Mentre l’economia thailandese continua ad arrancare ed i megaprogetti infrastrutturali devono ancora prendere il decollo, la giunta del NCPO di Prayuth pensa a corsi di aggiornamento per costringere ancor di più i critici del regime in una morsa di ferro, spingendo sempre più il paese verso il regime militare degli anni 60.
La modifica delle attitudini, si ricorderà, è uno degli strumenti privilegiati usati dalla giunta che mira a “convincere” i critici a chiudere la bocca. E’ uno strumento però che sembra non funzionare bene, secondo generale Prayuth.
Ecco allora che il capo dell’esercito generale Theerachai Nakvanich, segretario generale del NCPO, propone una lista di potenziali critici da sottoporre a “ corsi di aggiornamento ” sull’etica, la moralità e il buon governo, in vari “luoghi di addestramento” in tutta la nazione, anche nel profondo meridione thailandese. Questa volta i corsi di aggiornamento saranno più lunghi ed intensi. A rischiare non sono solo i soliti nomi ma anche noti giornalisti.
A stimolare la creatività dei generali sarebbe stata la critica di due ex parlamentari del Puea Thai, Worachai Hema e Watana Muangsook, che hanno criticato ripetutamente l’azione del governo e la nuova bozza di costituzione dettata dalla NCPO alla Commissione di Stesura Costituzionale.
Questo rafforzamento della repressione giunge dopo un altro ordine secondo l’articolo 44 della giunta in cui si garantisce a tutti i militari dal grado di sottotenente in su poteri di polizia a prescindere dalla richiesta di ordini scritti dei tribunali. Le forze di polizia non sarebbero sufficienti e quindi i militari li affiancano in questa repressione sociale.
Uno dei candidati certi ai nuovi corsi di aggiornamento è il giornalista Pravit Rojanaphruk che licenziato dal giornale Thenation dopo 23 anni di ottimo servizio, è passato al giornale online Khaosodenglish.
Già più volte invitato a modificare la propria attitudine dalla giunta di Prayuth, Pravit si è visto ultimamente recapitare il divieto di recarsi all’estero in Finlandia per essere presente al forum sulle libertà di espressione e libertà di stampa.
Durante una sessione di modifica delle attitudini, Pravit aveva firmato sotto condizioni forzate l’impegno a cercare il permesso per recarsi all’estero. Perciò ha fatto i passi formali del caso.
“Ho dovuto” dice Pravit “Non è che avessi una qualche scelta. Se avessi provato a lasciare il paese, all’aeroporto sarei stato fermato e probabilmente accusato in tribunale”.
La giunta del NCPO dice di seguire Pravit nei suoi articoli critici in cui attacca il lavoro della giunta. “Continua a violare gli ordini della giunta in molti modi. Così il suo viaggio non è stato approvato”.
Pravit era stato invitato direttamente dalla Finlandia a partecipare al forum World Press Freedom Day, sotto l’egida dell’UNESCO di Helsinky, e l’ambasciatore finlandese Kirsti Westphalen a Bangkok ha espresso il suo disappunto per il diniego espresso dalla giunta.
“Abbiamo trovato io e l’ambasciata molto riprovevole che non gli sia stato dato il permesso di viaggiare ed essere presente a questo particolare evento” ha detto l’ambasciatore.
Pravit Rojanaphruk, che ha detto che è stato privato del suo diritto a viaggiare, è particolarmente contrariato, ma d’altronde in questo modo “Questa è la chiara prova che non esiste libertà per chi è in disaccordo con il regime militare”. Pravit sta anche meditando di considerare un appello al Alto Commissario dell’ONU per i diritti umani in Thailandia.
In un’intervista al International Press Institute, Pravit ha definito il regime militare come “una dittatura educata che provano ad essere evasivi e a non dire la verità.” Dicono “è meglio per te spostare questo viaggio”.
Il direttore di IPI dei Programmi della Libertà di Stampa, Scott Grifen, ha detto che il fatto di aver impedito a Pravit di partecipare ad uno dei forum più importanti al mondo “è fortemente simbolico del disprezzo sempre più grande che il regime militare thailandese ha per la libertà di espressione”.
“Ancora una volta le autorità chiariscono che i giornalisti che rifiutano di seguire la linea ufficiale saranno puniti” dice Griffen “Invitiamo il governo thai a invertire questa decisione fortemente negativa e permettere a Pravit Rojanaphruk di unirsi ai suoi colleghi in Helsinki”.
Pravit ha detto poi al IPI:
“La repressione è reale. Spero possiamo contare sulla solidarietà della comunità internazionale in questo momento difficile della storia thailandese”.