Il museo archeologico che racconta la storia dell’antico regno arakanese di Mrauk-U, uno dei siti culturali più importanti della Birmania, è ospitato in una costruzione di un piano senza pretese che porta un’insegna consumata a cui mancano delle lettere.
Posizionata sul terreno del vecchio palazzo reale, una una stanza principale e tre stanze laterali dove si possono trovare incisioni in pietra, squisiti Buddha di bronzo e mattonelle smaltate bellissime. Alcuni pezzi risalgono al secolo VIII, mentre molti risalgono ai secoli XV e XVI, quando il regno di Arakan di Mrauk-U, nella parte settentrionale dell’attuale stato dell’Arakan, era nel suo splendore.
Lo stato del museo, dalle volta basse, illuminato male, senza visitatori e con i tesori messi in mostra a caso, riflette lo stato di questa antica città, piena di magnifiche rovine dimenticate che hanno bisogno urgente di lavori di restauro.
Non sono venuta nella città di Mrauk-U per godere della sua vista, ma per partecipare e moderare una conferenza etnica tenutasi qui. Pensavo di intervistare gente dell’Arakan colpita dagli scontri armati tra ribelli dell’Armata dell’Arakan e i militari. Quest’ultimo piano è stato annullato a causa della burocrazia nota per essere vaga e per creare confusione.
Mi fu detto che per visitare i villaggi avevo bisogno del permesso da parte del ministro dell’informazione a Sittwe. Ma una volta lì, mi informarono che avevo bisogno di permessi da altri quattro uffici tra i quali il ministro degli affari di frontiere e del ministro dell’immigrazione e popolazione, per i quali non c’era più tempo. A Mrauk-U l’amministratore della città mi suggerì di ritornare a Sittwe per le autorizzazioni.
Determinata a non sprecare questo viaggio, decisi di visitare Mrauk-U, un patrimonio leggendario ma difficile da raggiungere che volevo visitare da tanto tempo. Quello che trovai fu una cittadina piccola, polverosa ma vivace posta tra gli splendori diroccati di tempi buddisti del XV e XVI secolo.
Gli stupa buddisti di Mrauk-U sono oscuri, dalle mattonelle coperte di muschio a causa delle estati calde e delle forti piogge monsoniche che conferiscono loro un’aura più austera, una sensazione del vecchio mondo, diversamente da quelli dorati comuni in Birmania. Molti non hanno più tetti e la vegetazione cresce intorno a molti di loro e le statue del Buddha che rinforzano la sensazione di vedere il mondo attraverso un filtro o di essere stati trasportati in un’era del passato.
All’interno evocano timore con i lunghi passaggi in pietra isolati decorati di intricate figurine intagliate e migliaia di Buddha di varia forma e dimensione. Non ci sono così tante pagode come a Bagan, il complesso buddista antico della Birmania centrale, dove le autorità hanno cacciato i villaggi dalla zona archeologica per promuovere il turismo e la costruzione di hotel di proprietà ben connesse con chi sta in alto.
Qui la storia esiste tra la comunità etnica attiva arakanese a creare un senso unico do una storia continua e vivente. Mrauk-U fu la capitale del Regno dell’Arakan che cadde nel 1784 sotto la dinastia birmana Konbaung. Al massimo del loro splendore i re arakanesi controllavano un’area che copriva parti del Bengala orientale, l’Arakan attuale e la parte occidentale della Bassa Birmania.
Se la si paragona a Bagan, Mruak-U riceveuna piccola frazione di turisti anche per la difficoltà di raggiungerla. Non ci sono voli diretti ed il solo modo di raggiungerlo è un viaggio in barca di tre ore dalla capitale dello stato Sittwe sul fiume Mrauk-U, oppure un lungo viaggio in auto. La gente del posto dice che a scoraggiare i turisti quest’anno ci sono state le incertezze delle elezioni di novembre, mentre la città ha sofferto l’alluvione più brutto negli ultimi 50 anni che ha recato danni all’economia locale ed ha peggiorato lo stato delle strade polverose e piene di buche.
