Nel 2007 la comunità dell’intelligence filippina teneva sotto osservazione i coniugi Maute di Marawi, Cayamora Maute e la moglie Farhana.
I genitori dei noti Fratelli Maute, responsabili degli scontri nella loro patria, si coccolavano militanti indonesiani della Jemaah Islamiyah secondo un rapporto riservato dell’intelligence.
La coppia conosciuta, che vive e fa affari tra Marawii, Butig e Quezon City, aiutava lo spostamento di militanti fondi e rifornimenti. Usavano come facciata l’impresa commerciale di Farhana a Surabaya in Indonesia.
In quei giorni Al Qaeda era la maggiore rete terroristica al mondo e JI era un membro affiliato. Ea noto per il peggior atto di terrore nel paese musulmano più popoloso al mondo come le bombe a Bali del 2002 che fece 200 morti.
I militari usarono la coppia dei Maute per tracciare, secondo un militare che fu nelle operazioni, le attività dei militanti della JI nelle Filippine.
L’anno 2012 fu importante. I Maute portarono i militari a Ustadz Sasusi, uno dei sette membri del JI che si rifugiarono a Mindanao. Il terrorista, che sarebbe stato coinvolto nella decapitazione del 2005 di tre ragazze cristiane in Indonesia, fu ucciso nell’Università Statale di Mindanao a Marawi. (leggi: PH military says Indonesian terrorist killed)
Un rapporto dell’intelligence diceva che Sanusi si trovava in una casa di Mohammed Khayam Maute, uno dei figli della coppia.
Sembra che i militari avessero allentato un po’ il controllo sui Maute dopo la morte di Sanusi e sapevano poco che i giovani avrebbero poi portato nel paese l’ideologia del gruppo terrorista ben più radicale di Al Qaeda.
Omar Khayyam e Abdullah sono i capi riconosciuti del Gruppo Maute che loro preferiscono chiamare Dawla Islamiyah. Si crede che entrambi si siano radicalizzati in medio oriente. Omar Khayyam completò gli studi in Egitto, mentre Abdullah finì i propri studi islamici in Giordania.
Si pensa che Omar sia il cervello dietro al gruppo mentre Abdullah fa da comandante delle operazioni militari, sebbene un video mostri la partecipazione anche di Mohammad.
Raccontiamo la storia di una famiglia conosciuta dietro il gruppo terroristico fatto in casa che più efficacemente diffonde l’ideologia dell’ISIS nelle Filippine. Ci basiamo sulle informazioni della comunità dell’Intelligence e di varie interviste con gente della sicurezza, rappresentanti ufficiali e residenti di Marawi e Butig.
Fu anche l’anno 2012 quando i fratelli Maute iniziarono a mostrare la loro ideologia estremista e la tendenza violenta secondo residenti di Marawi.
Si credeva fossero membri di un gruppo violento che cominciò con attaccare gli omosessuali nella città. Poi il gruppo passò ad uccidere militari.
Samira Gutoc, quando fu eletta nella ARMM e reggente dell’Università di Mindanao, disse di aver detto alla polizia locale e ai militari di indagare sulle violenze nell’università. Era raccapricciata nel vedere giovani uomini in turbanti responsabili degli attacchi contro vittime tutte cristiane.
La gente dice che quelli furono gli inizi del Gruppo Maute. Ma i militari li avevano relegati nella penombra, sembrò, poiché l’anno seguente divenne il momento più critico del paese.
Tra le elezioni del maggio 2013, i filippini attaccarono Sabah a febbraio, seguaci di MNLF di Misuari attaccarono il villaggio di Zamboanga a settembre, un forte terremoto colpì Bicol e un supertifone colpì le Visaya.
