Anwar Ibrahim, il capo carismatico dell’opposizione malese, è stato liberato mercoledì pomeriggio e con lui termina una storia legale caotica che ha visto il noto politico malese in carcere con l’accusa di sodomia, un’accusa pretestuosa secondo molti osservatori.
Anwar Ibrahim è uscito dall’ospedale di Kuala Lumpur, dove era in convalescenza per l’operazione alla spalla fatta a novembre, salutando i tanti sostenitori che lo attendevano, prima di essere portato in udienza dal Re Sultan Muhammad V, il re costituzionale della Malesia, Yang di-Pertuang Agong, che ha dato il perdono reale completo ad Anwar Ibrahim.
Il rilascio veloce di Anwar Ibrahim segue l’incredibile sviluppo della politica malese dopo la vittoria straripante della coalizione del Pakatan Harapan che ha posto fine a sei decenni di dominio incontrastato della coalizione del BN col ritorno al governo dell’ex premier Mahathir Mohamad.
Mahathir, che è stato primo ministro per 22 anni, è stato il primo a salutare Anwar al suo arrivo al palazzo nazionale, iniziando un nuovo capitolo nella relazione tra i due politici, che sono stati alleati politici ed anche rivali acerrimi in differenti momenti della storia recente malese.
Anwar infatti è stato il vicepremier di Mahathir dal 1993 al 1998 ed fu considerato il suo successore finché non fu licenziato ed arrestato con accuse di sodomia che alla fine caddero.
Sembra che la politica malese sia tornata ai suoi inizi con Anwar che, ancora una volta, si crede succederà all’anziano Mahathir dopo due anni da premier.
Questo disegno incredibile è il risultato dalla scelta dei due capi carismatici di mettere da parte gli anni di inimicizia per unire le forze per abbattere il regime autoritario e scandaloso di Najib Razak, il quale è così il primo caso di un capo di stato malese che perde un’elezione. E’ anche la prima transizione politica dall’indipendenza.
“In un momento in cui la democrazia soffre in tutto il mondo spero che la popolazione malese abbia dato segni di speranza attorno al mondo reclamando la propria libertà a gran voce” ha detto Anwar Ibrahim al giornale Sydney Morning Post sostenendo che ora la Malesia è al culmine di un’eldorado.
Mahathir ha a cuore profondamente la Malesia, ha detto Anwar descrivendo la nuova collaborazione essenziale per vincere la corruzione che è diventata così radicata sotto Najib.
“La nostra cartina al tornasole è sempre stata il sostegno all’agenda di riforma.” ha detto Anwar. “Finché c’è un impegno serio verso questi principi abbiamo sempre accettato nuovi sostenitori. L’animosità che preoccupa alcuni osservatori non è una questione per me”.
Anwar incarna, secondo molti, le riforme politiche ed economiche tanto attese dai malesi delle città che si battono per il pluralismo, la libertà di stampa, la trasparenza e il governo pulito. Ha anche discusso sulle riforme delle politiche affermative che danno il trattamento preferenziale, tra i tanti vantaggi legati alla razza, agli etnici malay nel campo dei prestiti, delle licenze e delle borse di studio.
Secondo molti critici la politica dei bumiputera del NEP, introdotta nel 1971 per sostenere i figli della terra, i malay che erano i più poveri rispetto alle altre etnie, ha creato una classe di malay ben connessi politicamente che ha vissuto di rendita ed ha così affossato la competizione ed alimentato il risentimento tra le altre etnie.
Mahathir ha difeso sempre questa politica e molti analisti sostengono che gli elettori malay hanno votato la coalizione multi etnica perché si sono sentiti tutelati dalla presenza dell’anziano premier che difenderebbe e porterebbe avanti gli interessi dei Malay.
E’ tutta aperta la questione se e come la coalizione Pakatan Harapan vorrà riformare la politica dei Bumiputera.
Nella conferenza stampa dopo il suo rilascio, Anwar ha dato il suo sostegno pieno alla coalizione Harapan guidata da Mahathir ed ha detto di non voler rientrare immediatamente in politica nonostante che il perdono reale completo glielo permetta.
“Continuerò a seguire ma non ho bisogno di stare nel governo per ora” ha detto ed ha chiarito che vuole del tempo per sé e la sua famiglia dopo essere stato in carcere dal febbraio 2015 in seguito ad una condanna di cinque anni.
