La riluttanza di Bangkok a legittimare i suoi partner nel dialogo di pace del Profondo Meridione Thai, con due battute di arresto pesanti, blocca la possibilità di fare progressi del dialogo di pace di Patani.
Alcuni segnali confusi provenienti da Bangkok hanno causato due battute d’arresto per il processo di pace di Patani che non sarebbero mai accaduti, se sin dall’inizio chi prende le decisioni politiche avesse preso una posizione più progressiva verso la regione Malay.
La prima delle battute di arresto è stato il licenziamento del generale Nakrob Boonbuakarn, segretario generale del Pannello di Pace Thai nei colloqui attuali con MARA Patani, organizzazione ombrello dei gruppi separatisti di Patani.
Nakrob è stato accusato dai suoi superiori di essere andato oltre il suo mandato, in primo luogo, mai definito chiaramente. I capi della giunta si dice siano preoccupati della loro eredità nella regione, e non vogliono essere visti come quelli che “abbandonano” la storica regione.
La seconda delle battute di arresto proviene dalle pressioni governative sulla Organizzazione della Cooperazione Islamica ad evitare di citare MARA Patani nelle risoluzioni adottate nel suo recente summit in Turchia. La Thailandia ha avuto successo in questa ricerca sebbene molti dei 57 membri della OIC hanno insistito a riferirsi al dialogo di pace in corso.
L’OIC, nel comunicato del summit, ha invitato Bangkok a “garantire al gruppo di rappresentanti della comunità musulmana del meridione il necessario riconoscimento ed ha invitato il governo a garantire la sicurezza nei viaggi da e per la Thailandia ai membri del gruppo del dialogo e protezione dalla detenzione e indagini giudiziarie durante lo svolgimento del processo di pace.
Bangkok è da sempre preoccupata che MARA Patani possa avere un riconoscimento internazionale al di là di quello garantito dal nominare il pannello del Dialogo ai colloqui con i separatisti.
Qui la politica thai è alquanto contraddittoria, perché mescola una volontà a riconoscere e sedersi ai colloqui con MARA Patani con la perenne irritazione che prova quando il gruppo cerca il dialogo con gli altri.
Comunque è perfettamente naturale che un agente non statale come MARA Patani cerchi i modi per accrescere la propria legittimazione internazionale e con la gente di Patani, la regione contestata che comprende le province di Narathiwat, Pattani e Yala oltr alcuni distretti di Songkla.
A dicembre scorso il segretario dell’OIC Iyad Ameen Madani incontrò i membri di MARA Patani prima di giungere in Thailandia. Bangkok espresse la propria disapprovazione per l’incontro accusando Kuala Lumpur di averlo organizzato. Ma MARA Patani immediatamente affermò che si trattava di una loro iniziativa.
Il primo ministro Prayuth fermò il capo dell’OIC nel suo percorso durante l’incontro di Bangkok e lo informò che era ben accetta la sua preoccupazione ma non il suo intervento nella questione.
Il conflitto nel profondo meridione è stata una preoccupazione alternante per l’OIC da decenni. Nel 2010 il segretario di allora Ekmeleddin Ihsanoglu incontrò segretamente i capi delle organizzazioni di sempre del meridione thai in Arabia Saudita. Li invitò a formare un fronte politico, Consiglio della gente di Patani Unita UPPC, mentre l’OIC prometteva di aiutare a facilitare un processo di dialogo col governo thai.
Una volta formatosi il fronte, un’assemblea regionale affermò che si doveva procedere ad un Congresso della gente di Patani, PCC che avrebbe dato la legittimazione necessaria al UPPC.
Ma il governo di Abhisit Vejjajiva si rifiutò di procedere fermando l’iniziativa dell’OIC.
Si citò di nuovo Patani nel 2012 in un incontro di ministri degli esteri dove l’organizzazone espresse la preoccupazione per i “progressi magri” fatti sull’accordo congiunto del 2007 tra le parti. L’OIC espresse anche sgomento per “la continua applicazione della legge dell’emergenza nelle aree più meridionali e per il progresso debole nell’introduzione della lingua locale Malayu.. come lingua di istruzione nelle scuole del meridione.”
