Il finanziamento dell’operazione terroristica a Marawi da parte dei militanti islamici del Gruppo Maute e Abu Sayaff ha varie fonti, dai combattenti in Siria e da fonti interne.
A gennaio 2017 un terrorista indonesiano, Damar, membro della Jamaah Ansharud Daulah, JAD, che aveva fatto un corso di addestramento a Basilan otto mesi prima, fu contattato da un professore malese, Mahmud Ahmad.
Mahmud chiese la cooperazione di Ahmad per trasferire dei fondi dalla Siria alle Filippine. La cosa fu fatta sfruttando sia il sistema finanziario di Western Union, molto più capillare, del sistema bancario, sia mediante vari contatti sul media sociale Telegram.
Damar dopo aver eseguito le istruzioni si recò a Giava Orientale dove ricevette da un uomo 10000 dollari contanti.
Mahmud diede a febbraio altre istruzioni che portarono altri 25 mila dollari in contanti. A marzo Damar ricevette l’ordine di mettersi in comunicazione con un operativo in Siria, Munuwar che gli diede le istruzioni via Telegram per prendere 20 mila dollari da un’altra città indonesiana.
Ogni volta Damar inviava le somme ricevute a differenti persone usando il canale molto capillare di Western Union .
Questo racconto lo ha fatto l’IPAC di Giacarta che ha rilasciato il documento dal titolo molto chiaro. “Marawi, la Wilayat dell’Asia Orientale e l’Indonesia”
Damar è arrestato a marzo 2017; poi a maggio è stato arrestato Rohman Septriyanto che aveva preso il posto di Darman nel trasferimento dei fondi.
Secondo IPAC, gli indonesiani arrestati hanno svelato come i Malesi abbiano fatto ad inviare i fondi nelle Filippine dalla Siria facendoli passare dall’Indonesia tramite Western Union in preparazione probabilmente dell’attacco di Marawi.
Resta ancora da capire se l’Indonesia non sia stata usata per finanziare altri attacchi in altre parti.
Non è ancora ben conosciuto anche quanto denaro sia giunto a Marawi, al comando del Wilayat dell’Asia Orientale.
I militari filippini sostengono senza chiarire le fonti che a Marawi sono giunti 600 mila dollari da Mahmud, di cui non si sa dove si trovi, che secondo IPAC è il facilitatore del movimento di denaro dell’ISIS a favore di Marawi attraverso il canale indonesiano.
Mahmud sarebbe stato anche presente a Marawi in una prima fase, ma poi sarebbe scappato verso l’Indonesia o il Borneo Malese.
La battaglia di Marawi continua con oltre 500 persone morte e il presidente filippino Duterte si appresta a chiedere un’estensione della legge marziale su Mindanao fino a dicembre.
Lo stesso rapporto IPAC aggiunge che ci sono stati altri finanziamenti per l’operazione terroristica a Marawi. Si deve ricordare che in una casa di Marawi i soldati trovarono 1.5 milioni di contanti ed assegni.
Il rapporto afferma però che ci sono state anche alcune famiglie che hanno finanziato l’operazione Marawi.
Il rapporto dice che i giovani reclutati a Marawi “erano devoti giovani di famiglie facoltose che potevano contribuire in modo sostanziale alla causa. … I gruppi proISIS avrebbero raccolto fondi nelle opere di carità musulmane e centri dakwah sebbene non con la conoscenza o approvazione delle organizzazioni coinvolte”
Cose analoghe aveva detto Duterte quando accusò i “Maute di raccogliere fondi attraverso il commercio della droga senza però offrire prove”.
I militanti proISIS chiesero aiuto oltre che finanziario anche in combattenti ed agli inizi di maggio l’invito ad indonesiani a recarsi nelle Filippine diventò quasi esplicito.
“Se trovate difficile andare a Sham, la Grande Siria, per i costi e le preoccupazioni di sicurezza, perché non provate le Filippine? Davvero i fratelli filippini attendono il vostro arrivo. Perché siete così lenti a rispondere alla chiamata?” scrive il rapporto IPAC.
In un altro punto si legge:
“Ha senso che abbiamo un vicino attaccato da una banda di criminali, ma cerchiamo uno più lontano piuttosto che quello più vicino? Diamo maggiore importanza a chi sta lontano e rendiamo meno prioritario chi ci sta vicino? … Fratelli, non è uno sminuire gli sforzi per emigrare a Sham, ma consigliare a chi di voi sta ancora nella terra del kafir ma non si è ancora preparato al viaggio: se trovate difficile andare in Siria andate a rafforzare le fila nelle Filippine
Secondo il rapporto IPAC sui finanziamenti due grandi reti dell’ISIS in Indonesia, JAD ed altri di AlHawariyun, si sono uniti a Mindanao inviando una ventina di combattenti.
Il rapporto mette in guardia che una volta tornati nelle proprie case, mediante i legami con Mahmud , questi terroristi potrebbero benissimo addestrare militanti in Indonesia ad un maggiore livello di competenza e diventare anche strumento dell’applicazione di una strategia ISIS regionale.
Anche quando le forze armate filippine dichiareranno la vittoria finale a Marawi, “l’Indonesia e Malesia si troveranno la minaccia dei combattenti che ritornano da Mindanao, e le Filippine avranno una serie di cellule più piccole disperse capaci di violenza ed indottrinamento” scrive Sidney Jones che aggiunge:
“Hanno generato un senso condiviso di trionfo e hanno rafforzato il desiderio dei sostenitori dell’ISIS nella regione ad unirsi nella battaglia”
Il rapporto dell’IPAC non crede plausibile comunque il ripetersi di una Marawi Indonesiaina:
“Non c’è semplicemente una possibilità di un assalto militare ad una città in Indonesia da parte dei terroristi. L’Indonesia non ha varie insorgenze a cui poter attingere armi e militanti, ed anche col ritorno dei militanti ben addestrati il terrorismo dovrebbe essere gestibile con le capacità attuali della polizia”.
Nelle sue conclusioni il rapporto IPAC invita i tre paesi in prima linea contro l’ISIS a riconoscere i problemi comuni ed ad affrontarli con una maggiore cooperazione.
C’è una sfiducia profonda radicata tra Filippine e Malesia che impedisce la condivisione di informazioni; c’è la preoccupazione indonesiana e malese sulle fedeltà miste delle controparti a Mindanao per i legami e clan familiari; c’è poi la considerazione che mentre in Indonesia e Malesia il terrorismo è affrontato dalla polizia nelle Filippine sono i militari ad operare contro il terrorismo.
L’IPAC suggerisce alcune cose per migliorare gli sforzi contro l’ISIS.
E’ necessario sviluppare una sistematica conoscenza sugli aspetti delle reti terroristiche di tutti i paesi perché la sicurezza filippina sappia la differenza tra JAD e JI, come pure gli indonesiani sappiano la differenza tra le fazioni di Abu Sayaff, e la Malesia sappia le differenze tra le varie fazioni di Darul islam.
Il fine potrebbe essere la costruzione di una mappa dettagliata ed aggiornata delle reti transnazionali del terrorismo tra i tre paesi dando un’attenzione particolare alle donne delle reti terroristiche.
Da aggiungere che sarà anche importante il modo in cui sarà ricostruita Marawi, come saranno trattati gli evacuati al fine di impedire un tereno fertile per il terrorismo.
http://www.benarnews.org/english/news/indonesian/ipac-report-07202017172217.html