Mentre erano ancora vive la protesta di tanti per l’esecuzione del giovane Kian Loyd DeLos Santos e le false dichiarazioni di parlamentari legati a Duterte, altri due giovani sono stati uccisi dalla famigerata polizia di Caloocan nelle Filippine.
Ed un altro giovane è stato ritrovato morto in un torrente attorno a Baguio, un’importante città turistica filippina del nord.
I due giovani di Caloocan sono Carl Arnaiz e Reynaldo De Guzman. Carl aveva 19 anni ed il suo amico Reynaldo De Guzman appena quattordicenne.
Carl Arnaiz e Reynaldo De Guzman erano usciti il 18 agosto nelle prime ore a cercare qualcosa da sgranocchiare. Carl è stato ritrovato in un obitorio di Caloocan e Reynald in un ruscello col volto incappucciato dalla plastica, come se fosse stato ucciso dal giro della droga.
Il giornale The Rappler fa un parallelismo tra il caso di Kian, la cui uccisione fu ripresa dalle telecamere di sicurezza, e quello di Carl Arnaiz, studente universitario che viveva nella provincia di Rizal: in entrambi i casi le autopsie rivelano che erano stati ammanettati, tirati e uccisi.
Come Kian, Carl gestisce un piccolo negozietto in una comunità povera a Cainta, provincia di Rizal. La madre è una emigrata in medio oriente che sostiene padre che si aiuta con il negozietto, sari sari, e il figlio all’università.
Mentre Kian fu ucciso durante un raid di polizia contro la droga, Carl è stato ucciso dalla polizia di Caloocan che rispondeva alla chiamata di un tassista. Il tassista aveva denunciato il furto a mano armata da parte del ragazzo di una decina di euro.
La polizia, messosi alla ricerca del giovane, ha ritrovato Carl Arnaiz il quale avrebbe aperto il fuoco contro la polizia che è riuscita comunque a rispondere al fuoco ed ad ucciderlo, secondo il classico copione della guerra alla droga di Duterte.
La famiglia ha detto che i giovani Carl Arnaiz e Reynaldo De Guzman erano usciti per comprare qualcosa da mangiare la sera molto tardi del 18 agosto, per non rivederlo più. Il giorno dopo fu loro indicato che il corpo del figlio era stato ritrovato in un obitorio di Caloocan.
Secondo il padre il solo vizio del figlio era di fumare, non usava droghe.
Secondo il rapporto iniziale dell’Ufficio del Procuratore Pubblico, PAO, era stato ucciso per uso eccessivo di forza. Ci sarebbero i segni di tortura sul corpo di Carl Arnaiz. Gli sono stati trovati segni attorno agli occhi, polsi gonfi per le manette ed ad ucciderlo sono quattro colpi al petto e al braccio. Inoltre dall’analisi della traiettoria dei proiettili il PAO esclude che il ragazzo abbia potuto sparare perché già in ginocchio. Inoltre le telecamere di sorveglianza in questo caso erano spente. Il rapporto della polizia non parla affatto di Reynaldo de Guzman.
Secondo il PAO si trattava di un caso di eccesso di violenza, stile esecuzione.
Ad accusare il ragazzo per la polizia ci sarebbe il test di ricerca dei nitrati sulla mano destra che è positivo per Arnaiz, secondo il test del laboratorio del crimine della polizia. Questa prova però non proverebbe che sia stato il ragazzo a sparare.
La polizia, nel suo rapporto del 30 agosto, ha trovato su Carl marijuana e pillole di shabu. Come per Kian i cui genitori sono stati accusati di esser corrieri di droga, anche qui la polizia vuole trovare prove di partecipazione al traffico. I genitori comunque smentiscono che il figlio avesse fatto uso di droghe.
La famiglia comunque afferma che il ragazzo non aveva uno zainetto a spalla ma solo un borsello la notte in cui poi è scomparso. Si sa che il ragazzo era stato in cura per depressione e che questo fatto lo allontanava dagli studi.
