Il Vietnam si prepara a dare il benvenuto a 17 milioni di turisti internazionali con una crescita del 30% sul 2017, ed a trarne benefici sono pronte anche le regioni più povere della nazione.
Tra questi vi è anche Zu, una donna Black Hmong del villaggio piccolo di Ta Van nel Vietnam nordoccidentale che percorre le terrazze di riso della sua zona per sei ore al giorno.
Si sposò che aveva sedici anni restando subito incinta. Zu, che ora ha 24 anni ed ha due figli, porta i turisti nel trekking attorno ai villaggi della minoranza Dao a Sapa, un’attrazione turistica proprio fuori del distretto della capitale. La sua storia sprizza perseveranza e senso dell’impresa, forti come una montagna di granito da cui si estende la casa di famiglia.
“Ho imparato l’inglese dai turisti per lo più” dice Zu mentre guida il nostro gruppo attraverso una piccola foresta di bambù ala confine di Ta Van. “Ci sono voluti sei mesi”.
La nuova lingua ha comportato di poter offrirsi come guida turistica.”Prima di questo, vendevo fazzoletti e borse come tutte le donne del villaggio. Ma eravamo così in tante che non guadagnavo abbastanza” racconta Zu. “Sono stanca per il troppo camminare ma questo lavoro è migliore per la famiglia”.
La piccola cittadina felice delle alture di Sapa che Zu conobbe nella sua gioventù ora assomiglia ad un cantiere di una casa mezza finita. Nello stile tipicamente vietnamita, i lavoratori nei vestiti di ogni giorno gridano l’un l’altro le operazioni da fare mentre, barcollano sul limite di un’alta impalcatura che, alla fine dell’anno, sarà tolta per mostrare il nuovo profilo di un nuovo grande luminoso hotel dalle luci chiare al neon.
Delle 500 località per soggiornare con 6000 stanze nel distretto di Sapa, sono spuntate 154 stanze in famiglia a Ta Van e nei villaggi circostanti. Lo scorso anno oltre 3 milioni di turisti hanno visitato la provincia di Lao Cai. Nel 2020 le autorità provinciali predicono che saranno i turisti della sola Sapa.
Per Zu questa è un’opportunità incredibile.
“Talvolta vado a Sapa per cercare lavoro” dice che si presenta come una delle tante donne Black Hmong o Red Dao nei loro costumi coloratissimi che cercano turisti nella piazza principale di Sapa offrendo ricordini oppure visite a piedi.
Varie volte Zu ha convinto i turisti a passare qualche notte presso la casa di famiglia, un qualcosa in più oltre il guadagno di guida. Ma casa sua è piccola e già affollata di due figli, un marito e parenti e degli animali che vi girano dentro.
Zu capisce anche che casa sua è fin troppo autentica per la maggioranza dei turisti. “Sto risparmiando per poter costruire una homestay appropriata con più stanze e spazi”.
Il turismo contribuisce per circa il 7% al PIL vietnamita, di molto inferiore al 17% dell’agricoltura, al 39% dell’industria e al 44% dei servizi.
Ma il turismo permette la crescita di questi settori più grandi ed è perciò che il governo vuole trasformarlo in un settore fondamentale per il 2020.
Secondo l’Agenzia dell’Investimento Estero, il Vietnam ha raccolto circa 33 miliardi di dollari di investimenti esteri nel 2017, con una crescita di oltre 80% anno su anno. La maggioranza di questo investimento giunge a DaNang e Nha Trang sulla costa vietnamita dove il caldo e la distesa di spiagge costituiscono una destinazione tropicale affascinante.
Una passeggiata sulla costa di Da Nang può far vedere gli scheletri di cemento armato che presto saranno i CocoBay, gli Sheraton, Vina Capital e tanti altri. Lo scorso anno soltanto qui sono stati investiti 3.6 miliardi di dollari dalle imprese di sviluppo straniere.
Spostandosi molti chilometri a nord di Da Nang, ad otto ore di bus a sudest di Sapa, troviamo la rinomata Halong Bay. Tra le colonne di roccia e le barche a giunco di legno disperse nella Baia ci sono le giungle accidentate dell’isola maggiore della regione di Cat Ba.
E’ qui alla punta più meridionale di Cat Ba, che un segnale di strada indica la direzione della Area Turistica. Ed infatti appollaiati di fronte alla baia ci sta una fila variopinta di hotel, negozi e ristoranti. Sui muri e sulle ringhiere le indicazioni di alimenti occidentali, wifi libero o di prezzi modici.
Tra gli edifici ci sta Mona Homestay e Restaurant appena rimodernata di cui è gestore e proprietario Thang Pham di Cat Ba.
Thang si laureò nel 2011 all’università di Hai Phong in Gestione del Turismo.
Dopo aver fatto da guida per molti anni, Thang decise che era il momento di “fermarsi e concentrare attenzione ed energie in questa piccola homestay nella mia isola”.
“Il turismo è un bene per Cat Ba, ma il modo in cui la gente lo fa in generale non va bene.” dice Thang. “Abbiamo ancora tanta spazzatura nella baia, nessun trattamento dei rifiuti e lavoratori specializzati non vogliono lavorare in quest’isola. Ma lavoro e vivo qui da sette anni e credo che che Cat Ba sia più bella della baia di Halong.
Thang sa benissimo che la sua amata Cat Ba cambierà del tutto nei prossimi anni specialmente la città principale su cui Mona Homestay guarda alla baia piena di barche. Thang cita un video promozionale dell’aprile 2017 fatto dalle compagnie di sviluppo.
Il video di cinque minuti fa vedere i lavori pianificati su Cat Ba e le isole attorno con un sistema di tram sospeso sul mare di 21 chilometri che connette le città do Cat Hai e Cat Ba. Il progetto complessivo include tre campi da golf, un parco giochi e vari sviluppi per aumentare il potenziale turistico delle aree vicine.
“Alcune parti dell’isola perderanno la loro naturale bellezza, ma verranno più persone, più turisti vietnamiti, e la gente avrà più opportunità per fare affari”.
Poi deve andare perché sono arrivati nuovi ospiti e Thang farà di tutti perché siano felici. Deve restare competitivo e il suo lavoro è salutato dalle cinque stelle in tante agenzie di prenotazione internazionali.
Sono le sei della sera di giovedì. Thang jha portato gli ultimi arrivati alle loro stanze e si appronta alla cucina per la cena. Ad alcune centinaia di chilometri a nordovest Zu prepara la cena per la sua famiglia. E’ tornata a casa dopo un trekking durato l’intero giorno e comincia la vita familiare.
Per entrambi il 2017 è stato un anno buono.
Tenendo il polso delle opportunità che si trovano di fronte, come tanti altri nell’industria del turismo vietnamita anticipano che questo sarà di nuovo il loro anno più attivo.
Zuzanna Kamusinski, SCMP