Tra qualche giorno cade il primo anniversario dell’incidente di Mamasapano, quando morirono 44 poliziotti speciali filippini, 9 membri del MILF e cinque civili durante un’incursione delle forze speciali nei territori attigui a quelli del MILF dove si nascondeva il terrorista malese Marwan, oggetto dell’incursione.
Fu definito come incidente, massacro, scontro, ed ha definito praticamente lo stallo della legge BBL, che istituisce la unità politica autonoma Bangsamoro a Mindanao, ed ha aperto una grave crisi nella presidenza Aquino.
Ad un anno il vecchio marpione della politica filippina, Juan Ponce Enrile, ex ministro del dittatore Marcos, misero golpista contro la Corazon Aquino, finito in galera per lo scandalo dei fondi statali del Pork Barrel arenatisi nelle sue tasche e poi liberato dai suoi amici nella corte suprema con una sentenza raccapricciante, il sempre vivo Juan Ponce Enrile ha chiesto ed ottenuto una riapertura dell’inchiesta del senato su Mamasapano dicendo che c’erano nuove prove da valutare.
Con le elezioni alle porte ed un fronte di politici che hanno provato a fare fortuna su questa tragedia, questa richiesta di riaprire le indagini su Mamasapano vuole, per prima cosa,
non fare approvare alcuna legge per la Bangsamoro e rispedire nel passato la questione Moro.
Traduciamo un commento di un giornalista filippino a riguardo, Luiz Teodoro, che analizza la politica complessiva di Aquino sulla pace anche se non sempre in modo condivisibile.
Architetto e sabotatore
E’ stata proposta dal Senatore Juan Ponce Enrile, che afferma di avere nuove informazioni rilevanti per stabilire quello che è successo, una nuova indagine del Senato sull’incidente di Mamasapano in coincidenza col primo anniversario del 25 gennaio.
Ma cadendo nel periodo antecedente alle elezioni di maggio, la nuova indagine servirà solo a rafforzare le mire politiche dei senatori che corrono o per la rielezione o per altre mire. Non darà risultati differenti, e riaffermerà probabilmente la conclusione del comitato del Senato sull’ordine, pubblico presieduto da Grace Poe candidata alla presidenza delle Filippine, secondo cui si trattò come percepito a livello popolare di “un massacro”.
Mamasapano affondò quello che sarebbe stato altrimenti un viaggio facile per l’approvazione della Legge Fondamentale della Bangsamoro. Una combinazione di bigotteria del congresso, di politica e mancanza di idee ne ha impedito finora l’approvazione.
Ma questo scoglio è conseguenza fondamentale del proprio fare del presidente Aquino: dopo tutto fu lui ad approvare l’operazione di polizia di Mamasapano, nonostante le sue implicazioni sul processo di pace. Si supponeva che la BBL, indispensabile alla realizzazione dell’accordo Comprensivo sulla Bangsamoro, CAB, firmata dal MILF ed il Governo Filippino, e la fine delle ostilità tra governo e MILF, sarebbero state l’eredità dell’amministrazione Aquino.
La relativa velocità con cui il processo portò alla firma del CAB, che includeva incontri facilitati dagli USA tra Aquino e il comando del MILF, fu salutata a livello mondiale nel 2014, e si pensò che non ci sarebbero stati ostacoli al passaggio finale della BBL e alla creazione di una regione autonoma su cui il MILF avrebbe avuto il controllo.
L’incidente di Mamasapano del 25 gennaio 2015 cambiò tutto. Lo scontro tra le forze del SAF della polizia filippina e vari gruppi armati, che costò la vita a 58 persone di cui 44 poliziotti, fornì l’occasione all’espressione chiara di riserve, nella maggioranza non musulmana, sulla saggezza sia dell’accordo di pace che della “garanzia” del governo di una autonomia musulmana.
Un’indagine statistica del marzo 2015 di Pulse Asia, trovò che il 44% dei filippini si opponevano al passaggio della legge BBL. I politici furono veloci nello sfruttare quello che percepirono una rabbia pubblica grande per l’incidente e i dubbi sulla sincerità del MILF, le cui forze, che comunque subirono delle perdite, furono coinvolte negli scontri.
Facendo eco ai sentimenti antimusulmani vari senatori e deputati definirono l’incidente un massacro, affermando che era una prova indiscutibile del tradimento e di insincerità del MILF. Deputati e senatori contro la legge continuavano a tenere audizioni che servivano solo a confermare le loro idee. Introdussero anche emendamenti in continuo alla bozza di legge BBL, mentre rendevano problematico il passaggio della legge durante il periodo di Aquino.
