Prendendo il caso giapponese come un esempio, il palazzo reale thai va incontro ad un dibattito sulla possibile abdicazione del riverito Re Bhumibol che avrà 89 anni il prossimo dicembre. Ma lui è in ospedale dal 2009 e le notizie di un peggioramento della sua salute hanno deteriorato il mercato azionario thai. La sua scomparsa avrà un impatto immenso sulla stabilità politica ed economica del paese.
Al pari del Giappone, anche la Thailandia non ha una legge particolare sull’abdicazione, perché essere Re è un impegno a vita-Con la attuale dinastia Chakri, salita al potere nel 1782, c’è stato solo un caso di abdicazione, quando Re Prajadhipok decise di abdicare nel 1935. Nel 1932 i rivoluzionari rovesciarono il regno assoluto del Siam introducendo la monarchia costituzionale. Prajadhipok, sotto immense pressioni politiche, scelse di abdicare ponendo fine a secoli di dominazioni politiche da parte dei regnanti thai.
Dopo la sua abdicazione, la posizione politica della monarchia declinò immediatamente. La misteriosa morte del suo successore Re Ananda Mahido, nel 1946, pose ulteriormente la monarchia nell’oscurità. Ma con l’assunzione dal trono di Re Bhumibol, la crescita del potere reale divenne man mano sempre più evidente. Bhumibol creò delle alleanze con una serie di dittature militari nel ricostruire il panorama politico per cui i governi civili sarebbero stati mantenuto deboli e vulnerabili. Se ponevano una minaccia al potere reale, sarebbero stati rovesciato con golpe militari.
Perciò il discorso della monarchia thai che opera all’interno della costituzione è sempre stato illusorio. In realtà Bhumibol è sempre stato attivo politicamente. Allo stesso tempo i monarchici conservatori potevano creare un’immagine sacre del re trasformandolo in un semidio ed istituzione inviolabile. I suoi interventi periodici nella politica sono diventati la norma politica tanto che i thai sono soliti vedere gli interventi reali come un modo per porre termine ai conflitti politici. Da questa prospettiva il poter e di Bhumibol è immenso. C’è una significativa differenza nelle posizioni politiche tra Bhumibol e l’imperatore giapponese.
A causa della riverenza immensa ricevuta, discutere di abdicazione è fortemente sensibile. Nel contesto thai un dibattito sull’abdicazione potrebbe essere considerata lesa maestà, un insulto alla monarchia, dal momento che tale dibattito comporta un’incompetenza da parte di Bhumibol. Da figura semidivina Bhumibol deve essere competente per sempre anche mentre è ora al letto malato.
Ma una questione più grande che i monarchici conservatori però negano è l’ansia pubblica sul successore di Bhumibol, principe ereditario Maha Vajiralongkorn. Diversamente da suo padre, Vajiralongkorn non è amato dal pubblico. E’ imprevedibile, manca di carisma e autorità morale. I monarchici temono che il principe ereditario possa non essere nella posizione di proteggere i loro interessi politici. In altre parole il prossimo monarca potrebbe non riuscire a garantire la stabilità al trono oltre ai benefici per i suoi sostenitori.
Comprendere la vita di Vajiralongkorn è paradossalmente facile e difficile. Facile perché Vajiralongkorn ha dimostrato da sempre di avere poco interesse nella politica e negli affari reali. La persona del principe reale è stata eclissata per molto tempo da quella del padre. Dopo tutto, il re che è stato incoronato nel 1946 ha guidato un lungo regno. La longevità dell’era di Bhumibol ha in qualche modo scoraggiato Vajiralongkorn di prendere iniziative nel panorama politico. Ancora più importante, gli ha anche impedito di consolidare la sua posizione di potere, non riuscendo così ad avere il sostegno cruciale della rete della monarchia.
Nel frattempo, è difficile studiare la vita di Vajiralongkorn poiché i Thai sanno poco della sua concezione della politica o della sua visione del futuro della monarchia. La mancanza di pratica di comando, particolarmente come futuro ruolo di re, rende più difficile sia per Vajiralongkorn dare un’indicazione delle sue capacità, che per gli analisti immaginare la natura del suo regno una volta che il padre muore.
La chiara scelta imperfetta potrebbe essere la ragione per cui il palazzo rigetta l’opzione di abdicare.
Nonostante la poca speranza di oscurare il padre, Vajiralongkorn ha di recente proceduto ad una reinvenzione di immagine. I suoi consiglieri hanno tentato di creare una nuova persona secondo due aspetti: come principe devoto e uomo di famiglia. Ma il fatto che divorziò dalla sua terza moglie nel dicembre 2014, gli ha rovinato tali sforzi.
A luglio di quest’anno, furono fatte uscire delle foto controverse di Vajiralongkorn a Monaco finite sui media tedeschi. Era ritratto mentre indossava una canottiera striminzita che copriva male un tatuaggio rimovibile stile yakura sulla spalla, le braccia ed il petto. Mentre parlare apertamente della vita scandalosa di Vajiralongkorn è un reato di lesa maestà, i monarchici e la gente in genere continua a fare spettegolare su di lui.
L’ansia sul futuro è palpabile, ed è questa una delle ragioni per cui i militari fecero il golpe del 2014, assicurare che la transizione reale sia controllabile.
In contrasto al Giappone, la monarchia thai ha rifiutato di ragionare sulla realtà di una fine imminente dell’era Bhumibol. Di conseguenza sarà ancora più disastroso per la monarchia in termini di una mancanza di preparazione per affrontare le incertezze che accompagneranno il prossimo re. La decisione dell’imperatore è saggia. Non solo sottolinea la sua responsabilità rispetto al proprio dovere ma anche la visione di un trono che sarà passata alla prossima generazione.
La monarchia thai ha vissuto nel suo glorioso passato senza guadare al futuro proprio e del paese.
Pavin Chachavalpongpun, Japan Times