Il riso jasmine in Thailandia continua ad essere croce e delizia di tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi anni.
Il governo di Prauyuth Chanochoa, dopo aver condannato Yingluck Shinawatra a pagare 35 miliardi di baht di multa per la presunta corruzione nella politica del riso, ha deciso di ricominciare una nuova politica di sostegno del riso del tutto analoga a quella di Yingluck. Ma questa non è corruzione.
La Yingluck rischia oltre questa multa onerosa dieci anni di carcere per negligenza nella lotta alla corruzione. Poiché non ci sono stati altri processi per corruzione nell’ambito ella politica del riso, la Yingluck ha detto che è un processo politicamente motivato perché suo fratello è la bestia nera dei militari.
Lo scopo di questa nuova politica del riso della giunta Prayuth è quello di incrementare le povere entrate dei contadini thailandesi, attraverso prestiti per un miliardo di dollari, a 2 milioni di famiglie thailandesi, nel cuore delle province agricole del riso dove la presa del governo di Prayuth non è mai stata forte.
A spingere il governo è stato lo shock economico del crollo del prezzo internazionale del riso ad un minimo di nove anni.
Come scrive il Financial Times:
“I generali dichiararono una fine ai sussidi economici dei governi civili quando presero il potere nel 2014 ma da allora hanno immesso fondi nelle aree rurali a causa del collasso dei prezzi agricoli”.
I contadini potranno ottener soldi da un nuovo finanziamento di 36 miliardi di Baht, circa 1.02 miliardi di dollari, se accettano di immagazzinare il riso per sei mesi al fine di imitare le quantità immesse sul mercato e favorire i prezzi.
Secondo FT, i tassi del mercato per il riso jasmine di alta qualità, un quarto delle esportazioni thailandesi, sono caduti dai 1200 dollari per tonnellata del 2012 a 800 dollari in questa stagione. Se si innalza il prezzo del riso Jasmine si spera che anche gli altri prezzi saliranno.
Le zone risicole del paese, specialmente quelle del Nord e nordest sono quelle che storicamente hanno sostenuto i vari governi di Thaksin e partiti associati, consegnando loro tutte le vittorie elettorali dal 2001 al 2011.
“Il nuovo programma del riso è meno forte per ora di quello dei pagamenti in contante ai contadini del governo Yingluck, ma ci sono similarità nel concetto e nella esecuzione. Mentre lo si raffigura come un prestito piuttosto che un sussidio, non sono subito chiare le condizioni di rimborso del prestito o le penalità nel caso di impossibilità a pagare”
Secondo il giornale c’è anche lo sforzo sbagliato del governo di Yingluck di voler manipolare i prezzi del mercato mediante stoccaggio delle granaglie. Ma l’intervento di altri paesi produttori ha vanificato questi sforzi causando i danni all’industria del riso thailandese.
Secondo il Khaosodenglish, che però parla di 20 miliardi di baht, col progetto approvato il governo paga 13 mila baht per tonnellata di riso Jasmine, una cifra che supera di 1500 baht il valore consigliato dal comitato di gestione del riso presieduto dallo stesso Prayuth, il quale sembra attendersi dei ringraziamenti e la simpatia per il suo governo.
Il riso jasmine sarà tenuto stoccato dagli stessi agricoltori finché i prezzi non saranno saliti e non potranno ripagare il prestito vendendo il riso. La quantità di riso permessa ad ogni famiglia è limitato.
La gestione sarà della Banca dell’Agricoltura ed i contadini saranno pagati per il 90% al prezzo di 9500 baht a tonnellata, più 2000 per i costi di raccolto e 1500 per lo stoccaggio.
Lo scopo di questo nuovo progetto del riso è di evitare ogni rischio di disordini politici, che potrebbero diventare contagiosi anche per altri settori, nel momento importante della successione reale che si avrà il primo dicembre 2016, quando Maha Vajiralongkorn dovrebbe salire al trono succedendo al compianto Re Bhumibol morto dopo oltre 70 anni di trono.
Questa nuova politica di sostegno del riso ha, comunque, dei limiti che bisogna superare perché sia sostenibile.
Come scrive Suranand Vejjajiva sul Bangkokpost:
“Anche Yingluck sapeva che questo progetto non sarebbe durato a lungo. Verso la fine della sua amministrazione, fu ideato un programma di zonizzazione agricola per tutti i prodotti agricoli compreso il riso. Mirava a designare certe aree agricole per raccolti agricoli particolari per accrescere la produttività e imporre certi prezzi con il minimo di interferenza e aggiustamenti. Si pensava ad un meccanismo di mercato gestito per regolare domanda e offerta. Sfortunatamente fu una soluzione di lungo termine bloccata dal golpe.
Sostegno del prezzo e sussidi sono misure di breve termine ad uso politico per le circoscrizioni elettorali. L’idea del governo attuale di mantenere il riso nei depositi come proposto dalla Commissione Nazionale del Riso non è differente da quella di Yingluck, uno sforzo di risolvere il problema immediato che non è soluzione sostenibile.
Mettendo da parte la politica, c’è bisogno di una soluzione di lungo termine per cambiare radicalmente il settore agricolo.
Il governo attuale che potrebbe non avere nulla da difendere nelle prossime elezioni politiche deve presentare una strategia comprensiva perché il settore dia una sicurezza alimentare nazionale ed assicura un’entrata stabile agli agricoltori dalle esportazioni.”