Chiaramente in reazione all’incidente di Mamasapano, il 20 maggio un comitato ad hoc della camera bassa introdusse e approvò la propria versione del BBL. Il Senato fece seguire la sua legge della regione autonoma Bangsamoro che fu introdotta 11 agosto.
Questi furono i risultati di alcuni delle più sfrontate espressioni del pregiudizio antimusulmano dal 2000, quando la politica della guerra totale contro il MILF dell’allora presidente Estrada fu ricevuta con grande entusiasmo persino dai media.
Con un occhio alle elezioni del 2016, tra i senatori che non nascondevano il proprio pregiudizio c’erano Alan Cayetano e Ferdinando Marcos che ora gareggiano per la vicepresidenza.
L’assurdità dei parlamentari era ovvia nei commenti secondo cui la BBL avrebbe portato alla secessione, ma quello che fu ancora peggiore fu che nessuno tra gli oltre 200 signori e signore del Congresso Filippino sembrò capire che l’autonomia di Bangsamoro era parte degli interessi strategici dell’amministrazione Aquino e dei suoi patroni, gli USA.
Gli USA erano stati parte del processo di pace sin dal 2003, quando il capo del MILF di allora Hashim Salamat scrisse al presidente Bush per avere aiuto nel facilitare un accordo di pace tra il MILF e l’amministrazione Arroyo di allora. Salamat si appellò al “principio fondamentale della eguaglianza e al senso di giustizia” per giustificare l’intervento USA negli affari interni delle Filippine.
L’ambasciata americana e l’Istituto della Pace USA, secondo vari cablogrammi di Wikyleaks, ingaggiarono dei negoziati col MILF in cui l’allora ambasciatore americano viaggiò persino a Mindanao per incontrare la dirigenza del MILF nel suo quartier generale.
L’amministrazione Bush vide chiaramente nell’appello di Salamat un’opportunità per accrescere le mire economiche e strategiche nelle Filippine che includevano l’accesso delle multinazionali USA alle risorse naturali della prospettata regione autonoma del MILF, come pure la possibilità di ottenere diritti a basi militari.
Mindanao produce quasi la metà delle richieste alimentari filippine. Ci sono riserve di oro e nichel. Alcune stime valutano che il mare di Mindanao contiene 67 milioni di barili di petrolio e 228 miliardi di metri cubi di petrolio. Nell’attuale periodo americano di Perno per l’Asia le truppe americane nelle Filippine hanno avuto base a Mindanao per oltre un decennio, sebbene presumibilmente solo su base temporanea secondo l’accordo VFA.
Durante l’era di Arroyo, i portavoce del MILF iniziarono a a far girare attraverso i media filippini l’apertura del gruppo ad avere basi militari USA nei possibili territori autonomi del MILF. Sebbene gli affari esteri fossero una questione nazionale del governo che ha il potere esclusivo di permettere o meno basi militari estere, il MILF aveva tanto da dire sulla questione nel caso fosse sollevata e nel caso che sia mai realizzata l’entità autonoma Bangsamoro.
Queste considerazioni aiutano a spiegare l’entusiasmo americano ed il sostegno all’accordo di pace tra MILF e governo filippino. Sia il sostegno americano ed i suoi propri interessi, d’altro canto, spiegano la velocità con cui l’amministrazione Aquino giunse all’accordo col MILF. C’è ovviamente anche il fatto che tra le insorgenze musulmane del mondo il comando del MILF ha provato essere uno dei più accomodanti e più volenterosi al compromesso.
L’amministrazione Aquino vede anche il raggiungimento della pace nelle aree musulmane di conflitto a Mindanao come fondamentali per la sua attenzione continua a porre fine alla guerriglia comunista vecchia di 46 anni solo con mezzi militari. La pace col MILF libererebbe le truppe per combattere in quelle aree di Mindanao dove NPA è attiva e dove, secondo l’intelligence militare, è più forte. Detta semplicemente la politica di Aquino è la pace col MILF e guerra con NPA.
Ma l’incompetenza dell’operazione di polizia a Mamasapano ha posto a rischio l’intero processo di pace col MILF, scombussolando i calcoli sanguigni dei militari di poter soffocare alla fine NPA dopo anni di minacce irrealizzate. L’operazione ignorò gli accordi di pace tra il MILF e il governo, ed ebbe luogo con l’approvazione dello stesso Aquino, un’altra dimostrazione della sua incapacità come guida politica.
Il principale difensore e architetto del processo di pace, inteso come parte integrale del progetto di permettere l’entrata alle truppe USA e alle multinazionali a Mindanao e di sconfiggere NPA, è stato il più efficace sabotatore.
Luis V. Teodoro, www.luisteodoro.com