Nel frattempo i poliziotti coinvolti sono stati sospesi in attesa delle indagini del ministero.
Quello che accade invece a Reynaldo De Guzman, di soli 14 anni il cui soprannome è Kulot, è altrettanto triste perché scompare dalla cronaca della polizia.
Il corpo di Reynaldo De Guzman è stato ritrovato a Gapan, cento chilometri di distanza nella provincia di Nueva Ecija, il 5 di settembre, che galleggiava in un ruscello.
Il volto era avvolto con nastro adesivo da imballaggio e con una maglietta e sul corpo i segni di 30 coltellate.
“Lo hanno ucciso senza pietà. E’ stato accoltellato su tutto il corpo” ha detto la madre Lina Gabriel ad una radio filippina.
La madre aveva saputo dagli amici del figlio che Reynald era andato insieme a Carl a comprare qualcosa da mangiare. Il ragazzo oltre a studiare faceva lavoretti per fare qualche peso in più, come trasportare bidoni di acqua potabile oppure sacchetti di cemento nel vicinato.
La notte precedente un un testimone ha udito una macchina in vicinanza del ruscello e poi il rumore di qualcosa che veniva buttato nell’acqua. Il corpo sembrava puzzare di benzina.
Il padre Edoardo ha detto: E’ mio figlio, naturalmente mi fa male. Hanno macellato un ragazzo di 14 anni.
Ad uccidere Reynald, secondo la testimonianza del PAO, sono state le prime tre coltellate al cuore e ai polmoni, per poi essere pugnalato con estrema violenza con un coltello a lama lunga che ha perforato cuore e polmoni con ferite che passavano tutto il torace.
Scrive CNNPhilippines che secondo il responsabile del PAO, Persina Acosta, il quattordicenne Reynaldo De Guzman è stato ucciso per impedirgli di testimoniare nel caso dell’amico studente ucciso Carl Arnaiz. “Magari Reynaldo fosse ancora vivo. Sarebbe un testimone di quello che è accaduto a Carl, ma questo indica che è stato fatto sparire. Poi è stato ritrovato con l’adesivo per pacchi e la plastica attorno al capo”.
Acosta ha detto che si è voluto far apparire come se la morte di Guzman fosse stata causata da tossicomani
“Era già morto ma è stato pugnalato molte volte. Per confondere chi fa le indagini e farlo apparire come se fosse stato fatto da tossicomani” ha dichiarato Acosta che ha aggiunto che il modo in cui è stato ucciso Reynaldo De Guzman vuole instillare il terrore tra i giovani.
“Sarà fatta una sola denuncia per le due famiglie: duplice omicidio e violazione della legge contro la tortura” ha detto Acosta che ha anche detto al capo della polizia, Bato De La Rosa: “Mettiamo in guardia Bato. Dichiarate uno stato di allerta e ripulite le vostre fila. Qualcuno prova a distruggere la reputazione della polizia”
Mentre Bato de La Rosa, il capo della polizia filippina nominato da Duterte, ha detto da parte sua, promettendo indagini risolute: “Non assumiamo che sia colpa della polizia solo perché è stato ritrovato il corpo a Gapan”.
Voci molto dure si sono levate dall’opposizione.
La senatrice Risa Hontiveros ha dichiarato che De Guzman non meritava di morire così. “Essere pugnalato con 31 coltellate non è un caso. E’ un puro e semplice omicidio di un fanciullo…”
Con queste morti non ci possono essere più dubbi che esiste un disegno di uccidere nella guerra alla droga lanciata dall’amministrazione.
“Con la sanguinosa guerra alla droga del presidente Duterte c’è un disegno di uccidere giovani e poveri specie minori innocenti. C’è una politica per uccidere”.
“Mi appello alla gente onesta, ai tanti poliziotti e dirigenti altruisti della Polizia Nazionale Filippina di aiutarci a fermare questo clima di morte” ha anche dichiarato la senatrice che ha ricordato di essere una vedova della polizia e che sa bene che in tantissimi nella polizia soffrono per la presenza dei pochi corrotti e sanguinari.
