Rappresentate dal senatore Cayetano, le Filippine sono state lunedì sul banco degli imputati durante la sessione del consiglio dei diritti umani di Ginevra per la revisione periodica della sua storia dei diritti umani.
La presidenza Duterte e gli oltre 7000 morti connesse alla guerra alla droga hanno attirato la critica della maggior parte dei paesi del mondo.
Il consiglio dei diritti umani è formato da 47 paesi e rivede la situazione dei 193 paesi aderenti all’ONU. L’attuale sessione di due settimane tocca 14 paesi tra i quali UK, India e Sudafrica e Filippine.
Su 47 paesi 45 hanno condannato le Filippine non solo per gli omicidi extragiudiziali, che il famoso Senatore Cayetano ha provato a negare, ma anche per il possibile ritorno della Pena Capitale e perché vogliono ridurre l’età dei bambini per renderli penalmente perseguibili. Le stesse scomparse forzate sono un evento profondamente preoccupante, ha detto il rappresentante del Vaticano Mauro Cionini.
Canada, Australia, Brasile, Francia, Germania, Ghana, Europa, hanno chiesto alle Filippine di porre fine agli omicidi extragiudiziali, alle scomparse forzate, agli arresti e detenzioni illegali, alla tortura.
Se la Cina ha detto, come sempre, che di questioni interne non ci si può immischiare, l’Europa ha ricordato che le Filippine sono firmatarie di accordi internazionali, fanno parte del consiglio con seggio permanente e che quindi devono rispettare questi patti internazionali.
Dal 2008, durante il governo Arroyo, le Filippine furono invitate a rivedere la propria storia di diritti umani per gli omicidi di attivisti di base per mano di sicari legati alle forze di sicurezza o ad armate private. Una delle personalità in questione fu il generale Palparan. L’altra grande strage fu Maguindanao. Col governo Aquino la situazione migliorò di poco. Si deve ricordare ancora Padre Fausto Tentorio ed i tanti militanti uccisi da politici di turno, come pure si deve ricordare l’arresto di Palparan e comunque la non volontà o l’incapacità di incidere sulla questione dei diritti umani.
Con Duterte si è aperta una voragine che sta portando allo sfacelo il sistema giuridico e penale filippino.
I fatti alternativi del senatore Cayetano che nega gli omicidi extragiudiziali siano mai esistiti
Le notizie di migliaia di persone uccise dalla polizia nella repressione del governo filippino per la guerra alla droga sono “fatti alternativi”, menzogne, ha detto il senatore filippino Alan Peter Cayetano, alleato di Duterte, al Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU a Ginevra.
Il senatore Cayetano ha così voluto negare le accuse di omicidi extragiudiziali come un modo per screditare Duterte.
Secondo il senatore Cayetano le statistiche raccolte dagli osservatori dei diritti umani hanno catalogato sbagliando tutti gli omicidi nelle Filippine come extragiudiziali “che semplicemente non è vero”, ha detto il senatore al Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU.
I governi occidentali hanno espresso la propria profonda preoccupazione per la polizia e per gli omicidi di vigilanti di persone sospettate di essere tossicomani per ordine di Duterte.
Almeno 7000 persone, in gran parte poveri delle città, sono state uccise nella campagna brutale per reprimere l’uso delle droghe nelle Filippine da quando Duterte salì alla presidenza lo scorso anno. E’ quello che ha dichiarato HRW all’inizio della sessione di lunedì, ricordando le parole stesse di Duterte di Agosto quando disse: “Il mio ordine è di sparare per uccidere. Fate meglio a credere quando vi dico che non me ne frega dei diritti umani”.
Alcuni militanti filippini fissano il numero delle persone uccise durante le incursioni veloci su motociclette ad un valore molto maggiore. “Sta diventando peggio. Non esiste una sola notte in cui non ci sono omicidi” dice Ciriaco Santiago, un missionario protestante che documenta le morti a Manila. Secondo il missionario Manila vive una media di 1000 persone al mese.
