Sono passati quattro mesi da quando è caduto il silenzio delle armi sulla città Filippina di Marawi assediata dai militanti vicini al IS. La fine dell’illusione popolare rispetto al governo Duterte però può trasformarsi in sostegno più attivo per gli estremisti a causa di alcuni passi falsi di Duterte stesso.
I cinque mesi di battaglia a Marawi hanno portato la morte ad oltre 1100 persone, per lo più militanti, e a 200 mila civili evacuati.
La battaglia fu un grande contraccolpo per il governo filippino e le forze di sicurezza. I militanti non solo riuscirono a procurarsi, ad ammassare ed infiltrare oltre 500 militanti ed armi nella città, ma il bombardamento a caso dei militari causò la maggioranza dei danni.
Sebbene molti dei capi dei militanti, dai fratelli Maute ad Isnilon Hapilon di Abu Sayaff siano stati uccisi, sono scappati chiaramente varie figure di capi che hanno ricominciato a reclutare.
I militanti, che usano soldi ricavati dalle banche svaligiate a Marawi durante la battaglia, secondo notizie attivamente reclutano pagando grandi somme alle famiglie per i loro figli.
Un resoconto di una stampa locale parlava di una famiglia che aveva ricevuto circa 300 dollari, una somma superiore all’entrata annua media della regione, per il loro figlio undicenne.
L’ondata della pubblica opinione verso il governo era già bassa. Arrabbiati per come era stata gestita la guerra, per i cinque mesi necessari per sconfiggere il ribelli, l’estensione della legge marziale e lo squallore della vita nei rifugi temporanei, i residenti evacuati erano ansiosi di tornare a quel poco che restava delle loro case.
Il governo ha fatto un cattivo lavoro nel gestire le attese. Il recente annuncio che la ricostruzione richiederà fino a quattro anni ha infuriato la gente del posto.
Questo sarebbe un problema per ogni governo, ma quello di Duterte ha fatto molti passi falsi nei tre mesi passati che peggiorano la situazione.
Dopo Marawi Duterte promise di rendere prioritaria l’approvazione della Legge fondamentale della Bangsamoro, BBL. A gennaio il senato fece un’ispezione ed incontrò il rappresentanti del MILF rassicurandoli del passaggio della BBL.
Il Senato sembra comprendere l’urgenza della legge, mentre il MILF continua a perdere membri delusi verso gruppi più radicali. Ma il problema reale è nella Casa dei Rappresentanti i cui membri sono più provinciali, e dove la solidarietà per i Moro sembra più debole. Ed una questione critica è se il Congresso approverà la BBL che il Comitato di Transizione Bangsamoro ha proposto o continuerà ad annacquare le posizioni fondamentali della legge.
Un problema aggiunto è che Duterte resta concentrato sul suo primo obiettivo legislativo che è l’emendamento costituzionale per creare un sistema federato. Sebbene abbia promesso al MILF che la BBL sarà fatta per prima, il presidente è cosciente che solo lui ha tanto capitale politico.
Duterte sembrava minare la sua promessa a metà dicembre quando pubblicamente domandò della costituzionalità della BBL.
“Non credo che supererà le barriere costituzionali, la continuo a leggere ripetutamente… MILF vuole un territorio. Se lo fate, non si adegua alla regola della costituzione, dovete emendarla.” disse.
Più di recente, ha posto la questione che il federalismo deve venire prima per assicurare la costituzionalità della BBL, ma quell’argomento potrebbe essere fasullo. La BBL, sia la versione del 2014 che l’attuale formula annacquata non è stata mai discussa nella Corte Suprema.
Ma la mossa di Duterte ha fatto arrabbiare il MILF. E molte organizzazioni rivali del MILF possono indicarla come una prova della duplicità continuata del governo filippino nei suoi impegni verso l’autonomia Moro.
La spinta di Duterte per il federalismo ha messo a lavorare uno strumento inatteso. L’alleato di Duterte Aquilino Pimentel Jr, ex presidente del Senato, ha affermato pubblicamente che un qualunque sistema federale debba includere lo stato malese di Sabah, come il “tredicesimo stato federale”.
Questo sarà qualcosa su cui si butterà il MNLF, l’alleato di Duterte Nur Misuari.
Sebbene non sembri una grande questione, il MNLF dominato dall’etnia Tausug a Sulu reclama Sabah. Il MILF, che riceve un sostegno forte dalla Malesia, non la reclama. Questa è un altro punto di frizione tra MILF e MNLF nel momento in cui è più importante che mai una posizione comune sul processo di pace.
Inoltre, a rivendicazione di Sabah, che Duterte stesso ha fatto, è stata velocemente rigettata dal governo malese che ha detto che la questione si risolse nel referendum del 1963 ed è quindi un caso chiuso.
Più precisamente la Malesia ha messo in guardia che le Filippine rischiano di minare una cooperazione stretta nella sicurezza regionale se dovesse sollevare la sua rivendicazione dormiente. La Malesia sponsorizza il processo di pace con il MILF, guida la missione di monitoraggio della pace, ed è un partner fondamentale nell’accordo tripartito di pattugliamento marittimo insieme a Filippine ed Indonesia.
Le forze armate filippine hanno ulteriormente alzato polvere affermando la propria intenzione di costruire una base militare nel mezzo di Marawi da deterrente per un altro attacco dei militanti. Eppure Marawi fa già parte di una Regione Autonoma di Mindanao Musulmana.
Mentre ai militari è permesso di avere una base nella ARMM o nella Bangsamoro, viola di certo lo spirito dell’accordo. Si suppone che i Moro siano responsabili per la propria sicurezza. Ed una delle loro lamentele fondamentali è di sentirsi già sotto l’occupazione Filippina.
Al di là delle percezioni, la costruzione di una base militare sposterà risorse, finanziamenti e forze dalla ricostruzione urbana che deve essere la priorità fondamentale.
Infine, c’è stata un’ondata di violenze a Mindanao, Basilan e Sulu che serve a ricordare quanti problemi di sicurezza si trova davanti il governo.
All’inizio di gennaio, le forze di sicurezza furono attaccate da militanti del BIFF, fuoriusciti del MILF del 2008. La battaglia di due giorni ha fatto un morto tra le truppe. Membri del BIFF hanno lanciato vari attacchi usando oggetti esplodenti improvvisati tra i quali uno che fece sedici feriti tra i civili.
Il 19 gennaio i militari filippini si scontrarono con le forze del gruppo Maute nella loro prima battaglia da Marawi e otto soldati rimasero feriti.
In tante piccole operazioni i Maute hanno mostrato di essersi ricostituiti in fretta. E nella scorsa settimana Abu Sayaff ha ucciso quattro civili. Nonostante le affermazioni dei militari di altre defezioni, Abu Sayaff ha dato prova di essere capace di attaccare quando vuole.
La realtà è che resta troppo spazio senza governo nelle Filippine Meridionali. Ed un piccolo ma stabile gruppo di militanti stranieri continua a sfruttarlo aiutando il miscuglio di gruppi locali di militanti a radunarsi di nuovo a fare alleanze tattiche.
Zachary Abuza, National War College, BENARNEWS