Il capo delle forze armate indonesiane ha dichiarato che l’ISIS ha una presenza in tutto l’arcipelago indonesiano tranne che nella cristiana Papua, dichiarazione che è stata messa in dubbio da qualche esperto che ha notato che questo potrebbe essere solo il tentativo di screditare l’azione aniterroristica della polizia indonesiana.
“Dopo varie osservazioni vediamo che in quasi ogni provincia c’è già una cellula ISIS, ma sono cellule dormienti” aveva dichiarato il generale Gatot Nurmantyo. “Queste cellule dormienti possono facilmente unirsi ad altre cellule radicali in ogni momento.”
Vari esperti hanno posto qualche dubbio.
“Il commento di Nurmantyo sono alquanto allarmisti poiché è discutibile che ci siano cellule dormienti nelle 33 province” ha detto Todd Elliott della Concord Consulting di Giacarta. “E’ più certo che esistono sostenitori del gruppo terroristico per il paese oltre a quelli che si sono radicalizzati e sostengono gli stessi obiettivi come l’ISIS. Gran parte di loro sono persone che sostengono l’ISIS ma non sono inclini a fare violenze.”
Elliott comunque ha messo in guardia sul fatto che “esiste una piccola percentuale di persone disponibili alla violenza dello Jihadismo e che una parte sia determinata a sacrificare la propria vita per la causa terroristica.”
Per Jasminder Singh della Rajaratman School di Singapore i commenti di Nurmyanto non devono essere dismessi del tutto.
“Le dimostrazioni contro l’ex governatore di Giacarta Basuki dello scorso anno sono un indicatore che l’ideologia dell’islamismo è molto radicata ed è stata sfruttata per alcuni obiettivi politici. Lo stesso fondamento può facilmente essere sfruttato e mobilitato dai radicali dell’ISIS che hanno molti fattori da sfruttare come la povertà, la corruzione e il fascino dell’ideologia secondo cui i jihadisti fanno un servizio per l’umanità”
Singh ha aggiunto che mentre l’ISIS perde terreno in Sira ed Iraq la minaccia dei radicali di ritorno in patria è reale e non la si può ignorare.
I governi della regione sono in grande allerta da quando i militanti legati all’ISIS hanno preso la città filippina di Marawi tre settimane fa.
L’attacco di Giacarta dello scorso anno segnò il primo colpo dell’ISIS nella regione. Ci sono stati da allora una sequenza di piccoli attacchi ispirati all’ISIS nell’ arcipelago indonesiano, l’ultimo dei quali fu un doppio attacco suicida, lo scorso mese, alla stazione bus di Giacarta che uccise tre poliziotti.
Il ministro della difesa indonesiana, Ryamizard Ryacudu, disse all’inizio del mese che ci sono 200 mila simpatizzanti dell’ISIS nel sudestasiatico, e da paese musulmano più popoloso al mondo l’Indonesia è l’obiettivo principale per l’ISIS.
Ha anche detto che dei 1200 operativi dell’ISIS nelle Filippine, una quarantina sono indonesiani. Le autorità filippine hanno nominato sette indonesiani coinvolti nella battaglia di Marawi.
Mentre l’ISIS pone una minaccia chiara e presente all’Indonesia, gli analisti credono che l’affermazione del generale Nurmantyo sia probabilmente un attacco alla polizia che è al fonte dell’azione antiterroristica del paese.
I militari potrebbero avere una fetta maggiore della torta nazionale contro il terrorismo secondo Elliott. “Affermando che le cellule ISIS sono molto diffuse in Indonesia, il generale implica in effetti che la strategia corrente di lotta al terrorismo e radicalismo ha dei problemi”
“Questo è interessante alla luce del suo commento precedente che una legge rivista sul terrorismo che negasse ai militari un ruolo sarebbe un errore. Gatot sta insinuando che la polizia, particolarmente l’unità Densus 88, sia stata negligente nella lotta al terrorismo.” ha detto l’uomo di affari Johannes Nugroho.
Ma i dirigenti politici indonesiani come lo stesso presidente Joko Widodo ha elogiato l’attività del Densus 88 per la sua lotta contro i militanti.
Nugroho ha scritto in precedenza che la polizia indonesiana ha diritto ad un suo budget indipendente che è superiore a quello che i tre rami militari hanno. Nel 2013 per esempio, la polizia ricevette quasi 5 miliardi di dollari nel finanziamento governativo, mentre i militari dovevano dividersi 10 miliardi di dollari in tre.
Inoltre la legge contro il terrorismo pone in prima fila la polizia e l’Agenzia di Contrasto al terrorismo, mentre l’esercito ha solo un ruolo di sostegno.
Nurmyanto ha chiesto una revisione di questa legge che secondo lui sarebbe inefficace contro il terrorismo. All’inizio del mese notò che sarebbe stupido per Giacarta combattere i militanti secondo questo quadro legale esistente la cui revisione è dibattuta in parlamento.
Il capo militare non è nuovo a stranezze. A gennaio sospese in modo unilaterale la cooperazione alla difesa con l’Australia per una disputa militare. Questo portò Joko Widodo a descriverlo come “un po’ fuori controllo”.
Ben Ho, Today.com