Quando tutti gli altri saranno morti i commercianti di armi sorseggeranno champagne accarezzando le conigliette di Playboy.
“Perché saranno tutti indaffarati ad uccidersi l’un con l’altro” dice Yuri Orlov, il commerciante d’armi in Lord of War, impersonato da Nicolas Cage.
Quando il suo cliente gli ordina un invio di mitragliatrici usate in Rambo, Orlov, commerciante molto apprezzato, chiede: “Rambo parte 1, 2 o 3?”
Gli Yuri Orlov del mondo sono sempre al lavoro a fare soldi perché i governi sono sempre intenti a combattere guerre reali e, in molti casi, immaginarie. Talvolta è solo una guerra da pianeta delle scimmie, poiché siamo una popolazione di scimmie bloccata nella giungla dell’orrore, nella paranoia o nell’ignoranza, privata di diritti, ad osservare il terreno che brucia mentre gli aerei militari si avvicinano paurosamente sulle nostre teste pelose.
Ci ricordano la guerra perché questa settimana le forze aeree thailandesi hanno firmato un accordo per comprare altri otto aerei di addestramento da 8.8 miliardi di baht dalla Corea.
In quel momento per qualche ragione ho pensato a Yuri Orlov, un personaggio costruito su Viktor Bout, il contrabbandiere di armi russo, il Mercante della Morte, che ha venduto ai talebani, ai signori della guerra africani come all’ONU e che fu arrestato in un hotel di lusso a Bangkok nel 2008.
Deve essere il nostro feng shui. Armi, magnate delle armi, sommergibili carriarmati e jet si fanno strada fino a qui mentre il bilancio della nostra difesa continua a ingrossarsi come una donna incinta senza una data certa per il parto.
Tante armi e carriarmati per la terra della pace ed un milione di sorrisi.
Naturalmente il primo ministro Prayuth, una vita da soldato, difende l’ultima decisione di acquisto. “Comprendete per favore che il governo non butta via soldi dello stato per comprare armi come qualcuno afferma.” dice “Il governo ha approvato finanze per il settore agricolo di 20-30 milioni di baht di media a settimana. Le finanze di ogni settore sono separate”.
La notizia degli acquisti dei jet militari è giunta durante la crescente delusione del settore del caucciù per i prezzi in caduta. La risposta del premier sembrava rivolta indirettamente a questo.
Un senso di un conflitto imminente è ciò che fa girare il mondo. L’idea è di continuare a bombardare la nostra testa che la precauzione e l’accumulo sono necessari perché tutti fanno la stessa cosa, “solo quando serve”. Ogni paese lo fa, alcuni più di altri, ed il governo militare naturalmente trova scuse migliori per sprecare di quelli civili.
La dinamica è ciò che arricchisce gli Orlov del mondo: i miei vicini hanno sommergibili e jet, così devo averne qualcuno, quindi i vicini vedono i nostri jet e navi, ed il ciclo continua. Sarebbe bello se facessimo l’hardware. Ma no, come le auto o le borse pregiate, siamo consumatori ed il nostro ruolo è di spendere e spendere.
L’acquisto da 8.8 miliardi di baht è la fine della coda di una lista della spesa lunga dal 2015, dopo i 28 carriarmati da battaglia VT4 da quasi 5 miliardi di baht, 34 veicoli armati da 2,3 miliardi, i sottomarini S26T da 13,5, i quattro Black Hawk e tanti altri. Sono accordi intergovernativi, ma sono i cittadini a pagare.
Dobbiamo comprarne per lustrare la nostra corazza, lo capisco, perché non viviamo nella Imagine di John Lennon. E si richiede comunque il contesto.
Negli scorsi 11 anni il bilancio della difesa thai è cresciuto stabilmente. Era 85 miliardi nel 2006, l’anno del golpe, per crescere a 115 miliardi nel 2007, 170 nel 2008, 193 miliardi nel 2015 e 207.7 miliardi nel 2016. Lo scorso anno il ministro della salute ebbe 126 miliardi, l’agricoltura 52.6 miliardi, i trasporti 63 miliardi.
Per l’anno fiscale 2017-2018 il bilancio della difesa thai si espanderà ancora a 222 miliardi, il 7.7% del budget nazionale, mentre il ministro dell’istruzione ha ancora il pezzo più grosso a 510 miliardi sebbene con 3 miliardi in meno rispetto al 2016 e 7 rispetto al 2015. Essenzialmente meno scuole più aerei.
Si tenga presente che il bilancio della difesa thai non è cresciuto solo nei periodi di giunta militare. Ogni amministrazione civile degli scorsi 11 anni ha accresciuto le cifre dell’esercito, probabilmente per tenere calmi i generali, strategia che non ha di fatto funzionato come ha dovuto imparare tristemente Yingluck Shinawatra.
Indipendentemente dalle posizioni sul golpe e sulle sue politiche, è semplicemente troppo? Un paese dove i militari ricevono una fetta più grande della salute, dei trasporti, della cultura, del lavoro, della scienza, dell’agricoltura e dello sviluppo sociale non è sulla via del progresso sostenibile.
Anche se non possiamo chiedere le elezioni, che blasfemia è questa, almeno tutti possiamo dire che una spesa eccessiva sulla difesa in tempi così non è una priorità. Se non stiamo combattendo una guerra. Ma quale guerra?
La guerra per il pianeta delle scimmie, dove siamo ridotti a scimmie che si asciugano le lacrime e la polvere della disperazione.
Kong Rithdee, BangkokPost