Innalzare la bandiera dell’ISIS a Butig
I figli di Cayamora e Farhana riebbero l’attenzione della sicurezza del paese nel 2014, quando promisero fedeltà al ISIS. Ma fu solo nel 2016 che si guadagnarono il nome famoso di Fratelli Maute dopo aver attaccato un campo militare uccidendo due soldati vicino Butig, la città di Farhana. Furono lanciate 4 operazioni a Butig contro i fratelli Maute. Ad aprile imitarono le esecuzioni dell’ISIS decapitando due lavoratori cristiani vestiti in abiti arancioni. A Novembre issarono la bandiera nera del ISIS nel comune di Butig.
Il Gruppo Maute fu anche accusato per le bombe del 2 settembre a Davao che uccisero 15 persone.
Fu a Butig che Isnilon Hapilon, l’emiro del gruppo Abu Sayaff del sudestasiatico del ISIS , si sarebbe unito al gruppo Maute, nel dicembre 2016, per abbozzare un piano per stabilire un califfato a Mindanao Centrale.
I militari dimostrarono la propria forza mettendo in gioco i nuovi aerei militari per la prima volta e fare gli attacchi chirurgici.
Nel mezzo delle operazioni Duterte si recò in una città vicina a Butig per supplicare i capi locali a condannare l’ideologia ISIS. “Sapete se i Maute si ispirano all’ISIS, saremo tutti nei guai”.
Ma i suoi emissari verso il gruppo Maute non riuscirono a convincere il gruppo ad abbandonare i loro piani.
Quando cominciarono gli scontri a Marawi, Duterte dichiarò immediatamente la legge marziale a Mindanao.
Il grande piano dell’ISIS
I militari credettero che Hapilon fosse stato ferito gravemente o morto a Butig. Ma si sarebbe presentato a Marawi il 23 maggio. Attaccarono un rifugio a Barangay Basak Malutlut dove lo trovarono senza però prenderlo.
Quello che li sorprese fu la reazione dei residenti di Marawi. Le reclute dei fratelli Maute, le presunte cellule ISIS nella città, uscirono fuori nelle strade per condurre attacchi simultanei nella città. Mentre i militari inseguivano i capi, i politici del posto e le loro famiglie presero le armi per difendere il municipio e la sede provinciale dai terroristi che volevano issare la bandiera del ISIS.
Un video preso da un rifugio a Basak Maluthut mostra Hapilon ed i Maute pianificare l’attacco a Marawi. Il capo delle forze armate Edoardo Ano disse che volevano prendere la città e dichiarare il califfato islamico nel primo giorno del Ramadan. Il grande piano era di fare una replica di come il capo dell’ISIS Abu Bakr Al Bhagdadi prese Mosul nel 2014.
Il video mostra che i fratelli Maute erano al comando delle operazioni mentre riconoscevano Hapilon come il loro emiro.
Il generale disse che, sebbene i militari non fossero riusciti a catturare Hapilon quel 23 maggio, riuscirono a sventare il loro piano di prendere Marawi.
La crisi di Marawi è nel secondo mese. Il 25 maggio la città islamica celebrò il suo più triste Eid con quasi 200 mila residenti lontane dalle loro case e molti di loro vivono ancora in squallidi centri di evacuazione.
“Questi scontri portati dal gruppo militante del posto ci hanno tolto la possibilità di osservare il ramadan in pace rubandoci l’opportunità di celebrare Eid’l Fitr ed essere insieme alle persone case nell’occasione religiosa” disse Zia Alonto Adiong, portavoce del comitato di gestione della crisi.
Il 24 giungo sono stati uccisi 69 soldati, 280 terroristi e 26 civili. Molte case sono state bombardate o incendiate.
Legati ma opposti al MILF
Dopo la morte di Sanusi la famiglia Maute si nascose a Butig perché avevano paura di essere arrestati per la protezione del terrorista straniero secondo fonti dell’intelligence.
La città di Farhana è dove si trova Camp Bushra, uno dei campi maggiori del MILF il gruppo militante musulmano maggiore che lotta per l’autogoverno di Mindanao.
