Alcuni di loro provengono dal piccolo villaggio di Srosomthmy, uno dei piccoli aggregati di capanne dentro al distretto.
Mentre loro lavorano nei campi, gran parte delle donne partecipano ad un incontro importante al centro del villaggio per sapere della questione che colpisce loro e l’intero paese, la tubercolosi.
La tubercolosi è la principale causa di morte come malattia infettiva a livello globale, e la Cambogia, nel 2015, ha il più alto tasso al mondo con 380 persone infette ogni 100 mila abitanti.
La Cambogia è un piccolo stato con una popolazione appena superiore ai 15 milioni di persone. Il numero totale di infetti sembra basso se lo si paragona a livello globale conto paesi come l’India, che aveva 2,85 milioni di nuove infezioni nel 2015 contro ai 59 mila della Cambogia.
Ma per la tubercolosi, il tasso di infezione è qualcosa di più importante, poiché mostra una maggiore concentrazione e, considerato che la malattia si trasmette per via aerea, una maggiore opportunità di infettarsi.
Insieme ai segni ed ai sintomi della malattia e al migliore trattamento, è proprio di questo che le donne di Srosomthmy imparano in un incontro di informazione gestito dalla ONG locale RHAC.
“Qualcuno farà la tosse per mesi e la gente dirà che si tratta di un vecchio e la tosse viene con l’età” dice Jamie Tonsing, direttore per la regione di IUATLD, Unione Internazionale contro la tubercolosi e le malattie dei polmoni, il quale crede che ci sia bisogno di una maggiore coscienza della tubercolosi per assicurare che la gente abbia le medicine e prevenire che si infettino altri.
La tosse è uno dei tanti sintomi della tubercolosi e di come si diffonde, attraverso l’aerosol che porta il battere infettivo. Spesso la gente attende che i sintomi diventano insopportabili prima di chiedere una diagnosi o le medicine. Altri sintomi sono le sudorazioni di notte e la perdita di peso.
La ricerca di trattamenti medici, dice Ronsing, “è una delle ultime priorità”.
Decenni di disordini civili e durezze economiche hanno lasciato la Cambogia, la sua gente e la sua infrastruttura sanitaria bisognosi di riprendersi.
“L’intero sistema sanitario non esisteva dopo la guerra civile” dice Tonsing ed il paese aveva perso la maggioranza dei dottori e degli infermieri. Secondo OMS, restarono agli inizi degli anni 90 una cinquantina di dottori, dopo un periodo in cui ne stavano circa 600.
Senza tante risorse a tossire non sono rimasti solo i vecchi, perché la Cambogia ha una popolazione di età mediana di 25 anni.
L’indagine dell’OMS nel 2002 mostrava dei tassi di infezione di tubercolosi fino a 1500 infezioni ogni 100 mila abitanti, cinque volte il tasso attuale.
Ma dalla fine della guerra civile oltre 15 anni fa, furono fatti grandi sforzi per riportare il paese in condizioni di normalità con progressi forti in termini di controllo della tubercolosi.
Un coordinamento significativo tra donatori globali e organizzazioni tra i quali OMS, Agenzia della cooperazione giapponese e il governo Cambogiano, portarono alla formazione del Centro Nazionale per il controllo della Tubercolosi e della lebbra nel Ministero della sanità.
Questo a sua volta trasformò il modo di fare i trattamenti tra i quali l’addestramento di operatori sanitari locali e di infermieri e decentrando la cura affinché la gente potesse essere trattata nella loro struttura sanitaria locale, invece che in ospedali lontani fino a cento chilometri da casa.
La distanza infatti significa che tanti non riescono a curare la propria famiglia che è con loro; qualcuno ha bisogno di stare a casa con i piccoli o a guadagnarsi da mangiare.
“I tassi restano alti” dice Tonsing che sottolinea come il paese, benché non sia in cima alla lista, resta comunque tra i primi dieci paesi.
“Ci vogliono tanti anni per larli scendere … è la natura della Tubercolosi” dice mentre sottolinea che i tassi globali sono scesi di 1,5% all’anno 2000.
Ma poiché hanno visto un declino, i paesi donatori hanno iniziato a svincolarsi, dice Tonsing, credendo che il governo nazionale dovrebbe poter essere capace di farsene carico, ma lasciando i dottori della regione nella preoccupazione che si possano invertire quei progressi compiuti nei pochi decenni passati.
“Non si devono ritirare i finanziamenti” dice Tonsing la quale sottolinea che il Giappone si è ritirato dai programmi di finanziamento nel 2014. Dopo aver lavorato sull’epidemia in Cambogia per cinque anni e lavorando ora sull’epidemia nella regione del sudestasiatico, Tonsing crede che il programma nazionale della Tubercolosi non riesce a gestire gli sforzi di controllo da solo. “Si perderà tutto quello che si è guadagnato finora”.
Mentre i finanziatori si ritirano, i dottori che lavorano sul programma della tubercolosi temono che si allargherà la mancanza dei fondi esistenti che permettono ora al sistema sanitario di funzionare.
Secondo l’OMS, nel 2015, solo il 12% del programma della tubercolosi era finanziato localmente, 47% da donatori esteri ed il 42% restante è rimasto senza finanziamenti.
La chiave di volta per porre fine alla tubercolosi in Cambogia è di chiudere non di allargare quel gap di finanziamenti, dice Mao Tan Eang, direttore del programma sulla tubercolosi.
Fa l’esempio dell’ospedale del distretto di Kampong Cham, che serve i suoi distretti circostanti tra i quali Mamot. L’ospedale tratta un terzo dei campioni di tubercolosi del paese, cinque milioni di persone, ma senza ulteriori finanziamenti non potrà continuare a fare le analisi che sono importanti per ricercare la resistenza alle medicine.
“La Cambogia ha un tasso alto di infezioni perché la diagnosi è sottodimensionata” dice Mishal Khan della London School of Hygiene and tropical medicine. Khan ha lavorato con il programma della tubercolosi cambogiano per identificare le loro priorità per fermare la malattia.
“La gente resta senza diagnosi per periodi lunghi di tempo. Abbassare le infezioni sarà una bella sfida perché ci sono le persone che possono diffonderla” dice Mishal Khan.
Nel 2015 Kahn lavorò con i gruppi nazionali per identificare quello che si doveva rendere prioritario per affrontare i tassi di infezione. Il bisogno di integrare tutte le malattie, come HIV, tubercolosi e malaria, avrebbe aiutato le persone ad avere una diagnosi, poiché potevano essere testati quando andavano all’ospedale per altre ragioni.
Quello di cui c’era bisogno, insieme ad un numero maggiore di centri per la salute a livello locale perché la gente potesse andarci, era questo per continuare ad abbassare i tassi di infezione. “Quello è quello di cui credo ci sia bisogno”
In un paese come la Cambogia in cui 79% della popolazione vive nelle campagne secondo la Banca Mondiale, locale non è proprio l’ideale, ma è una necessità per portare la gente nel sistema sanitario.
Qualunque sforzo richiederà anni per farsi sentire, aggiunge Tonsing. C’è la povertà, sistemi di assistenza sanitaria ancora bisognosa di risorse e HIV nella popolazione. In Cambogia circa 74 mila persone vivono con HIV che indebolisce il sistema immunitario permettendo alla tubercolosi di insediarsi più facilmente.
“Tutto questo è quello che alimenta la epidemia di tubercolosi in Cambogia” dice Tonsing.
Meera CNN