Uno dei maggiori punti di contrasto nei negoziati in corso tra governo birmano, gli autonomi militari e i tanti gruppi armati etnici riguarda il livello di autonomia da garantire alle aree di frontiera e come distribuire la devoluzione del potere tra i vari gruppi etnici.
Nonostante le recenti elezioni ed una transizione verso una quasi democrazia, il Tatmadaw, cioè le forze armate birmane, resta la più potente istituzione del paese. Vari capi militari hanno sminuito, negato e represso le lamentele delle minoranze etniche come la storica protesta contro gli abusi militari e le insensibilità che hanno perpetrato i conflitti armati.
Queste attitudini sono proseguite con il capo di fatto Aung San Suu Kyi e la sua iniziativa di pace di Panglong del XXI secolo. Il comandante del Tatmadaw Min Aung Hlaing ha detto nel suo messaggio di apertura il 24 maggio che era necessario superare “i giudizi sbagliati e le incomprensioni” del passato tra i gruppi etnici che hanno portato a “conflitti armati che sono spuntati da tutte le opinioni sbagliate”.
Internamente comunque i militari devono essere coscienti dei tanti problemi che l’indipendente Myanmar, conosciuta come Birmania, ha ereditato nel ricevere l’indipendenza dal governo coloniale. L’ex colonia mise insieme popoli con pochissime cose in comune o con conflitti radicati che sono antecedenti al loro arrivo nel XIX secolo.
I britannici sfruttarono quelle secolari tensioni etniche con la tattica del divide et impera, la tattica che i capi militari birmani successivi adottarono per mantenere lo status quo del governo etnico birmano in un sistema fortemente centralizzato. Si nota benissimo questo approccio cinico alla pace e alla riconciliazione nelle posizioni ufficiali militari secondo cui Myanmar ospita “135 razze nazionali”
Non è chiaro comunque quello che i militari chiamano razza. Una lista ufficiale delle presunte 135 razze nazionali fu compilata nel censimento del 2014, anche se non risalgono all’era coloniale come asserito dai militari. Il Censimento dell’India del 1931, l’ultimo condotto sotto il governo coloniale, enumera 20 gruppi etnici tra i quali i discendenti Cinesi ed Indiani.
La legge della Cittadinanza del 1982, che in modo controverso ha definito tipi di cittadinanza differenti e privato erti gruppi di tale diritto, non dice esplicitamente che ci sono 135 razze nazionali. Piuttosto specifica differenti tipi di cittadinanza a seconda di quanto tempo prima si erano insediati i gruppi etnici con gli attuali confini nazionali.
La legge dice che gruppi etnici come Kachin, Kayah, Karen, Chin, Burman, Mon, Rakhine, Shan ed altri che risiedevano in Myanmar prima della guerra anglo-birmana del 1824-1826 sono considerati cittadini birmani completi. Non si menziona alcuna prima data di arrivo. Altri che sono giunti dopo la guerra potevano essere riconosciuti come “associati” o “naturalizzati” secondo la legge.
Il concetto delle 135 razze nazionali fu avanzato per la prima volta negli anni 90, quando Myanmar era governato dalla giunta militare dello SLORC, senza però che fossero identificate specificamente al momento le precise etnie.
L’esperto Martin Smith scrisse nel suo studio del 1994 “Gruppi etnici in Birmania: sviluppo, democrazia e diritti umani” che lo SLORC citò “135 razze nazionali” senza “produrre dati affidabili o liste di nomi”.
Uno dei primissimi riferimenti alle 135 razze nazionali fu un articolo scritto da “un alto ufficiale del Tatmadaw” il 7 agosto 1991 nell’organo ufficiale Working People’s Daily.
“Il fatto che ci sono 135 razze nazionali che vivono in Birmania è un freno all’idea di stendere una costituzione basata sul “concetto di grandi razze”.
La premessa sottesa dell’articolo, anche se non espressa apertamente, era che tutti i grandi gruppi etnici devono essere divisi in sottogruppi inferiori per evitare il riconoscimento e il negoziato con “le grandi razze”, cioè i Chin, Kachin, Karen, Rakhine e Shan tra i tanti.
La prima lista ufficiale di tutte le 135 razze fu prodotta precedentemente al censimento del 2014. La lista cita una dozzina di razze nazionali nello stato Kachine, nove nel Kayah, 11 nel Kayin, 53 nel Chin, nove gruppi etnici separati Bamar, uno nello stato Mon, sette nel Ralhine e 33 nello Shan.
Le linee etniche si confondono in quasi tutte le classificazioni. Un esame più da vicino della lista dello stato Shan rivela, per esempio, che Tai Long o Grande Shan è enumerato due volte: una volta come Tai Long e l’altra come Shan Gyi che nella lingua Shan hanno lo stesso significato.
Nello stato Kachine, gli Hkakhu sono classificati come gruppo etnico separato, sebbene si riferiscano solo alla gente che vive al di sopra della confluenza dei fiumi Mali Hka e Nmai Hka, che formano il principale fiume birmano, Irrawaddy. E’ messo in lista come gruppo etnico separato i Gauri che sono più un clan.
La lista delle 53 razze nazionali nello stato Chin, nel frattempo, è di fatto una compilazione di vari dialetti parlati tra i Chin. Il resto della lista razziale è fatta in modo simile per creare razze separate a partire da coerenti larghi gruppi etnici.
Alcuni credono che i militari trovarono il presunto numero di razze nazionali mediante la numerologia.
Quando la giunta del SLORC dichiarò che erano esattamente 135 razze nazionali, alcuni analisti notarono che le tre cifre sommate davano il numero 9, il numero fortunato dei militari che simbolizza l’unità.
Nei regimi precedenti, le grandi decisioni erano erano quasi sempre nei giorni le cui cifre addizionate davano il 9. La presa del potere nel 1988 da parte dei militari avvenne il 18 settembre di quell’anno. Aung San Suu Kyi fu messa agli arresti domiciliari il 18 luglio 1989, mentre le elezioni del 1990 poi annullate che NLD vinse si tennero il 27 maggio. Ad un certo punto la Birmania aveva persino banconote da 45 e 90 kyat.
Usare la numerologia come guida per l’unità e la pace nazionali in un paese con tanti gruppi etnici come la Birmania, dove la guerra civile va avanti dall’indipendenza nel 1948, non è proprio un modo adeguato per andare avanti. E’ quindi un necessario approccio più realistico, basato sui fatti, che esamini le ragioni per cui tutti i precedenti tentativi di pace e riconciliazione sono falliti.
Se il paese debba essere un’unione federale, come la maggioranza dei gruppi etnici chiede, o mantenere una struttura nazionale fortemente centralizzata, come i militari credono necessario per prevenire la disgregazione lungo le linee etniche, è una questione difficile da stabilire a breve se ci sono tutti i 135 seggi in rappresentanza di ogni presunta razza al tavolo del negoziato.
Bertil Lintner, Asiatimes.com