Dopo la battaglia di Marawi crescono le incertezze sul futuro di pace a Mindanao che fino a pochi mesi fa si considerava molto vicina
Per anni, era un fatto di saggezza comune, parlando del conflitto nelle Filippine meridionali, che il processo di pace col MILF è il miglior antidoto alla radicalizzazione. Lo sostenevamo tutti, chiunque avesse a cuore l’idea di fare di Mindanao un posto migliore.
Ora è tempo di guardare ai fatti: il processo di pace a Mindanao potrebbe essere morto, e nessuno ha un altro piano. Pensare ad alternative è ora fondamentale.
Fin dal 1997, il processo lento fino all’agonia verso l’autonomia ha mirato alla creazione di un territorio autonomo, chiamato Bangsamoro, che avrebbe dovuto sostituire l’attuale ARMM. La base è un accordo comprensivo, creato nel 2014 tra il MILF ed il governo, che doveva essere incastonato nella legge fondamentale della Bangsamoro, BBL, adottata dal congresso filippino. Sono arrivate e passate varie scadenze per l’approvazione della BBL ed una nuova versione è al congresso, dove potrebbe restare per mesi, se non per sempre, mentre le dinamiche politiche a Mindanao cambiano in peggio.
Se è morto il processo di pace, è la guerra a Marawi ad averlo ucciso. La battaglia lunga, ora al suo quarto mese, tra i militari filippini e una coalizione di combattenti legati all’ISIS, nella sola città musulmana, ha indebolito il MILF, ha quasi certamente esacerbato l’islamofobia nella cerchia politica di Manila e ha gettato le fondamenta per una accresciuta radicalizzazione nel meridione.
Le divisioni etniche
Negli ultimi anni, il MILF è riuscito a porsi come la futura guida della Bangsamoro, perché poteva plausibilmente affermare di rappresentare i gruppi etnici musulmani principali di Mindanao, tra i quali i maggiori Maranao attorno a Marawi e Lago Lanao, ed i Maguindanoani delle province di Maguindanao e Cotabato settentrionale.
La guerra di Marawi ha indebolito la presa del MILF su entrambi i gruppi etnici, spingendo alcuni militanti Maranao verso l’ISIS e lasciando gli altri nell’indecisione di combattere i propri consanguinei, sebbene molti volontari del MILF abbiano anche rischiato la vita per aprire a giugno un corridoio di pace che ha permesso la fuga a tanti civili intrappolati. Molti Maranao comunque hanno visto il MILF come incapace di proteggerli, sia dai fratelli Maute che comandano l’ISIS a Marawi sia dai bombardamenti militari.
Un capo del MILF a Cotabato ha sostenuto di non poter attaccare i Maute perché non c’è stata richiesta formale del governo in tal senso. Senza un mandato chiaro, come quello fatto col governo nella lotta alla droga, le possibilità di passi falsi erano immense. Di certo è vero questo ma, poiché i militari non erano certi della fedeltà dei combattenti del MILF nell’area di Marawi, una richiesta di aiuto in tal senso era proprio difficile che giungesse.
Poi all’inizio di agosto, i militanti del MILF si sono ritrovati a combattere gli amici di Maguindanao nel cuore delle aree del MILF. Una fazione del BIFF vicina al ISIS, guidata da Abu Torayfe, la cui morte non è stata ancora confermata, ha portato varie decine di militanti nel territorio controllato dal MILF. Il MILF ha chiamato le sue forze speciali, Task Force Ittihad, e ha resistito all’incursione col sostegno delle forze armate filippine. Quando gli chiesi della ragione per cui questo ingaggio non richiedesse una richiesta formale, il capo del MILF spiegò che gli uomini di Abu Torayfe ponevano una minaccia diretta al MILF e questo era un caso chiaro di autodifesa. “Ci vogliono distruggere”.