Il senator Cayetano ha detto che queste cifre non sono accurate e sono politicamente motivate. “Prima cosa, non esistono omicidi sponsorizzati dallo stato. Seconda cosa non esiste un’improvvisa ondata di omicidi. Sempre il governo Duterte cerca di mantenere alto il governo della legge”.
Cayetano ha detto che si tratta di “una tattica politica di cambiare le definizioni” dato che il numero di omicidi lo si contava differentemente sotto il precedente governo Aquino.
Con l’arrivo di Duterte Cayetano ha detto che i gruppi dei diritti umani ed i suoi critici hanno cambiato il modo di registrare gli omicidi includendo chiunque non sia morto di cause naturali o per incidente.
Ha riconosciuto comunque, dopo la sessione del consiglio, che qualcuno era morto in modo violento, ma “non è giusto attribuire tutte queste morti alla guerra alla droga”.
La dichiarazione di Cayetano a Ginevra giunge dopo che, una decina di giorni fa, avvocato per conto di un ex-ufficiale di polizia ed un ex sicario ha denunciato Duterte ed altri espondenti alla Corte Penale Internazionale a L’Aia per omicidio di massa.
Zeid Ra’ad al-Hussein, il presidente del Consiglio Dei Diritti Umani, disse a dicembre che gli omicidi che Duterte fece nella cittadina di Davao durante il suo periodo da sindaco “costituiscono chiaramente omicidio” e alHussein ha invitato le autorità filippine ad indagare.
Duterte ha negato un suo coinvolgimento nelle squadre della morte ma disse che non sarebbe stato intimidito dalle minacce di indagine della Corte Penale di Giustizia e che non avrebbe fermato la campagna contro la criminalità e la droga, dicendo anche “sarà brutale”.
Il senatore Cayetano, alleato stretto di Duterte candidato alla vicepresidenza senza essere stato eletto, ha presentato la prima difesa del governo filippino della sua storia di diritti umani davanti ad un corpo internazionale.
Ha detto che la polizia ha arreso quasi 65 mila personalità della droga, sottolineando che queste persone, tossicomani o spacciatori, “erano state arrestate, sua eccellenza, non uccise”.
In dieci mesi di presidenza Duterte c’è stato un totale di 9432 omicidi e 2692 morti sono il risultato di “operazioni di polizia presunte legittime”, ha detto il Senatore Cayetano.
“Credetemi, una morte o un omicidio è anche troppo”. Ma se c’erano più morti nelle operazioni di polizia che sotto le precedenti amministrazioni, era perché è stato accelerato il ritmo delle operazioni.
Nel clima complessivo di moltissimi governi che hanno chiesto di porre fine agli omicidi extragiudiziali e dei vigilante e di punire i responsabili, la Cina, col suo ambasciatore Ma Zhaoxu, invece che ha votato contro la delibera finale ha apprezzato “la campagna olistica” di affrontare il problema della droga nel paese.
Una settimana dopo che il presidente Americano Trump ha invitato il presidente Duterte alla Casa Bianca, sollevando preoccupazioni per un chiaro abbraccio del presidente Americano di un capo di stato accusato di violazioni dei diritti, un diplomatico americano a Ginevra ha chiesto una indagine completa sulle accuse.
“Crediamo sia importante che il governo filippino indaghi le accuse di oltr 7000 morti associate con la campagna contro le droghe dal luglio 2016, compreso le 2600 morti causate dalle forze di sicurezza e i 4000 da sicari sconosciuti” ha detto il diplomatico Jessica Carl.
Human Rights Watch è stato più critico. “La negazione del governo e il rifiuto della critica mostrano che non ha alcuna intenzione di adeguarsi agli obblighi internazionali” ed ha invitato l’ONU ad istituire un’inchiesta internazionale sugli omicidi.
Nick Cumming Bruce, NYT