Butig vide operazioni militari grandiose nella guerra del 2000 del presidente Estrada. Godette di una pace relativa da quando il MILF iniziò i colloqui con il governo per creare una nuova Bangsamoro che voleva sostituire con maggiori poteri l’attuale ARMM.
I fratelli Maute avrebbero disturbato questa pace quando portarono la guerra a Butig. Le offensive militari distrussero case, palazzi e uffici del governo e fecero migliaia di rifugiati.
La famiglia Maute è ben connessa con le gerarchie del MILF ma da tempo si oppongono al loro comando e al processo di pace per cui si battono.
Cayamora Maute, ingegnere, era prima nell’ufficio tecnico del MILF, secondo un intelligence. Ma è Farhana ad essere il perno. Appartiene al clan politico distinto del Romato legato ai Mimbantas con vari matrimoni, i quali guidarono il MILF per decenni.
I fratelli Maute sono cugini diretti di Azisa Romato, moglie dell’ex vicecomandante Abdulaziz Mimbantas. Mohammad Khayyam è anche sposato alla figlia di Mimbabtas, e fu nella sua casa che Sanusi fu ucciso.
A Marawi Abdullah Maute è sposato ad una sorella dell’ex sindaco Salic. Salic e suo fratello Omar solitario Ali, anche ex sindaco, sono tra i politici che il governo ha indicato per aver aiutato i Maute. Sono accusati di ribellione.
I legami con le famiglie influenti sono cresciute con matrimoni tra famiglie non solo a Butig e Marawi, ma anche nella vicina Masiu, dove Farhana cercò rifugio per essere poi arrestata durante gli scontri. Queste relazioni hanno acceso sospetti verso il MILF nonostante che il MILF abbia cooperato con i militari nelle loro offensive.
Le posizioni però sono chiare. Il MILF si è opposto categoricamente all’ideologia ISIS promossa dal gruppo Maute. I legami di sangue hanno permesso al gruppo Maute di fare reclute nei clan del MILF specialmente nella seconda generazione del MILF, i figli dei suoi membri che “non ascoltano i loro anziani”.
Reclutamento
Il gruppo Maute ha sfruttato la crescente stanchezza dei giovani musulmani per la continua incapacità del governo filippino a mantenere le proprie promesse rispetto al processo di pace. Molti erano a Butig e Marawi ed in altre parti di Mindanao. Delusioni successive ricevute dal governo li hanno resi suscettibili all’ideologia radicale del ISIS e al bisogno di prendere il loro proprio territorio dove stabilire un califfato islamico a Mindanao.
A Butig e Marawi le interviste condotte mostrano che la strategia di reclutamento è identico. Parlavano della loro ideologia. Chi sembrava aperto agli insegnamenti era invitato ad approfondire. Ad un certo punto li si faceva giurare sul Corano e sulla segretezza.
“Il giuramento sul Corano è sacro. Non puoi mangiarti la parola data” dice una persona di Butig.
A Marawi molto del reclutamento è fatto sui media sociali, mentre a Butig dove non esiste internet era un impegno viso a viso. Fu anche a Butig che portarono i combattenti per addestrarsi.
Reclutarono bambini con la promessa che avrebbero studiato il Corano, trasformandoli però in combattenti.
Jimmy Pansar, sindaco di Butig, dice che la maggior parte dei militanti a Butig non erano residenti. “La maggior parte era di Marawi, Maguindanao e convertiti all’Islam”
A Marawi i militanti del gruppo Maute furono incoraggiati dai militanti di Abu Sayaff e dagli stranieri che si avvantaggiavano di una convenzione Tabligh dei missionari islamici sunniti di volare a Marawi. Si dice che Tabligh Jammat sia stato un movimento che invita i musulmani a tornare all’Islam sunnita, la denominazione religiosa più grande al mondo.