Un rappresentante del governo filippino ha detto che questi scontri MILF contro BIFF erano utili al processo di pace “perché mostrano che il MILF sia un partner affidabile”.
Ma questa confluenza del MILF col governo per combattere altri maguindanoani potrebbe non essere accettata dalla base del MILF, in un momento in cui Mindanao è sotto la legge marziale e la propaganda ISIS accusa i militari di distruggere Marawi con i bombardamenti aerei.
MILF e Duterte
Il MILF è stato anche indebolito dalla propria relazione spigolosa con Duterte. Molti della base del MILF hanno votato per il rivale di Duterte, l’ex ministro Mar Roxas alle elezioni del 2016. Quando il nuovo presidente mostrò di non avere fretta con la BBL, il MILF non fece pressioni. L’ufficio dl presidente alla fine ha inviato una nuova versione della legge al Senato Filippino, senza però il cosiddetto certificato di urgenza che potrebbe condurre ad un percorso veloce. Ci sono d’altronde molti scogli tecnici da liberare prima che abbia una possibilità di essere adottata.
Un capo del MILF ha giustificato il ritardo di Duterte indicando che era nei suoi primi giorni della sua presidenza e credeva di potersi prendere tutto il tempo che voleva. Allo stesso tempo era chiaro che l’organizzazione MILF non voleva fare nulla che potesse alienarsi un presidente instabile. “Con la passata amministrazione Aquino potevamo suggerire cose da prendere in considerazione. Con Duterte si rischia di essere tagliati fuori quando si cade dalle sue grazie. Dobbiamo essere molto ma molto attenti”
La decisione di lasciare che il presidente fissasse l’agenda, comunque, ha privato il MILF di influenza. Nel passato il MILF ha fatto trasparire la minaccia di un ritorno alla violenza, se non si fossero affrontate le loro problematiche. Ora questa possibilità è stata del tutto accantonata. Il capo negoziatore del MILF Mohagher Iqbal ha detto che la domanda più frequente che gli si pone è cosa farà il MILF se la BBL fallisce:
“Loro vogliono che diciamo che ritorneremo alla guerra. Ma io dico che continueremo ad affermare il nostro diritto alla autodeterminazione”.
Il problema ora è: cosa succederà se nessuno ascolta? L’ufficio presidenziale del processo di pace, OPAPP, che con Aquino si era dimostrato creativo ed energico, principale sostenitore e stratega politico della Bangsamoro, si è trasformato in un ufficio da cerimoniale sotto Duterte. l’OPAPP sembra non avere una propria strategia per portare avanti la Bangasamoro.
Il presidente, nel frattempo, ha altre priorità come la letale guerra alla droga che ha portato ad oltre 8000 omicidi extragiudiziali di presunti tossicomani e spacciatori da quando è salito al potere. La cifra secondo altri è molto più alta.
Il presidente è anche impegnato in una nozione confusa di federalismo che non è mai emersa bene e a cui relazione con la BBL non è stata mai chiarita.
La verità è che la BBL si è bloccata e forse morta. Se la BBL si ripresenta in un congresso da poco stancato dai problemi di sicurezza nel meridione, potrebbe essere tanto annacquata che il MILF perderebbe di credibilità nel caso la sottoscrivesse, particolarmente di fronte alle generazioni più giovani, per le quali l’organizzazione e la sua guida che invecchia non sembrano affatto rivoluzionarie.
In questa divisione si inseriscono i carismatici fratelli Maute col loro messaggio di un califfato universale, che promette giustizia ed uguaglianza, e di uno stato islamico puro. Conoscono bene l’arte della propaganda con messaggi e video sui media sociali che trasportano, nel sudestasiatico e nel mondo intero, le immagini dell’improbabile cattura di Marawi. Un giovane membro del MILF, invece, ha definito la strategia comunicativa della propria organizzazione come giurassica.
Quel messaggio risuonerà solo in una piccola minoranza di musulmani di Mindanao ma forse guadagna terreno tra chi è stato cacciato dalle case a Marawi e tra gi studenti universitari.
