La campagna per salvare quello che resta degli alberi di Palissandro Thailandese con il conferimento di una protezione internazionale per la specie, è fatta saltare dalla corruzione e dalle attività criminali in Laos e Cambogia.
Lo dichiara la ONG londinese EIA secondo cui le esportazioni del legname dal Laos e Cambogia hanno più che superato la più grande riserva di alberi selvatici conosciuta da quando la Convenzione dell’ONU sul commercio internazionale di specie in via di estinzione, CITES, riconosceva questa grave problematica.
“Laos e Cambogia hanno ignorato le linee guida più fondamentali delle regole di commercio dell’ONU per le specie in via di estinzione tanto da rischiare da mettere in dubbio la credibilità del CITES mentre porta il palissandro thailandese sull’orlo dell’estinzione” lo dichiara Jago Wadley dell’EIA. “Si richiede con urgenza l’intervento del CITES”.
Il CITES fu firmato 40 anni fa e regola o vieta il commercio di oltre 30 mila specie animali e di piante. EIA vorrebbe che fosse vietato il commercio per poter dichiarare illegali tutti gli accordi firmati finora con questi due paesi.
Nel marzo 2013 il palissandro thailandese era nella lista di legame ancora commerciabile, ma il rischio di estinzione è palpabile.
Laos e Cambogia sono firmatari del CITES ma per l’EIA non sono riusciti a fare i passi necessari per prevenire il supersfruttamento della specie con un inventario degli alberi o i permessi di diboscamento.
L’ultimo rapporto dell’EIA risale a due anni fa e mette in luce come la Cambogia ha emesso permessi di esportazione del CITES in modo incorretto quando non illegalmente per quasi 12 mila metri quadri di palissandro thailandese esportato tra giugno 2013 a dicembre 2014.
In questo stesso periodo il Laos ha esportato 63500 metri quadri di palissandro thailandese, superiore all’intero gruppo di alberi selvatici rimanenti in Thailandia, dove restano nel 2011 da 80 mila a centomila alberi di palissandro in posti naturali del paese, equivalenti a 63500 metri quadri di legname.
Sebbene del palissandro possa essere stato tagliato nel Laos stesso da progetti di conversione di foreste come la costruzione di dighe, i progetti infrastrutturali sono stati sempre più usati per raccogliere legname tagliato illegalmente.
A minacciare quello che resta del Palissandro thailandese gli abitanti dei villaggi laotiani dicono che il fornitore di energia elettrica dello stato domanda di routine palissandro thailandese illegalmente tagliato come pagamento per collegare i villaggi alla griglia nazionale dell’elettricità.
I prezzi del palissandro iniziarono a crescere vorticosamente con l’entrata di molti milionari cinesi fino alle olimpiadi di Pechino del 2008. Nel 2011 fu vista un letto in palissandro in vendita in Cina del valore di 1 milione di dollari. Da allora i prezzi del mercato nero sono diventati enormi rendendo il palissandro thailandese più interessante economicamente dell’oro.
I prezzi astronomici e le pene irrilevanti per chi contrabbanda hanno attratti i circoli criminali che controllano molti villaggi con la corruzione, droga e violenza. In alcuni casi i ranger delle foreste si trovano l’opposizione delle intere comunità ostili agli sforzi di conservazione. Ed alcuni abitanti dicono che i criminali del palissandro li vogliono ripagare con la droga e le metanfetamine al posto di denaro contante.”
Nel marzo 2014 un commerciante di Palissandro in Cina offrì di vendere a rappresentanti clandestini dell’EIA numerosi permessi di esportazione emessi dall’autorità di gestione del CITES laotiano per migliaia di metri cubi di legname di palissandro. I permessi erano utilizzabili per tutti i legnami di qualunque punto e poi esportati in Cina dove il palissandro è usato per mobili tradizionali di legno.
“Tutti gli indicatori tradiscono una cultura del governo dove la legge è sostituita da forme di di reati sponsorizzati dallo stato in ministeri importanti che influenzano l’applicazione dei trattati ONU come il CITES” dice Wadley.
A Phnom Penh il portavoce del ministero dell’ambiente Sao Sopheap ha rigettato il rapporto dell’EIA affermando la determinazione cambogiana a impedire il diboscamento illegale con la costruzione di una task force e con la creazione di zone protette di foresta.
“Il governo ha anche ridotto la durata delle concessioni economiche di suolo da 90 a 50 anni” ha detto il portavoce.
In Thailandia il governo da vari anni ha creato una task force militare che, nel tentativo di proteggere quello che resta ancora del Palissandro nero, militarizza il territorio. Gli alberi di palissandro nero si possono trovare lungo le frontiere con la Cambogia e sono oggetto di carovane di cambogiani poveri,ma armati con fucili e granate, che passano la frontiera per rubare il legname, con la conseguenza di vari scontri armati che hanno portato alla morte di 45 cambogiani dal 2012.
Ovviamente questo non lo si può fare se non esiste sul lato cambogiano un coinvolgimento criminale di persone delle forze di sicurezza cambogiane come denunciato sugli stessi giornali cambogiani.
Cosa molto analoga la si vive dal lato thailandese della frontiera, come scritto nel 2012 sul Bangkok Post, che riportava l’arresto di varie personalità della sicurezza dei parchi accusati di aiutare gruppi criminali cambogiani impegnati nel diboscamento ed esortazione di legname verso la Cina.
Questa situazione calda ha portato poi i rispettivi governi cambogiano e thai a formare un gruppo di pattugliamento congiunto.
Il Laos da parte sua non fa alcun tipo di controllo e grandi quantitativi di palissandro passano la frontiera scomparendo nel Laos e raggiungendo probabilmente la frontiera vietnamita.
“Il fatto che Thailandia e Laos hanno vietato di tagliare il palissandro e l’esportazione del legname ha fatto sì che il Vietnam è diventato un centro di smercio per legname di palissandro rubato e contrabbandato dalle foreste di questi paesi.”
Il punto di approdo del palissandro thailandese è la Cina verso cui non ci sono rimostranze alcune.
Mentre giornalmente vi è chi si batte per la protezione del palissandro nero, mentre giornalmente si sente di persone arrestate, in realtà si parla di contadini thai o cambogiani poveri, mai di personalità importanti arrestate.
Ci sarebbero nei porti thailandesi un migliaio di containers di palissandro immagazzinato e sequestrato.
“Col prezzo del palissandro che può essere di 50 mila dollari al metro cubo ci sarebbero oltre 1 miliardo di dollari in legname sequestrato negli ultimi sei anni. E’ improbabile che i documenti per queste spedizioni indichino un contadino povero.
I ranger delle foreste thai guadagnano 240 dollari al mese con l’incarico di custodire le ricchezze del paese del valore di miliardi di dollari… dal 2009 al luglio 2013 sono stati uccisi oltre 43 ufficiali, altri 23 feriti gravemente e 26 feriti lievi.”
“Questo legno è maledetto e potrebbe portare cattiva fortuna a chi lo usa. Per favore smettete di consumarlo”