Il senatore Bam Aquino ha ripetuto le affermazioni di Hontiveros invitando la polizia a rivedere la propria guerra alla droga.
“Rispondiamo con altra violenza, con la pena di morte e persino con una guerra alla droga più brutale? O lottiamo per fare giustizia?Chiediamo alla Polizia Nazionale Filippina ed al ministero della giustizia di assicurare ch questi assassini siano presi, messi sotto processo e mandati in carcere.
Chiediamo all’amministrazione di sospendere questa Operazione Doppia Canna Ricaricata e ripensare questa sanguinosa guerra alla droga. Chiediamo a tutti i cittadini di protestare contro questa cultura di violenza. Dobbiamo mettere fine a questi omicidi”
Quale prova migliore si può avere del vero significato della guerra alla droga se non la premiazione della polizia di Caloocan come la migliore Stazione di Polizia nella Regione Della Capitale Nazionale, ad opera dello stesso comandante Reynal Bato De La Rosa, due giorni dopo che Kian fu ucciso dai poliziotti di Caloocan e nel giorno stesso dell’esecuzione di Carl Arnaiz ?
La polizia di Caloocan ha avuto il premio per i risultati più significativi nella Operazione Doppia Canna Ricaricata.
La morte di Kian Loyd accende la rabbia contro le esecuzioni sommarie di Duterte
Mentre al porto di Manila la droga entra dalla ben oleata porta principale della dogana, nelle baraccopoli di Bulacan, Manila e Caloocan, nel giro di qualche giorno, sono stati uccise 82 persone, tra le quali un giovane studente di 17 anni, la cui madre emigrata in Arabia Saudita è volata al capezzale. Il presidente Duterte ha definito queste operazioni magnifiche, “magari ce ne fosse una al giorno”.
Proprio l’omicidio di questo ragazzo Kian Loyd delos Santos, nell’operazione definita “Una volta e alla Grande” ha creato lo scompiglio maggiore in tutte le Filippine perché le modalità con cui è avvenuto sono state riprese dalle telecamere di sicurezza, rivelando lo stile di esecuzione con cui è condotta la guerra alla droga.
La polizia ha affermato che Kian era un corriere e che ha resistito agli arresti puntando una pisola contro la polizia. I rappresentanti del distretto 160 hanno però negato che il ragazzo si trovasse su una lista di tossicomani.
La madre di Kian Loyd, Lorenza, ha accusato la polizia di Caloocan di aver mentito e che la loro vita è quella di tanti che lottano per sopravvivere onestamente. Lorenza lavora come cameriera in Arabia Saudita ed è dovuta precipitarsi a Manila per partecipare alla veglia per il figlio.
“Devono assumersi la responsabilità per quello che hanno fatto. Fanno di tutto per sporcare il nome della mia famiglia pur di coprire le loro malefatte” ha detto la madre. “La gente qui può dire che odiamo le droghe illegali e abbiamo pure paura dei tossicomani che girano nel quartiere. Per questo i miei figli hanno un coprifuoco”.
La polizia ha detto che conducevano verso le otto di sera un’operazione di polizia a Libis Baisa nel distretto 160, quando il ragazzo avrebbe sparato contro di loro con una pistola calibro 45. Poi la polizia ha prodotto la pistola e le classiche bustine di droga che sarebbero state trovate sul ragazzo.
Secondo alcune testimonianze invece verso le otto di sera Kian Doyle si intratteneva vicino casa quando è stato rapito da due uomini non identificati che lo hanno portato via.
La nonna dice: “Gli avevo detto di chiudere il negozietto e andare a dormire. E’ uscito ma non pensavo proprio che che sarebbe andato a finire dall’altra parte del distretto”
Dalle telecamere si vede un giovane che veniva tirato via a forza da uomini in abiti civili mentre altre persone guardavano.
