Il primo sarà l’incoronazione di Re Vajiralongkorn come Rama X nel 236° anno della dinastia Chakri.
Il secondo evento sono le elezioni per la camera bassa del parlamento Thailandese, la cui data la giunta al potere del NCPO ha posto a novembre.
Ad un certo livello, sembra chiaro il significato di ognuno di questi eventi. Mentre è ancora sconosciuta la data esatta dell’incoronazione, la cerimonia elaborata che ha segnato la cremazione di Re Bhmibol lo scorso ottobre fa capire che il rituale e lo spettacolo per riaffermare la centralità della monarchia thailandese accompagneranno questo evento.
E, nel caso si tenessero, le elezioni promesse per la fine del 2018 riporteranno il paese alla democrazia parlamentare oltre i quattro anni dopo il golpe del maggio 2014.
Ad un altro livello, il significato di questi due eventi ed il loro ruolo nel fare del 2018 un anno fondamentale per la Thailandia potrebbe non essere così immediato.
Il lungo regno di Re Bhumibol ha avuto una funzione sociale per la Thailandia. Le attività intraprese durante quel regno hanno inscritto nella nazione thailandese una provincia caratterizzata da povertà relativa, cattive comunicazioni ed insicurezza legate in parte all’insorgenza comunista.
Nei decenni di rapida crescita economica, integrò i thailandesi di discendenza cinese nel corpo della società a fondamento della sua nuove classe media urbana.
Nell’affrontare le sfide dei tempi, queste conquiste hanno guadagnato alla monarchia la centralità che i pianificatori dell’incoronazione di Re Vajiralongkorn cercheranno di riaffermare.
Quello che non potrà fare l’incoronazione è definire la funzione della monarchia thailandese durante il nuovo regno le cui sfide saranno differenti da quelle del passato.
Sin dalla morte del padre, Re Vajiralongkorn è stato tutt’altro che passivo, dedicandosi soprattutto alle questioni che riguardavano la gestione ed il riordino degi affari reali e la relazione della monarchia col governo.
Non ha ancora definito pubblicamente la missione complessiva per il suo regno.
Gli osservatori del paese perciò faranno bene in questo anno che si apre a seguire lo spettacolo della incoronazione che si avvicina per avere indicazioni di quale potrà essere la sua missione.
Il re ed i suoi consiglieri affronteranno le divisioni sociali e politiche che hanno fatto precipitare il paese in crisi profonde in questi anni?
Presiederà quindi Re Vajiralongkorn ad un ruolo sociale suo proprio? Oppure è possibile che nel paese più ricco e complesso di oggi, tale ruolo globale per la monarchia non è più fattibile e che la monarchia farebbe meglio a concentrarsi su sfide minori e differenti?
Ci si potrebbe domandare, per esempio, se un uomo fisicamente attivo che giunge al trono dopo i suoi sessantanni non possa avere l’unica opportunità di spingere il paese a guardare in faccia le sfide di una popolazione che invecchia rapidamente.
Naturalmente restringere il ruolo dell’attività reale per concentrarsi su alcune questioni, come fanno le monarchie costituzionali europee, creerebbe anche un vuoto che altre istituzioni ed ideologie riempiranno.
Questa possibilità introduce un altro argomento su cui l’avvicinamento dell’incoronazione di Re Vajiralongkorn nel 2018 dovrebbe concentrare la nostra attenzione.
Tra gli aspetti degli affari reali a cui il nuovo re ha prestato la sua attenzione è la ricchezza spettacolare dell’Ufficio della Proprietà della Corona, su cui una legge dello scorso luglio assegnava a lui il controllo effettivo.
Due imprese su cui l’Ufficio ha proprietà consistenti, Siam Cement e Siam Commercial Bank, annoverano una dozzina di giganti del settore privato thailandese che partecipano allo schema dello “stato del popolo” del governo NCPO, Pracharat.
Questo schema da a queste corporazioni giganti un ruolo formale senza precedenti nel sostenere, stimolare e guidare l’attività economica nella Thailandia rurale. E’ un’indicazione inconfondibile che NCPO ha un approccio all’integrazione nazionale tutta sua in mente.
Se si intende con lo schema nuovo Pracharat dare ai giganti degli affari un ruolo integrante nella Thailandia del futuro, allora un altro degli approcci del NCPO all’integrazione nazionale deve di più al passato.
Il periodo del dopo golpe ha visto una notevole inerzia rimpiazzare l’estrema politicizzazione e la turbolenza dei precedenti otto anni.
In un lavoro di Puangthong Pawakapan per l’ISEAS si nota che questi anni hanno visto la rinascita del ISOC militare, componente fondamentale della contrinsorgenza thailandese negli anni 60 ed 80.
Le attività del ISOC hanno permesso alla giunta NCPO di monitorare e limitare le forze politiche di opposizione in questi tre anni e mezzo. Queste attività aiutano a spiegare la chiara inezia politica che ha preso il paese si dal più recente golpe.
Considerare ISOC essenzialmente come uno strumento di controllo politico è un errore.
E’ piuttosto uno strumento di depoliticizzazione, l’incarnazione di un orientamento ideologico da parte dei militari che cerca di integrare i cittadini in una questione nazionale senza riferimento a partiti ed elezioni.
I partiti che parteciperanno alle elezioni del 2018 opereranno sotto onerose nuove restrizioni legali. Gli elettori eleggeranno i membri del parlamento attraverso un complesso sistema di ripartizione misto designato a prevenire che ogni singolo partito vinca una parte dominante di seggi in quel ramo.
Il parlamento condividerà il potere con un senato i cui membri all’inizio saranno nominati dal NCPO. La conseguente debolezza relativa e forse la limitata importanza del parlamento rifletterà l’agenda depoliticizzante della giunta.
Allora avranno queste elezioni nazionali previste nel 2018 una qualche importanza?
Certo, hanno importanza, proprio perché rappresenteranno un elemento importante dello sforzo della giunta NCPO di introdurre un ruolo politico di inerzia continua in Thailandia.
Il risultato di queste elezioni e il funzionamento del parlamento che risulterà metteranno sotto test quello sforzo.
Naturalmente con le elezioni previste alla fine dell’anno, dobbiamo tenere a mente la possibilità che un’atmosfera popolare attenta sempre di più alle questioni economiche e alla corruzione ufficiale porterà un test precedente al regime di inerzia e depoliticizzazione che la giunta NCPO vorrebbe imporre sulla Thailandia.
Michael J. Montesano, Todayonline