I militari dissero che il BIFF e Ansarul Khalifa Philippines di Sarangani, altri due gruppi legati al ISIS, pianificavano di rafforzare i combattenti a Marawi.
Guerra per ricchezza e potere?
Quando Pansar fu eletto dopo i due attacchi dei Maute del 2016, tra le prime cose che fece fu di incontrare la gente di Butig per scoraggiarli dall’unirsi al gruppo terrorista.
“Incontrai i capi religiosi e le parti con audizione di rappresentati e capi dei barangay, per spiegare alla popolazione che quello che facevano era errato. La maggior parte di loro compresero. Non è jihad. E’ sbagliato al 101%” diceva Pansar in un’intervista di dicembre a Rappler.
Era sindaco da cinque mesi, nel novembre 2016 quando il gruppo Maute riuscì ad innalzare la bandiera nera a Butig. Era cosa i terroristi volevano anche per Marawi.
Un comune denominatore tra gli attacchi maggiori a Butig e l’assedio a Marawi secondo i cittadini è questo: i sindaci al potere non erano alleati dei Maute. “Per me non è Jihad. Vogliono il potere e la ricchezza distruggendo le comunità” diceva Pansar.
I Maute hanno ricevuto finanziamenti esteri per lo più si crede attraverso Farhana. Secondo il generale Ano il terrorista malese più ricercato Mahmud Ahmad incanalò anche 600 mila dollari per finanziare l’attacco.
Lo stesso Duterte aveva affermato che la narcopolitica aveva aiutato il finanziamento del Gruppo Maute per porre il conflitto nella narrativa della sua guerra alla droga. I cittadini non lo negano.
Qui c’è una verità del conflitto a Mindanao. Le famiglie si uniscono e sostengono i gruppi armati per varie ragioni, dalla religione, all’orgoglio, al potere e alla ricchezza. E’ pericoloso fare troppe semplificazioni sulla causa del conflitto per adattarla al discorso che il governo porta avanti.
Persino l’emiro del sudestasiatico Isnilon Hapilon appartiene ad una organizzazione che sequestra ostaggi stranieri per fare soldi. Occasionalmente usa la bandiera nera del ISIS per un profilo internazionale del gruppo. Abu Sayaff però ha fin troppe fazioni e si sa che Hapilon abbia mantenuto un po’ di ideologia nonostante la criminalità del suo gruppo.
“Al centro del gruppo Maute è l’ideologia radicale di sostegno al ISIS. Non si ucciderebbero per denaro o potere da solo” ha detto un rappresentante del posto.
E’ urgente completare la pace col MILF
Come tanti musulmani stanchi della guerra, i capi del MILF hanno espresso disappunto per il lento progredire dei colloqui di pace sotto Duterte. Ma le loro azioni mostrano impegno nel processo di pace.
A Butig il MILF ha ordinato ai propri uomini di fare strada e non intervenire nelle operazioni militari. A Marawi il MILF ha creato corridoi di pace per assistere civili intrappolati che provavano a scappare la zona di guerra ed aiutare a mettere al sicuro le città vicine dove il conflitto potrebbe diffondersi.
Mentr la battaglia continua a Marawi, è stata presentata a Duterte una nuova bozza di legge per creare la regione Bangsamoro. Ci si attende che la sottoponga al congresso quando riprende la sessione di luglio.
Chi si batte per la pace a Marawi dice che questa crisi sottolinea il bisogno di completare il processo di pace col MILF per prevenire che altri giovani musulmani comincino a decidere da soli.
E mentre i militari sono fiduciosi di aver sconfitto i terroristi a Marawi la minaccia ISIS non sarà terminata anche quando finisce la battaglia a Marawi. Mentre ISIS perde terreno nel medio oriente i militanti asiatici torneranno e cercheranno rifugio a casa.
E’ urgente una soluzione politica a Mindanao, non c’è tempo da perdere.
Carmela Fonbuena, Rappler.com