La lama a doppio taglio della politica cambogiana
Arresta un attivista. Condannalo al carcere con una sentenza più pesante di quelle date a criminali incalliti, agli stupratori seriali o ai trafficanti di droga. Lascialo languire in carcere mentre si cerca qualche concessione dall’opposizione.
La minaccia chiara di usare giudici corrotti contro chi critica il governo dovrebbe bastare a mettere la museruola almeno ai più vivaci tra loro. Se ci sono richieste di rilascio dei prigionieri, si nega in toto il controllo dei giudici e si cita il governo della legge.
L’uso di questi messaggi, come un coltello a doppio taglio, mettere paura agli oppositori con sentenze di carcere, mentre ci si barrica dietro il costituzionalismo più stretto quando si chiede il loro rilascio, ha fatto faville negli anni a favore del Partito Comunista Cambogiano lasciando spesso l’opposizione senza forza.
Sokha si è nascosto dentro il quartier generale del CNRP a Phnom Penh da quando la polizia ha provato ad arrestarlo il 26 maggio scorso, dopo una persecuzione del governo per un presunto affare extraconiugale.
“La canaglia ha paura e non osa scendere perché ha paura di essere arrestato, ma dice invece che Hun Sen ha paura” ha detto il primo ministro cambogiano Hun Sen. “Voglio inviargli il messaggio che resterai in prigione per sempre. Non fare l’aggressivo, prigioniero.”
Solo pochi istanti dopo Hun Sen avvisava chi si era fatto l’idea che aveva lanciato una campagna persecutoria contro il capo dell’opposizione nel paese.
“L’Europa riceve sempre informazioni poco chiare” disse Hun Sen che ha scelto l’Europa per la sua recente dichiarazione, la quale diceva con forza che il processo contro Kem Sokha era un attacco politicamente motivato all’opposizione.
“Per ogni diplomatico e persona lo dico ancora: Non fate di una questione personale una questione politica tra due partiti” disse Hun Sen.
Lo scorso mese Hun Sen disse che nn ci potevano essere colloqui tra il CPP e l’opposizione CNRP sulla situazione difficile di Sokha “perché se ci sono negoziati, influenzeranno i processi dei tribunali” sia nel caso di Sokha e in quelli di altre figure dell’opposizione in carcere.
Il portavoce del partito di opposizione CNRP Yim Sovann ha detto che il solo numero di critici del CPP in carcere mostra chiaramente la mano del CPP. Ad essere stati incarcerati, lo scorso anno, sono oltre 20 persone, tra le quali quattro persone del gruppo dei diritti umani Adhoc ed un ufficiale della Commissione Elettorale Nazionale.
“Il CPP dice sempre che i giudici sono autonomi, ma tutto il paese e il mondo intero sa che sono controllati dal partito al governo”.
“Sono in galera senatori, parlamentari e militanti, come pure chi difende i diritti umani, rappresentanti di ONG, ed il vice segretario della commissione elettorale nazionale. E’ una repressione sui militanti democratici. E’ una cosa politica”.
Infatti la missione dell’Unione Europea a Phnom Penh sarebbe potuta essere pure scusata per aver creduto che il CPP stesso aveva creato il caso contro i militanti dell’opposizione già in carcere, se si considera che un rappresentate di grado del governo lo aveva ribadito solo due mesi prima. Il 4 maggio Ouch Borith, segretario al ministero degli esteri, parlando ad un incontro del Comitato Congiunto Cambogia Europa, aveva detto ai diplomatici europei che il CPP non aveva altra scelta se non arrestare i critici.
“La nostra storia unica ha fatto della pace e della stabilità i valori fondamentali da preservare a tutti i costi” disse Ouch Borith prima di accusare il CNRP dei “loro comportamenti ed incitamenti disonesti e provocatori” contro il CPP.
“E’ con profondo dispiacere che il CNRP ha violato in modo continuo i termini della Cultura del Dialogo lasciando così al CPP nessuna altra scelta se non andare davanti al tribunale per sostenere il governo della legge in Cambogia” disse Ouch Borith.
La chiara influenza sui giudici del CPP si dimostrò anche nel luglio 2014 quando sette parlamentari del CNRP furono immediatamente rilasciati dal carcere qualche ora dopo che il capo dell’opposizione Sam Rainsy sottoscrisse un accordo con Hun Sen che poneva fine al boicottaggio del parlamento per un anno.
Kem Ley, che guidava il gruppo politico di base Khmer per i Khmer” sostenne che era chiaro come Hun Sen fosse felice che la gente capisse che stava ordinando ai giudici di liberare i suoi oppositori, mentre continuava ad insistere che non aveva potere.
“Non gliene frega” disse Kem Ley parlando di chi poteva capire l’influenza di Hun Sen dietro gli arresti. “Tutti lo sanno. Persino i bambini sanno che tutto è nelle sue mani … E’ il primo ministro che fornisce la prova che il governo interferisce con la magistratura. Le sue parole prima delle sentenze, degli arresti, dei processi, o questa minaccia di mandare qualcuno in carcere a vita. Questa è la grande prova dell’interferenza”.
Il portavoce del consiglio dei ministri Phay Siphan, uno dei grandi sostenitori nel CPP del governo della legge” disse che non c’era conflitto tra le parole di Hun Sen che minacciava di ergastolo Sokha e l’affermazione di non aver potere su questo caso in un singolo discorso.
“L’opposizione ha i pregiudizi e considera le cose sempre allo stesso modo” disse Siphan aggiungendo che non c’era nulla di male nell’informare Sokha della conseguenza delle sue azioni criminali.
“Se non appaiono in tribunale o rispettano la corte, resteranno in carcere per sempre. Ma igiudici hanno la loro discrezione e non è perché il primo ministro dice così. “Qualunque giudice che cede alle pressioni di qualcuno sarebbe nei guai comunque”.
Alex Willemyns Cambodiandaily.com