La prima è la scelta di porre sotto stretto controllo Thai Health Promotion Foundation, Thaihealth, che ha un budget da 5 miliardi di Baht fondato 15 anni fa e finanziato da tasse sul tabacco e sull’alcol. ThaiHealth nei suoi progetti finanzia,tra l’altro, alcune voci giornalistiche come IsraNews e PbThai News, le quali più volte sono andate a spulciare nei lavori del governo facendo irretire il generale Prayuth e amici. Di questa questione ne riparleremo al più presto.
La seconda scelta è di rivedere il sistema sanitario thai, promosso dal governo di Thaksin Shinawatra, denominato “Programma di copertura universale da 30 Baht”.
Più volte la giunta Prayuth si è sentita solleticata dal toccare questo programma che tocca 48 milioni di persone che con soli 30 baht, 75 centesimi di euro, possono curarsi negli ospedali pubblici e privati convenzionati che ricevono, a loro volta, 3000 baht a paziente da usare per assumere personale medico in più, migliori equipaggiamenti o altre spese operative.
Nel 2006, la giunta militare che abbattè il governo Thaksin decise di mantenere il sistema sanitario eliminando anche la spesa dei 30 baht a persona, per cui tutta la spesa sanitaria è a carico dello stato. All’interno della spesa sanitaria ci sono comunque situazioni di reale privilegio a carico di settori della burocrazia e del settore pubblico a cui accenniamo in seguito.
Questo programma è gestito da National Health Security Office (NHSO) che è differente dal ministero della salute e da Thaihealth.
Questa spesa a detta dei ministri della giunta pone dei problemi di sostenibilità economica in quanto servono 30 miliardi di baht. Poi se si guarda un bilancio del governo thailandese, ci si accorge che si aggira tra i 2000 e i 3000 miliardi. La spesa sanitaria non è quindi granché.
Basti pensare che il governo thailandese spenderà per combattere l’insorgenza nel profondo meridione thailandese 30 miliardi di Baht. E’ davvero così insostenibile la spesa sanitaria?
Il problema vero è anche che non è il ministro a controllare questa spesa, e quindi non è la giunta militare, ma è appunto NHSO.
Un altro problema è che la casta dei medici continua da sempre a lamentarsi che questo progetto taglia molti loro interessi. Se finora non è mai stato toccato è perché garantisce agli strati più poveri un minimo di sicurezza. Toccare questo schema sarebbe un’operazione ad alto rischio socio-politico.
Più volte è apparsa, infatti, la notizia sui giornali sulla necessità di toccare questo capitolo di spesa e ogni volta la giunta Prayuth ha negato di volerla toccare. Ma la realtà è differente, come scrive il Prachatai che ha intervistato un ex responsabile del NHSO Nimit:
“Parlando francamente, dopo la salita al potere dei militari, la copertura sanitaria in Thailandia è diventata veramente problematica e subiscono i pazienti. Dicono che è buona cosa e non la vogliono distruggere, ma il loro comportamento è opposto…. Oltre alla restrizione del budget sotto la nuiova politica la risoluzione impedisce agli ospedali di spendere altro per i lavoratori della sanità che lavorano ore in più…. A parte sugli effetti su chi fornisce un servizio sanitario pubblico, i privati ne saranno toccati perché da ora gli ospedali privati non vorranno dare i servizi sotto loschema universale a causa delle complicazioni nell’allocazione del budget, ha detto Nimit..
Un’implicazione importante sulla risoluzione del nuovo budget sanitario è il fatto che NHSO non potrà più procurare medicine e protesi dall’organizzazione farmaceutica del governo, GPO, perché il consiglio di stato ha concluso che queste spese non fanno parte del budget sanitario pubblico..
Gran parte della gente pensa che non dovrebbe essere un problema perché gli ospedali possono comprarsi le medicine da soli, dimenticando però che comprando le medicine er tutti a livello nazionale NHSO ha più potere contrattuale ed ottenre medicine ed altro a prezzi migliori…”
Quindi la sanità pubblica della politica da 30 baht, la si sta toccando, al contrario di quanto sostengono i militari.
Nello stesso articolo del Prachatai si puntualizza anche qualcos’altro su questa legge che non è affatto perfetta.
“Secondo Sureerat Treemaca del Movimento popolare del sistema sanitario, ci sono grandi contrasti tra il numero di dottori nelle città e nelle aeree rurali in primo luogo, ed una differenza enorme tra il budget samitario per i burocrati del governo e quello di tutti gli altri.
I dottori sono più concentrati nelle città perché possono trattare pazienti con tutte le malattie, guadagnare di più e studiare meglio.
Un altro problema è l’ineguaglianza nella politica sanitariaa. Il budget per i trattamenti sanitari dei burocrati del governo è illimitato, mentre gli altri coperti da sicurezza sociale e lo schema della copertura sanitaria ottiene trattamenti limitati e medicine meno costose, dice Sureerat.
Dacinque a sei milioni di lavoratori del governo e famiglie consumano da sei a sette miliardi di baht per la salute, pagati dal dipartimento generale del governo laddove dieci milioni di persone con la sicurezza sociale consumano da due a tre miliardi di baht e gli altri che sono la maggioranza consumano da 10 a 20 miliardi l’anno.”
Disparità nella spesa sanitaria a favore di chi già sta bene, solo le briciole nelle zone rurali. Nel totale per 65 milioni di thailandesi il costo da 30 miliardi di baht per la spesa sanitaria sembrano ben spesi. Ci sarebbe forse la necessità di eguagliare la spesa per abitante.
Infine citiamo quanto apparso sul TheGuardian a proposito di alcuni meriti di questo sistema di copertura sanitario thailandese.
“Il risultato della copertura saniaria universale in Thailandia è stata una caduta significativa della mortalità specie infantile e di bambini, con la mortalità infantile scesa a 11 su mille, ed una buona crescita dell’aspettativa di vita che ora si attesta a 74 anni. Grandi risultati per un paese povero. Ci sono state rimozioni grandiose di disparità nella mortalità infantile tra le zone più riche e più povere del paese, tanto cje il tasso di mortalità infantile basso è condiviso dalle parti più ricche e più povere del paese.”