Un’amica di Kian ha detto di aver visto prima Kian preso da due uomini in nero che lo hanno messo steso per terra e lo hanno pestato. Poi lo ha rivisto col capo coperto trascinato vicino ad un campetto di pallacanestro trascinato da tre uomini. “Poi gli hanno ato una pistola e gli hanno ordinato due volte di sparare e poi correre veloce. Ma prima che potesse scappare lo avevano già sparato più volte.” Il racconto della ragazza e quello che si ved nelle telecamere sembra combaciare bene.
La polizia ha ordinato delle indagini ed alcuni poliziotti sono stati sospesi dal servizio come è norma.
Il ministero della giustizia ha ordinato che siano condotte le indagini sul caso di Kian Doyle.
Il palazzo presidenziale sembra aver espresso due opinioni differenti, oltre quella molto chiara di Duterte.
Da una parte Abella ha detto che non esiste un atto deliberato di spargere sangue bensì una ragione dietro queste operazioni di polizia. Dall’altra China Jocson ha detto:
“E’ un incidente profondamente spiacevole che ha acceso un profondo sentimento popolare e comanda a chi deve applicare la legge di stare attento all’applicazione sconsiderata del potere e dell’autorità”.
Poi dopo essersi accorti dell’incongruenza delle dichiarazioni hanno detto all’unisono che anche una sola morte innocente è troppa.
“Questo qui è un caso molto specifico dove un individuo innocente, che è solo un ragazzo di scuola superiore. Avete rubato il destino di un bambino” ha detto il vescovo di Caloocan, Virgilio David a Rappler. “Mi distrugge davvero il cuore come vescovo. Non ce la faccio a starmene calmo su questa cosa…. E’ questa la guerra alla droga? Crediamo che questo è un caso molto specifico di abuso. Fa male al cuore solo ascoltarlo perché è come ascoltare a tante testimonianze piene di paura”
Il vescovo David ha poi citato il caso in cui chi ha fatto i sequestri aveva il casco. “Volete dire che la banda col casco e la polizia sono gli stessi? Chi ha bisogno della legge marziale se la polizia si comporta in questo modo…. Dimentichiamo che il privilegio del Habeas Corpus nn è stato sospeso? Che non potete sequestrare le persone, che non potete arrestarle, che non potete entrare nelle case delle persone senza un mandato?”
“Sembra che non ci sia più il governo della legge. E’ di questo che si tratta quando si dice guerra alla droga? Taglia tutte le nostre libertà civili?”
Sul piano politico ad esser scossi sono anche alcuni alleati di Duterte e dell’amministrazione come il senatore Panfilo Lacson, ex capo di polizia, il quale ha detto che l’idea per cui 57 omicidi in due giorni di persone che avrebbero fatto resistenza con le armi sembra “forzata”.
“Proprio perché non voglio ostacolare le indagini condotte dalla polizia e dal ministero, voglio ricordare loro di essere giusti ed obiettivi nel condurre la loro indagine per salvare quello che resta della loro credibilità.”
In precedenza Lacson aveva denunciato come siano passate sotto il naso della dogana quantità ingenti di droga senza ch Duterte abbia espresso la minima rabbia.
Il senatore Edgado Angara ha sottolineato che il Senato deve indagare l’ondata di omicidi nella rinnovata guerra alla droga. “Il conto dei morti è allarmante” ha detto riferendosi ai 32 morti di Bulacan e dei 25 di Manila. Qualcosa di preoccupante e scioccante. “Abbiamo bisogno di accelerare la macchina della giustizia, della polizia. Abbiamo bisogno che la gente creda nella polizia”
Il presidente della commissione del senato per i diritti umani, Richard Gordon, che ha sostituito la De Lima ora in carcere è rimasto a suo modo scioccato dalla morte di Kian Loyd. Dopo aver dato una pacca sulle spalle a Duterte invitandolo alla moderazione, ha promesso una inchiesta del senato sulla morte di Kian: “Indagheremo sulla morte del ragazzo di 17 anni. Ci sono prove. Dobbiamo essere equi” ha detto Gordon il quale ha detto che il governo non può combattere la droga con i soli omicidi. “Dobbiamo andare alle fonti”.