Si criticò anche “la presenza militare estesa continuata per tutte le province meridionali e l’impatto negativo sulla vita normale della popolazione.” oltre “all’affidarsi crescente a milizie paramilitari indisciplinate accusate di commettere illegalità che portano conseguenze sulla polarizzazione etnica e religiosa”.
La dichiarazione congiunta del 2007, firmata col governo di Surayud Chulanont, è diventato il punto di riferimento dell’OIC per misurare l’impegno thailandese alla pace nel profondo meridione. La dichiarazione era alquanto forte e faceva riferimento alla scomparsa di Somchai Neelaphaijit, allo scontro di Krue Se e al massacro di Tak Bai, più altre questioni generali di violazioni di diritti umani e la cultura dell’impunità tra le forze di sicurezza thai.
Ma la forte scommessa di Bankok per la pace non durò oltre l’amministrazione di Surayud. Nessun altro governo da allora ha avuto il coraggio di fare la pace con i Malay di Patani, neanche Yingluck Shinawatra, il cui racimolato dialogo di pace costituì qualcosa a metà tra una bufala ed un grande salto di fede.
Per paura di essere definiti contro la pace l’attuale giunta ha deciso di far risorgere il cosiddetto processo di pace. Quella decisione aiuta a spiegare ora il loro passo indietro e la loro mancanza di volontà a fare concessioni necessarie per andare avanti.
Il generale Nakrob che ha fatto parte dell’iniziativa di Yingluck ed è rimasto dentro dopo il golpe di maggio 2014, è stato costretto ad operare in una situazione confusa.
Da un lato MARA Patani lo spingeva a dare una risposta alla disperata richiesta di legittimazione e di statura internazionale, mentre c’è dall’altra la giunta di Bangkok la cui non volontà a fare concessioni giunge al punto di rifiutarsi di chiamare per nome i partner del dialogo di pace.
A Nakrob fu affidata un compito largo fino all’impossibile. Era segretario generale del Pannello del Dialogo, portavoce dell’iniziativa e capo di un gruppo tecnico che scriveva i termini di riferimento per i colloqui.
Lui sostenne il coinvolgimento del gruppo di separatisti persino prima che divenne MARA Patani. Allora i separatisti lavoravano al Piano B per il processo originale di pace di Yingluck che aveva al tavolo di pace Hassan Taib. Quando Hasan Taib gettò la spugna, il Piano B divenne Parte B.
Nakrob lavorava in un ambiente dove il progresso era tenuto in ostaggio da chi non voleva fare concessioni.
Il BRN, il gruppo separatista più forte sul terreno, dice che non tornerà al tavolo finché non sarà preparato in modo appropriato e pronto. Il BRN dice che Bangkok ha solo l’interesse a diminuire il numero di scontri violenti per uso interno, non ha interesse ad affrontare le cause radicali del conflitto.
Il governo rifiuta di affrontare le cause radicali delle storiche proteste nel meridione poiché significherebbe fare delle concessioni.
Per chi osserva da indipendente questo conflitto, i segnali della giunta militare sono confusi: si dà mandato a Nakrob e il Pannello del Dialogo di incontrare MARA Patani ma non è permesso loro di nominare MARA Patani perché i generali non vogliono dare una legittimazione ai separatisti.
Nel frattempo fonti del governo riportano che i capi della giunta a Bangkok devono ancora convincersi che MARA Patani ha il comando e controllo sui militanti del Profondo Meridione.
BRN dice di non essere preparata a sedersi al tavolo aggiungendo che OIC è solo una organizzazione internazionale che vuole guadagnarsi l’entrata nel processo di pace nella loro patria storica.
La domanda è se Bangkok voglia considerare l’idea di permettere ad entità straniere di coinvolgersi nelle iniziative di pace delle province più meridionali.
Don Pathan, Patani Forum (www.pataniforum.com), Nationmultimedia.com