Tra fiumi grandiosi e dense mangrovie, gli attivi mercati galleggianti nel Delta del Mekong vietnamita hanno da sempre dato forma alla ben nota civiltà dell’acqua.
Rimangono ancora una dozzina di mercati galleggianti lungo le grandi vie d’acqua attorno al delta, dove barche, case e mercati galleggiano su una rete intricata di canali, fiumi e viuzze, arterie del panorama.
Nessuno conosce l’età dei mercati galleggianti del Delta, ma alcuni storici credono che siano venuti in auge sin dal XIX secolo nella Dinastia Nguyen. Da allora sono stati i mercati più grandi che danno vita a migliaia di vite galleggianti.
Nei mercati galleggianti vietnamiti centinaia di barche e sampan, carichi di frutta e verdura, fiori, prodotti artigianali, si radunano per scambiare i loro beni creando uno scenario affollato e dinamico. Il commercio attivo di queste città galleggianti si erge a contrasto contro lo stile di vita calmo delle rive dei fiumi. Più importante, comunque, sono considerati fondamentali, per comprendere l’identità e le tradizioni degli abitanti del Delta del Mekong, i valori storici e culturali che i mercati riflettono.
La civiltà dell’Acqua del Delta
Nel periodo pre-coloniale, sono molti gruppi etnici differenti che migrarono nel Delta del Mekong dalle zone settentrionali e centrali del Vietnam, dalla Cina, Cambogia e Penisola Malese. Attraverso le attività di commercio e le interazioni nei mercati galleggianti, mescolarono gradualmente le loro culture in modo armonioso, sebbene restino distinti per alcuni aspetti. In questo senso i mercati galleggianti del Delta sono dei “crogioli” che hanno visto da secoli la fusione di nazionalità, di culture ed etnie.
Nonostante secoli di appropriazioni culturali e conquiste straniere, la gente del Delta di rado è stata una copia carbone dei loro invasori o dei loro mentori. Piuttosto, assimilarono dall’esterno le idee che volevano, adattandole e creando una sintesi.
Come lo si vede dalle loro tecniche di costruzione dei sampan, dalla religione indigena Hoahaoismo, dal vestire e dalle abitudini alimentari, gli abitanti del posto hanno con destrezza sintetizzato e localizzato concetti esterni per creare una loro variazione.
Il tradizionale vestito indossato dalla gente del Delta nel passato ed ora indossato dalle donne dei mercati, Ao Ba Ba, combina i disegni delle tuniche introdotte dagli esuli cinesi e marinai malay.
La zuppa di spaghetti riso, Bun Nuoc lèo, con pesce fermentato, maiale arrosto e frutti di mare, preferito nel Delta per colazione, si è sviluppato mescolando tre ricette khmer, vietnamita e cinese. Questi prodotti di fusione culturale sono le cose più uniche e popolari che i turisti vivono e godono nei mercati galleggianti del Delta del Mekong.
Poiché le zone basse del Delta spesso si allagano, restare a galla è parte inevitabile della vita per gli affari locali. I commercianti innovano in modo creativo le loro barche per sostenere la vita familiare sull’acqua mentre lavorano. Loro riescono a vivere sul fiume; molti vincolano la loro vita nelle loro case galleggianti da generazioni. Queste famiglie galleggianti, gli stili di vita, i credi religiosi sono caratteristiche distinte dei mercati.
I mercati galleggianti sono dei grandi mercati all’ingrosso nel Delta. Sin dalle quattro del mattino, centinaia di grandi barche e sampan gettano le ancore lungo le rive, formando una linea che si estende per due chilometri.
Gli affari cominciano qui allo scoccare dell’alba, quando l’aria è ancora fresca per scemare verso le nove. I proprietari delle grani barche portano tutto quello che vogliono vendere dai villaggi distanti anche decine di chilometri.
Al sorgere del sole i mercati sono intasati di sampan di mercanti e clienti. Poiché lo spazio è stretto e il traffico non si ferma mai, la velocità è fondamentale per una transazione sull’acqua. Chi compra viene da terra e con la barca. Mentre passano da una barca all’altra, spesso si fermano per godersi una zuppa bun nuoc leo preparata a fuoco vivo, da far paura, su fuoco aperto in speciali sampan che fanno da fastfood, oppure bevono su piccole zattere che fanno da caffè galleggianti. Nel turbinio delle barche ci sono anche altre attività, da chi vende biglietti della lotteria, alle estetiste, a chi fa pozioni vegetali, che a mala pena riescono a tener fronte alla richiesta.
Come tutti i commercianti accorti, le vendite nei mercati galleggianti vanno meglio se accompagnate da sorrisi e persino con la pubblicità. Chi vende spesso tiene un campionario di quello che vende su una postazione di bambù, cay beo, nella lingua locale. Sono centinaia i bambù, decorati con fiori e verdura, a puntare verso l’alto. Insieme con la confusione delle risa e dei colloqui i mercati galleggianti costituiscono uno spettacolo pittoresco, come in un festival.
