La visita di Fidel Ramos in Cina come inviato speciale del Presidente Duterte vuole sciogliere il ghiaccio delle tra Pechino e Manila con speranze di riuscita buone.
Rispettando le sue promesse elettorali, il presidente Filippino Duterte ha incrementato gli sforzi per rafforzare i deboli legami delle Filippine con la Cina, nonostante il chiaro rifiuto cinese della recente vittoria legale a L’Aia.
Duterte ha incaricato niente meno che l’ex presidente Fidel Ramos, che negli anni 90 già ebbe a che fare con la presenza marittima cinese, per lavorare al ripristino dei canali di comunicazione con Pechino.
Ramos, mentre Pechino rafforza ed espande il proprio piede d’appoggio nelle acque contestate, si trova davanti ad una battaglia difficile nel dover facilitare un compromesso mutualmente soddisfacente nel mare cinese meridionale.
Negli scorsi anni, le relazioni bilaterali trai due paesi si sono deteriorati molto. Principalmente lo si deve all’occupazione forzata della Scarborough Shoal reclamata dalle Filippine perché ricadente nella sua zona economica esclusiva e a oltre 600 miglia nautiche dalla costa cinese più vicina.
La susseguente decisione di Manila di portare la Cina davanti al Tribunale dell’Arbitrato Internazionale de L’Aia portò al collasso d fatto del dialogo istituzionalizzato di alto livello. Ne hanno sofferto anche i legami di investimento bilaterali.
Riconoscendo la mutua inimicizia tra i due paesi, Duterte cerca nell’assistenza di Ramos un rompighiaccio diplomatico. E Ramos per molte vie è la scelta ideale. La prima più importante, ha la fiducia totale del presidente che ha ripetutamente espresso la sua gratitudine profonda all’ex presidente nel sostegno alle elezioni. Più praticamente, Ramos che fu capo delle forze armate ha aiutato Duterte che ha legami con i capi dell’insorgenza comunista e dell’insorgenza MORO a guadagnarsi la fiducia delle forze armate.
Inoltre Ramos è conosciuto non solo perché è il presidente che più ha viaggiato nel corso del suo incarico, ma anche per essere ra i più rispettati in Asia. Durante il periodo Ramos, le Filippine non solo ebbero una rapida ripresa economica, ma mostrarono un’abile risposta strategica alla presenza marittima cinese. Ramos gestì il dopo crisi del 1995 al Mischief Reef con una combinazione bella di impegno e deterrenza. Da un lato rafforzò il dialogo diretto con Pechino spingendo il presidente Zemin a fare una visita di alto profilo a Manila l’anno seguente per riprendere i legami. Per Ramos era importante assicurarsi che le relazioni complessive con la Cina non fossero deteriorate dalle questioni marittime. Fu una priorità importante la gestione efficace delle tensioni territoriali.
Ma Ramos investì anche nella diplomazia multilaterale sotto l’egida dell’ASEAN che culminò con la Dichiarazione di Condotta delle Parti del 2002. Inoltre Ramos spinse per l’accelerazione della spesa militare con la legge dell’ammodernamento delle forze armate, riconoscendo la necessità di accrescere le capacità difensive nazionali. E diede il benvenuto al ritorno degli USA sul suolo filippino con l’Accordo delle Forze in Visita, VFA. E’ molto probabile che Duterte guardi un approccio plurimo alle dispute del Mare Cinese Meridionale, poiché ha perseguito un approccio verso la Cina, ma ha anche promesso di continuare con gli accordi di sicurezza esistenti con gli alleati fondamentali come USA e Canada come strategia di protezione.
Ramos è non solo l’inviato speciale di Duterte in Cina ma anche un ministro mentore, che può dare consigli sulla politica estera. L’ex presidente ha cercato di far girare la palla con un viaggio di cinque giorni a Hong Kong dove ha incontrato vecchi amici e studiosi influenti cinesi. Ha tenuto un incontro cordiale con l’ex ambasciatore a Manila Fu Ying che è anche presidente del comitato del partito per gli affari esteri. A loro si è unito Wu Shicun dell’Istituto nazionale degli Studi sul Mare cinese meridionale ad Hainan.
Poiché Ramos non ha un potere negoziale ufficiale ma serve da messaggero della buona volontà, lui e i suoi interlocutori cinesi lavorano principalmente a sottolineare le aree di comune interesse con lo scopo di stabilire varie misure di costruzione della fiducia e regimi cooperativi possibili in aree di sicurezza marittime non tradizionali. In molti modi il viaggio esploratorio di Hong Kong, abbastanza vicino a Pechino ma che può essere visto come zona neutra, è stato un successo di qualità dove entrambe le parti hanno sposato l’idea “di ulteriori colloqui per costruire la fiducia e sicurezza per ridurre le tensioni per aprire la strada alla cooperazione complessiva”
Molto importante ha fissato il tono per un possibile incontro futuro tra Duterte ed il Premier Cinese Li Kequiang sullo sfondo del summit dell’ASEAN del prossimo anno. Come segno che potrebbero seguire dei negoziati seri, Pechino ha immediatamente esteso un invito er successivi incontri di alto livello sia nella Cina continentale che a Manila.
Piano piano l’amministrazione Duterte ricostruisce i canali diplomatici distrutti con la Cina nella speranza di attrarre investimenti grandi da Pechino e di gestire le dispute marittime.
E’ tutt’altro che chiaro comunque come le due parti possano arrivare ad un modus vivendi, dato che Pechino rifiuta di aderire al verdetto arbitrale de L’Aia e le sue misure sempre più aggressive nelle acque contese.
Per ora sembra che la principale priorità filippina sia almeno di trovare i modi di allentare le tensioni ed iniettare qualche parvenza di normalizzazione nei legami bilaterali con la Cina.
Richard Javad Heydarian, AMTI-CSIS.ORG