Con la costituzione thailandese del 2017 l’approccio del governo verso la religioso è radicalmente differente.
Nelle costituzioni precedenti, gli obiettivi primari dello stato erano la protezione del buddismo e la sua promozione insieme alle altre religioni, promuovere l’armonia religiosa incoraggiando l’applicazione dell’insegnamento religioso per migliorare la qualità della vita.
Mentre la costituzione del 2017 sostiene il buddismo e le religiosi, gli altri due obiettivi sono stati cambiati da un nuovo mandato.
Per la protezione del buddismo la costituzione richiede che solo lo stato possa dirigere la sua assistenza alla scuola Therawada del buddismo e che il governo protegga il buddismo da ogni forma di desacralizzazione.
La Thailandia non ha una religione di stato ufficiale. Sebbene il 93% della popolazione sia buddista, è permesso il libero esercizio del credo di altre religioni. La costituzione prescrive che il Re professi il buddismo ma gli dà la possibilità di essere sostenitore di tutte le religioni praticate dai thailandesi.
Nel 1997 e nel 2007, un gruppo di buddisti si batté affinché il buddismo divenisse religione ufficiale dello stato. Gli estensori della costituzione rigettarono queste richieste per paura di rompere l’armonia religiosa e il crescere delle tensioni sociali.
Si può vedere il mandato della costituzione del 2017 come un compromesso. Con essa la Thailandia si avvicina a stabilire il buddismo come religione ufficiale ma anche al conflitto religioso.
E’ importante comprendere cosa spingeva quei thailandesi a chiedere il riconoscimento ufficiale del buddismo e perché gli estensori della costituzione del 2017, che sono gli stessi tecnocrati elitisti che stesero le due precedenti, acconsentirono a quella pressione.
Sin dagli anni 80, il buddismo thai ha incontrato una pressione crescente per mantenere il suo predominio. Il consiglio supremo della Sangha fu colpito da una serie di scandali a base di sesso, droga, denaro, assassini ed altre cose. Questi scandali sono il simbolo della struttura obsoleta del consiglio, il qual non riesce a regolare efficacemente il comportamento dei monaci. La promozione nel consiglio è legata all’anzianità che lascia il consiglio pieno di abati anziani che hanno perso contatto col mondo moderno in rapido cambiamento.
La lassezza e l’incapacità del consiglio a raggiungere le generazioni più giovani hanno permesso la crescita di movimenti buddisti non convenzionali che, come quello del tempio Dhammakaya, sono capaci di attrarre migliaia di fedeli ed organizzare una rete mondiale. La Santi Asoka, un altro gruppo ben noto, critica apertamente l’avidità del consiglio della Sangha. I buddisti tradizionali considerano eretiche entrambe le sette.
Nell’antico Siam il re sarebbe intervenuto per salvare l’egemonia del Consiglio. Il Re potrebbe ordinare una riforma del Tipitaka, i libri dell’insegnamento del Buddha, o ripulire la Sangha promulgando nuove regole di condotta monastiche e cacciare i monaci corrotti.
I governi moderni sono meno inclini ad intervenire. Il Consiglio non ha avuto successo nel tentativo di perseguire i monaci corrotti, cosa che ha portato molti a credere che sia necessario un intervento dello stato.
Nel 2004, nelle province più meridionali a maggioranza malay musulmana scoppiò la violenza. I separatisti malay in modo deliberato uccidevano monaci e bruciarono templi per esprimere la resistenza al governo thai. Le notizie scossero molti buddisti che cominciarono a pensare che il buddismo sarebbe stato sopraffatto dall’Islam. L’Islamofobia alimentò ulteriormente la determinazione a radicare il predominio del buddismo attraverso l’appoggio costituzionale.
Un movimento politico sostiene anche la domanda di una maggiore presenza del buddismo nella sfera pubblica thailandese. IL processo democratico del paese si è fermato molte volte e sono da incolpare i politici immorali ed avidi del paese. La situazione è peggiorata sotto l’amministrazione di Thaksin Shinawatra, la cui corruzione e violazione di diritti umani spinse una parte della popolazione contro di lui.
I manifestanti antiThaksin conclusero che la democrazia è incompatibile con il contesto unico thailandese, decidendo che i cittadini poveri e senza istruzione sono troppo ignoranti per poter godere dei pieni diritti della democrazia e quindi erano necessari individui di moralità superiori a guidarli.
Il moralismo lo si ritrova nelle costituzioni del 2007 e 2017 che espandono il controllo del sistema giudiziario e delle agenzie di monitoraggio, “le istituzioni moralmente elevate” per controllare i rappresentanti eletti e presunti cattivi. La costituzione assume che la Thailandia è moralmente e politicamente corrotta e che la moralità buddista salverà il paese.
Il cambio nella politica thailandese sul buddismo è guidata dal desiderio della religione di preservare la sua egemonia, per rivivere la gloria passata e reintrodursi nella politica.
Più lunga è la crisi politica in Thailandia più debole diventerà la politica secolare.
Dal golpe del 2006 i governi che si sono succeduti hanno sofferto di crisi di legittimità che sono particolarmente acute con i governi militari a cui manca il sostegno popolare.
Quando un governo non può vantare il suo comportamento o godere della legittimazione popolare, si rivolge ad una fonte tradizionale di legittimità, la religione.
La giunta giustifica la propria oppressiva e mancante amministrazione affermando di trovarsi su una posizione morale elevata.
Quali cambiamenti comanderà la nuova costituzione? La specificità del suo linguaggio e il tono aggressivo segnalano una crescente intolleranza al pluralismo. All’inizio del 2017 il governo represse la setta del Tempio di Dhammakaya. I soldati entrarono nel tempio alla ricerca del suo abate Dhammachaiyo che era stato accusato di riciclaggio. Il governo ha piani di promulgare nuove leggi di riforma del buddismo. Tra le misure previste c’è il controllo delle finanze dei monasteri e la criminalizzazione dell’eresia.
Il governo così mira ad unificare il buddismo e restaurare la sua gloria mentre sopprimerle comunità non convenzionali e non buddiste.
E’ una politica ragionevole e ben pensata? Il mandato costituzionale del 2017 di protezione del buddismo Therawada solanto è una decisione preoccupante che metterà in pericolo la libertà di religione ed intensificherà il conflitto separatista Malay musulmano.
Khemthong Tonsakulrungruang, Eastasiaforum.org