Mentre la capitale cambogiana si trasforma in una moderna metropoli, la sola impresa di raccolta dei rifiuti non riesce a starci dietro. Riuscirà Phnom Penh ha pulire quello che fa?
Gli uomini qui scompaiono il pomeriggio tardi. Lasciano le mogli ed i figli prima che il sole tramonti sui blocchi bassi di case ammassate alla rinfusa lungo le misere strade secondarie alla periferia di Phnom Penh.
Questa zona di Dangkao nella zona industriale della capitale ospita la sola impresa privata di raccolta dei rifiuti cittadini, Cintri, e centinaia di lavoratori assunti per tenere pulita Phnom Penh.
Non appena fa giorno, i mastodontici camion dei rifiuti ritornano rumorosamente dai distretti del centro della capitale verso il deposito nel cuore di questa comunità. Gli autisti lasciano le chiavi all’uscita del cancello e si radunano in piccoli gruppi per qualche ora a bere e a giocare a carte prima di andare a casa, l’ultimo goccetto nel mezzo della mattinata.
Non è una vita alla grande ma la paga è decente per una serie di scioperi sindacali. Ouk Sang, un operatore ecologico per la Cintri, vive in una cameretta singola che si alza su un cortile pieno di rifiuti. Sang ha quattro figli ed una moglie che vive a poche ore di viaggio nella provincia di Takeo. Lui riesce a mandare a casa 100 dollari al mese e spende la stessa quantità per vivere nella capitale.
Riusciva a guadagnare di più come manovale in Thailandia ma non riusciva a stare lontano dalla famiglia per mesi. Ora ha l’opportunità di passare tre giorni al mese per visitare la famiglia.
“Lavoriamo di continuo” dice del resto del suo tempo. Sette giorni alla settimana. Esce sul camion alle 5 del pomeriggio e torna tra le 8 e le 11 della mattina. Per tutta la notte lui ed altre centinaia di autisti riempiono i carretti a mano di rifiuti e tornano al camion per riempirlo, di continuo.
“C’è appena tempo dopo il lavoro per fare una doccia, mangiare e andare a dormire un po’ prima di tornare al lavoro” racconta.
Cintri, che ha il monopolio della raccolta dei rifiuti dal 2002, da tempo lamenta di essere costretta a mettere a dura prova le proprie finanze ben al di là di quanto ci si attendeva da un’impresa quando firmò la prima volta il contratto per tenere Phnom Penh pulita.
La ditta ha rinegoziato più volte il contratto con il governo cittadino ma non si capiscono i cambiamenti apportati, e Cintri non dirà mai se l’impresa fa profitti.
Si può solo supporre che Cintri ha avuto importanti concessioni perché i suoi camion hanno continuato a battere le strade quando la popolazione è raddoppiata. La probabilità che Cintri faccia affari porta solo alla frustrazione quando i rifiuti cominciano ad accumularsi sulle grandi vie nei giorni festivi, quando si attaccano alla città quando l’acqua degli allagamenti recede o quando restano lì senza una chiara ragione.
Ci fa porre la domanda del perché l’impresa non abbia investito in equipaggiamenti fondamentali come i cassonetti in città, o sulla sicurezza dei suoi lavoratori dando loro dei guanti o degli stivali mentre guadano tra i rifiuti della capitale.
In una città che vuole attirare globalmente affari e turisti, Citri non fa il proprio lavoro.
Ma come il matrimonio in crisi delle celebrità, le occasionali liti in pubblico con il Comune devono ancora portare alla rottura degli accordi. L’ex governatore Kep Chuktema una volta minacciò di buttare i rifiuti della città di fronte al palazzo del Centri.
“Non voglio attaccare le dichiarazioni dell’ex governatore ma voglio chiarire che oggi il Comune non ha alcun piano di cambiare la Cintri” ha detto Meth Measpheakdey, portavoce del sindaco lo scorso mese, una chiara inversione di rotta rispetto all’inizio del 2015 quando persino il governo nazionale affermò di essere stanco della ditta Cintri.
“Crediamo che Cinri manchi della capacità di rafforzare o estendere il servizio e l’operazione di trasporto con l’espansione di Phnom Penh, persino dopo che le fu dato un anno per migliorare.” scrisse il consiglio dei ministri in una lettera a febbraio 2015.
Meth Measpheakdey ha detto che il Comune era cosciente che si poteva migliorare il servizio ma non accusava più Cintri che è stata comprata di recente da un’impresa cinese dall’investitore canadese Cintec Environment che controllava la ditta insieme a partner locali.
“Ci stiamo concentrando nella discussione sulla raccolta dei rifiuti con Cintri, il Comune e le autorità distrettuali per trovare i modi ed i mezzi per rendere più efficace la raccolta di quanto lo sia oggi.”
Si concorda sul fatto che la Cintri fa oggi un lavoro migliore di quanto lo fosse prima nel seguire gli impegni, nel coordinarsi col comune e nel comunicare ai cittadini. Ma il lavoro si fa più difficile con la popolazione che cresce e crea così più rifiuti.
Tra il 2009 e il 2014 la quantità di rifiuti portati nella discarica principale salì da 800 a 1475 tonnellate al giorno secondo Asia Foundation che ha lavorato per due anni alla raccolta dei rifiuti a Phnom Penh.