Il capo della Philippine Sports Commission è ritornata da una visita presso un centro di sfollati ad Iligan dicendo che il sogno di alcuni bambini era di unirsi al ISIS poiché vedevano nei Maute i loro eroi.
Altri rapporti dicono che le persone evacuate sono di gran lunga più arrabbiate col governo che non coi Maute a causa dell’immensa distruzione causata dagli attacchi aerei.
Il reclutamento a favore del ISIS continuerà ben oltre la fine del controllo di Marawi da parte dei Maute specialmente se chi si definisce “Provincia dell’Asia Orientale dello stato islamico” riuscisse a trovare una fonte stabile di finanziamenti per coprire i costi operativi.
Il pericolo è se, grazie alla provata abilità di superare le divisioni etniche e regionali tradizionali, come le forze di Abu Torayfe che includono Maranao, Tausug oltre a convertiti all’Islam, i gruppi del ISIS riusciranno a trasformarsi in una nuova insorgenza islamica più militante rispetto a quanto finora visto nelle Filippine.
Non serve a nulla stare ad aspettare che la BBL e la nuova entità Bangsamoro come antidoti all’estremismo. L’estremismo è già arrivato.
Cosa fare
Ci sono molti modi per rafforzare la Mindanao musulmana anche in assenza di una BBL. Il bisogno più pressante è di ricostruire bene Marawi, perché il suo fallimento aiuterà la propaganda estremista e il reclutamento in una area che si è dimostrata recettiva.
Significa ascoltare le preoccupazioni e le priorità degli sfollati, assicurando che i professionisti tra loro abbiano un ruolo nella presa di decisioni e che l’intero processo sia trasparente e libero dalla corruzione per quanto possibile.
Affrontare le preoccupazioni della sicurezza senza una militarizzazione non necessaria sarà difficile specialmente con la legge marziale. Sarà importante riportare la vita alla normalità nelle vicinanze largamente non toccate dagli scontri. I militari sono però preoccupati del rischio di un infiltrazione di ritorno dei militanti del ISIS nelle loro comunità, se si permette un ritorno troppo veloce della gente alle case. Ci saranno inevitabilmente delle infiltrazioni ma una comunità che funziona e che ha scuola e lavoro può essere anche un tampone importante.
Contrastare l’estremismo è importante e le organizzazioni della società civile hanno fatto varie raccomandazioni utili, dai programmi per i giovani all’affrontare l’economia in ombra delle armi, alla droga.
Ma sarà controproducente un’ossessione dell’estremismo che impedisca di affrontare altri bisogni urgenti a Mindanao, come un’istruzione migliore e la migliore consegna di servizi del governo.
Anche se lo stato Bangsamoro non si materializza immediatamente si può fare molto.
Una nota finale. La guerra alla droga di Duterte è stata un disastro per Mindanao come lo sono i fratelli Maute. A Marawi alcuni commercianti di droga sono finiti tra gli estremisti in cerca di protezione, sebbene non ci siano prove che sostengano l’affermazione di Duterte che gli stessi fratelli Maute fossero coinvolti nel commercio della droga.
Ha minato tutti gli sforzi di aggiustare il non funzionante sistema di giustizia penale incoraggiando gli omicidi di vigilante e la creazione di false prove.
Poiché la stragrande maggioranza delle vittime è fatta di poveri, si è avuta un’ondata di nuove reclute per la guerriglia comunista che in ogni caso si avvantaggia enormemente dell’invio massiccio di forze militari a Marawi e nell’arcipelago di Sulu.
Essa allontana l’attenzione del presidente e dei suoi consiglieri dalla necessità di portare avanti l’autonomia Bangsamoro.
Se il presidente non sta ben attento, l’eredità che lascerà al paese sarà fatta di due nuove insorgenze rivitalizzate, non solo una.
Sidney Jones, Lowyinstitute