Vivere in case galleggianti significa che mancano tanti servizi, come l’accesso alle scuole e alla salute, ma hanno di contro un facile accesso all’acqua su cui poggiano quasi completamente per la propria sussistenza. Una tale vita nomade li mette alla prova ed insegna loro, figli compresi, ad adattarsi e a convivere bene con un nuovo ambiente, specialmente quando la natura prova a riprendersi il vicinato. Loro hanno acquisito esperienza e costituito la conoscenza e saggezza indigene su come sfruttare in modo giusto la natura e come adattarsi alle circostanze diverse.
I tesori culturali che scompaiono
Per secoli i mercati galleggianti hanno testimoniato il processo duale di formazione dello stato e costruzione dello stato nel Delta. Sono rimasti gli stessi per generazioni, sopravvivendo ai conquistatori siamesi, francesi e americani che venivano e scomparivano, seguiti dai comunisti che combatterono un’infinita serie di battaglie dell’acqua qui e lasciarono quel pezzo di capitalismo ritrovato nei mercati qui solo durante il periodo precedente al Moi Doi.
Certo i mercati galleggianti stanno cambiando profondamente. Un decennio fa il mercato galleggiante più grande del Delta a Cai Rang, si estendeva per due chilometri vicino la confluenza tra il fiume Cai Rang ed il Hau. Oggi il mercato si è dimezzato come grandezza. I turisti vietnamiti del nord vengono a vedere questa parte che scompare dei mercati galleggianti antichi della regione, ma la sopravvivenza di tali mercati è compromessa.
Per migliorare la vita della gente nel Delta del Mekong, c’è una spinta al progresso che potrebbe però portare questi mercati galleggianti ad estinguersi.
Per generazioni i commercianti del posto hanno vissuto sulle case galleggianti, spostandosi tra campi e villaggi per raccogliere ed acquistare i prodotti dei contadini, prima di trasferirli al mercato attraverso la rete intricata di vie d’acqua libere. Ma a cominciare dagli anni 90, il governo decise di mobilitare i contadini del Delta per costruire una rete dighe di fiume e di chiuse per controllare gli allagamenti annuali. Questa politica ha reso possibile avere due o tre raccolti l’anno nelle terre un tempo umide del Delta. Ma allo stesso tempo ha avuto impatti irreparabili sull’ambiente e gli ecosistemi, impedendo alle zone umide di arricchirsi dalle inondazioni annuali.
Quando il sistema di dighe fu completato negli anni 2000, chiaramente ostruivano il traffico fluviale regionale, ed i commercianti non potevano più muoversi liberamente con le loro barche ai mercati galleggianti. Molti non ebbero altra scelta che cambiare stile di vita.
Un peso maggiore lo ha avuto l’urbanizzazione del delta, seguito dall’espansione enorme delle infrastrutture di trasporto e la proliferazione di mercati moderni con l’aria condizionata, che ha velocemente surclassato il ruolo dei mercati galleggianti e il traffico fluviale in generale. Con la rete di ponti e strade sono i camion e non le barche a portare i beni, e le compere si fanno nelle strade bloccate dal traffico più che sui fiumi. La situazione attuale ha allarmato tante persone sul rischio che i mercati galleggianti abbiano raggiunto la loro data di scadenza.
Mai Thi Mung è una commerciante che aveva la sua casa galleggiante, e ricorda come la sua famiglia viveva la loro vita nomade, prima di aver abbandonato la vita galleggiante tre anni fa. Le dure condizioni di vita, come la mancanza di elettricità, acqua corrente e l’istruzione, le impedirono di restare al passo col tempo.
“Restare a galla è un buon modo, benché noioso, per chi ama la natura… Ma la vita era dura allora” dice Mung. “Ora preferiscono trasportare beni e verdure con i veicoli perché più convenienti e veloci delle barche. Solo chi non riesce a vivere sulle rive resta sul fiume”.
Mung è tra i tanti commercianti dei mercati galleggianti che hanno deciso di andare a riva e continuare con attività non rivierasche nelle costruzioni e nelle fabbriche. Ma per loro resta memorabile la loro vita passata, quando vivevano, compravano, vendevano e mangiavano sulle loro barche, dove incontravano nuovi amici e imparavano nuovi costumi quando viaggiavano.
“Il percorrere i fiumi nel Delta del Mekong rendeva i commercianti come noi più recettivi e aperti. Abbiamo imparato tutto, dalle unità di misura locali, ai dialetti, alle ricette, ai riti dei matrimoni e funerali poiché ambiano da provincia a provincia” dice Hai Cong, marito di Mung.