Asia Foundation ritenne che l’unica soluzione reale al problema era di portare un’altra comagnia che rompesse il monopolio della Cintri.
“Secondo le valutazioni del contesto, la revoca della concessione al singolo operatore è il primo passo necessario per migliorare la raccolta legando in modo appropriato la performance dell’operatore privato al profitto (e perciò permettendo la competizione)” diceva Asia Foundation nel suo rapporto di maggio 2016.
Le minacce del governo di rivedere e forse revocare il suo contratto esclusivo con Cintri diede qualche motivo di ottimismo ma non è mai accaduto, e a Phnom Penh restò un accordo marcio, secondo Asia Foundation.
“La raccolta dei rifiuti è quindi caratterizzata da una sola compagnia con un contratto lungo, confidenziale, difficile da monitorare, una struttura di tasse che non incoraggia una raccolta migliorata dei rifiuti delle famiglie, ed gli operatori le cui condizioni non migliorano la performance e le comunità difficili da accedere che non comprendono sempre l’importanza dello smaltimento di rifiuti sanitari.”
Oltre al monopolio il governo ha permesso alla Cintri di raccogliere le tasse sui rifiuti con le bollette dell’elettricità, lasciando alla gente poche alternative al pagare per non rischiare di restare senza corrente, indipendentemente se i loro rifiuti sono raccolti o meno.
Il manager della Cintri, Ith Chenda, ammette che la Cintri potrebbe fare meglio, particolarmente nelle periferie che sono difficili da accedere o che si allagano durante la stagione delle piogge. Dice però che c’è stato un salto recente nel ripulire la città.
“Il miglioramento lo si deve alla partecipazione delle autorità e della gente dopo un accordo con le autorità distrettuali sulla raccolta dei rifiuti.” ha detto Ith Chenda che non ha fatto il nome degli investitori cinesi e che non ha detto se l’azienda faceva profitti.
Secondo questo accordo, il governo nazionale ha dato ai governatori maggiori responsabilità e risorse. Il comune ha accresciuto gli sforzi per incoraggiare la cooperazione della grande comunità.
Ci sono manifesti in tutta la città in cui si minacciano di dare multe a chi lascia i rifiuti lontano dai tempi previsti da Cintri; campagne televisive e manifesti in tutte le aree residenziali mostrano alle persone come lasciare i rifiuti.
Sono saliti di molto i salari dei lavoratori della Cintri dai 30 dollari agli inizi della Cintri ai 150 dollari mensili attuali.
Thon Thoeun ha lavorato per quattro anni come operatore di strada prima di prendersi del tempo per prendere la patente nella sua provincia e ritornare alla Cintri come autista di camion.
L’uomo ha una squadra di quattro o cinque operatori di strada, vestiti negli abiti di tutti i giorni senza guanti o dispositivi di protezione, spesso con infradito ai piedi, che spingono i carrelli nelle stradine strette, prendendo i rifiuti mentre si muovono, o stanno con il camion lungo le strade più grandi fermandosi ai cumuli maggiori che sono raccolti e messi sul retro del camion.
Thoeun dice che da quando ha iniziato a lavorare per la compagnia il grande cambiamento è stat il comportamento dei cittadini di Phnom Penh.
“La gente comprende di più” dice ed aggiunge che le campagne e le minacce di multa sembra che abbiano dato i loro frutti.
La ONG Sahmakum Teang Tnaut (STT) ha monitorato 157 punti di raccolta tra il 2014 e il 2016 ed ha visto un miglioramento nel 84% dei luoghi mentre solo il 6% hanno visto un peggioramento. La raccolta era più regolare e cittadini e attività commerciali erano meno proni a lasciare i rifiuti dispersi per strada, particolarmente nelle aree residenziali o per scopi commerciali.
L’ONG ha anche istituito un sito web Urban Voice dove i residenti indicano i luoghi dove si ha l’accumulo di rifiuti, o luoghi dove l’allagamento è davvero forte, o l’elettricità è stata tagliata.
Il responsabile dell’organizzazione dice che lo scopo era di creare un forum pubblico che il governo può usare per agire in fretta .
“I rifiuti sono un grande problema a Phnom Penh. Se non li raccogli in due giorni la città puzzerà davvero.” dice il direttore che fa riferimento allo stato della città durante i giorni festivi.
“Questa è una città dei rifiuti” dice Ok Serei Sopheak, specialista del buon governo. Dopo decenni di negligenza il governo sembra essere presente nelle iniziative per ripulire dando credito al ministro dell’ambiente Say Sam Al per il momento favorevole delle questioni ambientali e al governatore Khuong Sreng per essere preparato a far applicare le regole.
“Insieme agli allagamenti, alla sicurezza e al traffico, i rifiuti sono una grande questione. Quando cerco su Facebook vedo i giovani cominciare a comprendere che non si può vivere sommersi di rifiuti” dice. “Ma ci vuole tempo e le risorse e la volontà politica del governo ma anche dell’opposizione”.
Aggiunge che le questioni ambientali non erano priorità nella Cambogia uscita dal conflitto ma gli elettori cominciavano a dare importanza a cose come a raccolta dei rifiuti e a vivere in una città salutare, come dire che il partito al governo e gli altri gruppi dovevano dare una risposta.
“Sembra come se sia il momento giusto per metter insieme tutte le parti e far applicare un piano nel prossimo futuro.”
Colin Meyn e Mech Dara, SEAGLOBE