Gordon ha definito sconcertante l’assenza di testimoni che si presentano in questi casi di omicidio perché sanno che in qualche modo è coinvolta la polizia. Si crede che ci sia una ripresa degli omicidi per le dichiarazioni del presidente. Anche nelle guerre ci sono delle regole, ha detto Richard Gordon, senatore alleato di Duterte.
L’opposizione ha invece espresso con forza la propria condanna verso questa operazione di polizia “Una Volta e in Grande” e gli omicidi che ne sono seguiti.
Il parlamentare dell’opposizione Gary Alejano ha detto: “Chiedo tutti i filippini di denunciare questa politica disumana di uccidere allo stesso modo in cui condanniamo la corruzione nel governo e le droghe illegali. Non lasciamoci abituare agli omicidi e al diventare sordi su quello che accade nel paese. Si deve sempre osservare il giusto processo”
“Condanniamo questo atto di pazzia .. se gli accusati sono dei poveri il risultato è sempre orribile” ha detto il parlamentare Casilao di Anakpawis che ha paragonato questi omicidi a quelli della legge marziale di Marcos. All’operazione Progetto Doppia Canna Ricaricate sono stati destinati 900 milioni di peso, 15 milioni di euro ed il risultato saranno altre morti.
“La guerra alla droga non è neanche una guerra perché le vittime sono inermi come il ragazzo di scuola superiore Kian Loyd” ha detto Casilao della sinistra filippina. Domandiamo giustizia per lui e tutte le vittime, e chiediamo a tutti i settori di unirsi perché questo sfoggio di atrocità non devono trovare spazio in una società presunta democratica e libera”.
“Questo deve finire. Gli omicidi sono diventati così comuni. La vita umana ha perso il suo valore. La polizia è diventata una banda di macellai” ha detto Tom Villarin della sinistra filippina.
“Stiamo diventando una nazione di assassini e dobbiamo fermarci. I filippini non sono così”
Il senatore Francis Pangilinan dell’opposizione ha ricordato che, mentre gli omicidi indiscriminati non risolvono nulla contro la droga, sono passati dalle dogane 100 milioni di euro di droga.
“Questo non è giustificabile. Gli omicidi giornalieri dei poveri non è la soluzione” ad un problema che è una questione medica legata alla povertà e non un problema di polizia.
“32 omicidi a Bulacan in solo un giorno, 25 uccisi a Manila, anche in sol giorno. Uno degli uccisi era Lian Loyd delos Santos, 17 anni, che fu visto dalle telecamere del distretto mentre era portato con la forza da due uomini in un punto dove poi è stato trovato morto”.
Potrebbe essere uno qualunque ad essere trascinato dalla polizia in modo tale da raggiungere la quota ed avere il premio in denaro.
La Commissione sui diritti umani, CHR, a cui Duterte ha sovente lanciato minacce non tanto velate di essere passati per le armi, come i poveri presunti tossicodipendenti, o di essere accusati di cospirazione, ha detto che finora il conto delle vittime degli omicidi extragiudiziali sotto Duterte è 12 mila. Chito Gascon ha detto a proposito delle cifre della polizia:
“Il quadro è molto più grande. Abbiamo rapporti aneddotici secondo cui c’erano 12 mila morti fino al 31 maggio. Il numero reale è di certo superiore a quello che il governo dice”
Il CHR ha documentato almeno 600 casi di esecuzioni sommarie che coinvolgono 800 vittime. “Abbiamo bisogno di documentare gli 800. Non è sufficiente ma dobbiamo iniziare”
Chito Gascon ha anche accusato Duterte di incoraggiare la polizia a fare omicidi di massa promettendo loro la protezione contro la CHR e il perdono se condannati.
“Le parole hanno un peso particolarmente se dette da il capo di un paese o altri personaggi come il comandante della polizia. Queste parole hanno conseguenze sul terreno”