Un altro deterrente, di cui la gente non ama parlare, è la violenza settaria del 2012 a Mruak-U e nelle altre città della regione, che hanno lasciato sia i Rohingya Musulmani che le comunità buddiste arakanesi profondamente feriti e segregati raggiungendo i titoli di testa dei giornali internazionali.
Uno dei siti pù famosi e grandiosi è il tempio Shite-thaung, il tempio delle 80 mila immagini, costruito nel 1535, dove cinque percorsi vantano 80 mila immagini di Buddha, statue ed incisioni. Nonostante la sua bellezza, il mal pianificato ripristino del tempi vari anni fa da parte delle autorità locali ci dà un’avvisaglia di quello che potrebbe accadere se si applicano metodi di costruzione che danneggiano le strutture storiche. Sullo stupa do Shite Thaung, la cima fu ricostruita col cemento in forte contrasto con il resto del materiale da costruzione. Non solo sembra nuovo e fuori luogo, la gente dice che non invecchierà allo stesso modo.
In questo sta il dilemma che si trova di fronte Mrauk-U. Ha dolorosamente bisogno di sostegno e finanziamenti per mantenere il suo ricco patrimonio culturale che si deteriora rapidamente. Ma se vuole mantenere il suo patrimonio è estremamente importante che si conservino e restaurino le strutture antiche , non rinnovate come hanno fatto le fanatiche autorità a tanti templi antichi di Bagan al punto di diventare indistinguibili l’uno dall’altro.
Nel 2014 i rappresentanti dell’UNESO iniziarono una discussione con la Birmania per inseriere Bagan tra i siti Patrimonio dell’UNESCO, ma gli sforzi furono complicati dai rinnovamenti controversi del governo, definiti dai rappresentanti dell’ONU in stile Disney, dall’espansione degli hotel e dagli sfratti ai villaggi.
A Mrauk-U devono condurre gli sforzi di conservazione e restauro archeologi ed esperti di restauro, non burocrati e imprese edilizie.
“Ci sono tantissime sfide di fronte alla conservazione dei monumenti antichi. La città Mrauk-U era un tempo un campo militare fortificato più grande del Sudestasiatico” ha detto Khin Than, presidente del Ancient Cultural Heritage Conservation Group di Mrauk-U, all’agenzia Myitmakka.
“Furono poste le offerte per il restauro delle aree di Mruak-U, ma tantissime cose fatte a mano di grande valore del patrimonio culturale dell’Arakan, ritrovate nelle pagode, mura e mura di mattoni, furono distrutte poiché chi le portava fuori non erano archeologi.”
Un’altra grande sfida sono i finanziamenti. La stessa agenzia diceva che il governo dello stato dell’Arakan aveva allocato 490 mila dollari per la conservazione per l’anno fiscale 2015-16 a coprie un’area con centinaia di templi ed altre strutture.
Mentre ce ne andavamo dal museo architettonico e dal palazzo reale, incontrammo per caso un gruppo di uomini che costruivano un recinto di filo spinato attorno ad un laghetto.
Chiamato “Nan Thar Kan”, un laghetto per i residenti del palazzo, avevano dissotterrato un laghetto quadrato usando questi fondi. Il lavoro rivelò una tavola in pietra, lavori sulla pietra di una dea e di un orco ad ogni angolo (chiaramente per protezione) ed una cascata di vecchi mattoni che portavano giù nel lagheto. Quello che sembrava un laghetto ordinario si è ora trasformato in un meraviglioso sito storico.
Un supervisore ha detto che ci sono almeno 3 metri di sabbia da rimuovere per scoprire totalmente il laghetto.
Chiesi quando lo si sarebbe fatto. “Non sappiamo perché non sappiamo se e quando avremo altri finanziamenti” rispose il supervisore.
Thin Lei Win, Myanmar-now.org