4 milioni di metri cubi di legname verso Cina e Vietnam mentre il Laos ne denuncia solo un decimo.
Le imprese che gestiscono questo immenso traffico sono compagnie come la Phonesack che ha legami forti con ministri importanti, con l’appoggio significativo dei militari laotiani e vietnamiti.
A guadagnarne non sono solo le elite del partito maanche imprese di stato come appunto EDL.
Dice Boun nell’articolo: “Vogliono quegli alberi che ci vogliono due persone per abbracciare il tronco. Senza i cinque alberi ti tassano con un sacco di soldi. Quando abbiamo avuto l’elettricità tutti i grandi alberi sono scomparsi”.
Questo modo di farsi pagare in natura risalirebbe alla fine della guerra del Vietnam, in cui il Laos è stato pesantemente coinvolto, quando il governo per fare le strade nelle aree remote si faceva pagare in legname duro.
Ma questo farsi pagare in natura verso le imprese di stato non è terminato neanche dopo un primo decreto ministeriale del 2008 che proibiva il taglio del palissandro domestico e dopo il divieto del 2011 del commercio ed esportazione del legname di palissandro.
“Prima delle strade e dell’EDL, la gente ricavava il 90% di quello che usava per mantenersi dalla foresta. Funghi, germi di bambù, foglie .. alcuni li vendevano per comprare riso e sale. Pescavamo nei fiumi, mentre le aree umide ci davano pesce, granchi e radici di loto. Ora pesce e aree umide sono scomparse…. La gente aveva bisogno di strade per andar a scuola e al merato. All’inizio nessuno notava che gli alberi scomparivano, ne avevamo tanti. Ma ora la richiesta di legname è cresciuta”
E con la richiesta enorme di legname cresce anche la paura di parlare di questo diboscamento illegale. Chi parla, cittadino comune o militante di ONG, non rischia mai di dare il proprio nome per paura di rischiare per la propria incolumità.
“Spendiamo una fortuna con i soldi di chi paga le tasse per provare a salvare una piccola area di foresta. Quando il progetto si chiude, i militari o la gente farà il taglio del legname. Non capisco perché ce ne preoccupiamo. Possiamo sentire il rumore delle seghe qui vicino. Pagano 20 dollari a notte per tagliarli e danno pure le anfetamine per farli continuare a lavorare.” dice un consulente di un fondo tedesco per il REDD.
L’articolo raccoglie la testimonianza di un ex contadino, trasferitosi a Vientiane perché il suo terreno fu sequestrato per dare spazio ad una diga, che ha lavorato al diboscamento per l’EDL.
“Se il governo non sene frega nulla, perché dovrebbe fregarmene? Non è la mia terra. La mia l’ho persa per fare la diga. Non riesco a vivere dalla campagna e allora faccio scambi di alberi”.
A Bolikhamxiay non c’è solo la corrente da pagare. Bisogna riparare la vecchia strada che è ormai dissestata per le piogge monsoniche. Un altro pagamento in natura dello stato laotiano si avvicina.
“Ne abbiamo parlato col ministero delle opere pubbliche e sembra che dobbiamo sacrificare i nostri alberi rimasti per rifare la strada”.
Questo pagamento in natura, sostiene Boun, si divide anche lungo la gerarchia del partito e dello stato per rimpinguare i bassi salari dei burocrati. Il capo villaggio per esempio prende 10 dollari al mese.
Ma qual’è il vero costo di questo pagamento in natura per gli abitanti e l’ambiente?
“Sappiamo tutti che il palissandro è tagliato dagli abitanti stessi, dai militari,dai burocrati. E imprese vietnamite e cinesi hanno la licenza di costruire dighe, oppure miniere di carbone o di ferro anche se non esistono dati e prove dell’esistenza di questi minerali. Poi tagliano le foreste e dicono di non essere riusciti a trovare nulla, ma hanno preso milioni di dollari dagli alberi venduti. Sotto il governo laotiano la povertà è cresciuta insieme alla quantità di dati falsi. Non esiste un futuro se il presente significa avere una pancia vuota” dice David Dent che lavora nella gestione degli acquiferi per un progetto straniero.