Nuove promesse e frontiere
I mercati galleggianti non sono più affollati e diventeranno ancora più desolati nella nuova era del Delta. Ma cambia anche qualcos’altro, e forse non è male per chi ha ancora un forte attaccamento al loro stile di vita galleggiante. Una rapida crescita turistica ha contribuito molto alla crescita delle entrate e di opportunità nei mercati. La gran parte dei mercati galleggianti come quelli a Cai Rang (Can Tho City), Phung Hiep e Nga Bay Hau Giang), e Cai Be (Tieng Giang), sembrano essere diventate delle mete obbligate turistiche ed attraggono ogni giorno da 500 a 700 visitatori, quasi tutti stranieri.
Alcune agenzie turistiche in Vietnam includono nei loro itinerari visite ai mercati galleggianti e collaborano con la gente locale per offrire servizi ai turisti. Quello che un tempo era un modo di vivere nel Delta del Mekong è diventato velocemente una nuova forma moderna di intrattenimento. I piatti locali che sono cucinati e serviti direttamente da una barca e la vendita di frutta sono diventate le grandi attrazioni quotidiane per ogni mercato galleggiante. Alcuni stranieri godono anche a navigare i mercati con giri di barche personali date da ex commercianti.
Comunque un altro pericolo sembra sfidare le prospettive turistiche. Mentre la Thailandia e l’Indonesia hanno sviluppato un turismo regolare legato alle comunità nei loro mercati galleggianti, le autorità locali delle province del Delta si dibattono ancora per impedire ai residenti e ai commercianti di continuare con le loro vecchie abitudini di buttare tutti i rifiuti nei canali, dalle verdure alla frutta, alle buste di plastica ai cartoni per alimenti, oltre a fare i propri bisogni nel fiume.
Gli esperti del posto mettono in guardia sul fatto che i mercati non attireranno più turisti se non si affrontano le questioni dell’inquinamento. Finora però gli amministratori locali hanno avuta poca fortuna ad affrontare il problema.
“L’abitudine a rilasciare i reflui umani a fiume non è facile da cambiare” dice Nguyen Duy Minh del distretto di Cai Ring. “Abbiamo costruito bagni pubblici sul una zattera, ma si rifiutano di usarli.”
Per Nguyen Trong Nhan dell’università di Can Tho le autorità locali, per rendere i mercati galleggianti più attraenti, devono migliorare la protezione ambientale, cambiare il modo di ancorare le barche e diversificare beni e servizi offerti. “I mercati galleggianti restano importanti per la crescita locale per l’aspetto turistico non di commercio. KL autorità locali devono riconoscere questo fatto per cambiare le attività del mercato ed adattarsi al gusto e alle richieste dei turisti”.
Considerazioni finali
Nell’era globale di oggi, i gusti e le abitudine commerciali della gente del Delta sono cambiate in modo significativo a favore dei centri commerciali a più piani ben equipaggiati che crescono come funghi sul delta. I pittoreschi mercati galleggianti, perciò, sembrano vecchi per competere. Potrebbero comunque giocare un ruolo per ricordare la storia del Delta del Mekong. A quel fine i commercianti che ancora restano sul fiume hanno iniziato a cambiare attivandosi a vari gradi nello sviluppo del turismo locale.
Ma i cambiamenti che raggiungono i mercati galeggianti, anche se potrebbero portarli alla fine, non sono sempre cattivi per la gente coinvolta. Le generazioni più vecchie dei proprietari delle case galleggianti non hanno mai frequentato una scuola e sono restati indietro, il costo di restare a galla. Ora sembra che sarà l’ultima generazione costretta a vivere sul fiume e a muoversi sempre.
Sudano e lottano con la sola speranza che i loro figli avranno una vita migliore: finire le scuole ed avere un lavoro migliore con paghe sostenibili. Quella speranza potrebbe essere l’ultimo capitolo reale, perché un futuro migliore per la prossima generazione significherà di certo l fine per questi mercati galleggianti vecchio stile che un tempo seguivano le maree dei grandi fiumi che dividono e connettono il Delta del Mekong.
Mentre i pianificatori del Vietnam si dibattono ancora per il giusto modo di sostenere questi mercati ricchi di cultura, il turismo locale di comunità sembra essere la possibile salvazione per i commercianti locali ed altre imprese economiche.
Negli ultimi anni è cresciuta la reputazione per i mercati galleggianti del delta, come testimoniano gli arrivi di turisti che giungono anno dopo anno. Ma i pericoli, dall’inquinamento ambientale al cattivo governo, restano ancora lì, a sfidare tutti i tentativi di salvare i mercati galleggianti.
Le autorità locali devono dare ai gruppi della società civile la possibilità di prendere parte all’educazione delle comunità e alla costruzione delle capacità poiché possono meglio affrontare i problemi che il governo talvolta non riesce a risolvere.
Il Vietnam potrebbe imparare dai mercati galleggianti di Bangkok a sviluppare un proprio paradigma di mercato galleggiante legato al turismo per il proprio Delta del Mekong.
Nguyen Minh Quang e Dao Ngoc Canh, TheDiplomat