Anwar ha anche ringraziato il sovrano malese che ha preso “la decisione immediata e decisa” di liberarlo senza alcuna condizione. Il certificato penale di Anwar è stato completamente cancellato dopo il perdono reale.
Per diventare primo ministro, Anwar deve partecipare ad un’elezione e vincere il seggio. La moglie e vice premier Wan Azizah Wan Ismail ha detto di essere disponibile a dimettersi per poter far scattare l’elezione locale e accelerare il ritorno di Anwar al governo, quando deciderà di voler tornare in politica.
Mahathir sostiene che la sua esperienza sia necessaria per sistemare molte questioni che attanagliano il paese, cosa su cui molti osservatori concordano: l’anziano premier ha quella influenza politica necessaria per fare le riforme fondamentali e perseguire le accuse di corruzione contro le forti figure politiche.
Il Premier al WSJ ha detto di voler mantenere un ruolo di secondo piano dopo le sue dimissioni.
Il primo compito della coalizione di Pakatan Harapan è di ricercare il consenso sulle nomine del governo dopo che una fazione del PKR di Anwar, che rappresenta il partito maggiore della coalizione, ha fatto sapere di un proprio disappunto.
Il diplomatico anziano di Singapore e professore presso l’Università di Singapore Kishore Mahbubani prevede una certa instabilità futura per le discussioni tra i partiti sulle posizioni nel governo, ed ha invitato Anwar ad una certa pazienza sulla transizione di governo.
“Se Anwar è paziente, saprà che alla fine sarà il premier. Non è suo interesse agitarsi finché le cose vanno in suo favore” dice il diplomatico. “Le ragioni per cooperare sono più forti delle ragioni per combattersi”.
Alcuni critici di Anwar, come alcuni suoi ex alleati, lo hanno accusato di essere troppo intento col prendere il potere politico, anche se significava usare tattiche non permesse per prenderlo.
Nel tentativo del 2014 di far diventare sua moglie primo ministro nello stato ricco di Selangor, Anwar si adoperò per far cadere il governo del suo proprio partito.
Kajang Move, come è conosciuto il tentativo, finì malissimo e si dimostrò una pessima giocata che minò la fiducia pubblica e non gli permise di raggiungere l’obiettivo. Si creò una crisi politica che portò al crollo della coalizione di allora Pakatan Rakyat guidata dallo stesso Anwar.
La cooperazione e la buona volontà tra i due sarebbe una musica che i sostenitori del Hapan vorrebbero sentire, allontanando le paure di divisione dentro il governo della coalizione appena formatosi.
Di fronte ad Anwar c’è un percorso chiaro verso la presidenza, ruolo che moltissimi malesi credono meritato dopo decenni di persecuzione politica.
Le vicende politiche e giudiziarie di Anwar del 1998 afferrarono e divisero la Malesia e la comunità malay fino a livello familiare, accendendo le reazioni dei paesi della regione e del mondo dove Anwar che era ministro delle finanze era considerato un riformatore moderato e prudente.
La divisione tra Mahathir e Anwar nacque sulle differenze di opinione sul come gestire la crisi finanziaria asiatica del 1997. Mentre si diffondeva il disordine politico ed economico per la regione, il presidente indonesiano Suharto fu cacciato dal potere facendo temere il peggio anche per una simile ondata popolare che cacciasse anche Mahathir.
Anwar ed i suoi sostenitori invocarono un nuovo movimento di riforma inseguito alla crisi ed iniziarono ad adottare gli slogan del movimento indonesiano, la reformasi. Ciò condusse Mahathir a credere che il suo vice lo volesse cacciare dal potere.
Anwar fu poi accusato di aver sodomizzato Azizan Abu Bakar, autista di sua moglie, ed anche allora molti ritennero che si trattava di accuse politicamente motivate.
Mentre era in prigione fu pestato a sangue dal capo della polizia Abdul Rahim Noor. Alla fine Abdul fu accusato di violenze, sebbene al tempo Mahathir avesse espresso il dubbio che le ferite erano autoinflitte.
Nel 2000 fu ritenuto colpevole e condannato a nove anni di carcere, cosa che divenne l’onta nella presidenza di Mahathir fino alle sue dimissioni del 2003.
Nel 2004 Anwar vinse l’appello finale contro le accuse di sodomia dopo che i giudici ammisero che l’accusa non era riuscita a fornire prove ma solo dichiarazioni inconsistenti e contraddittorie.
L’accusa di sodomia fu sollevata ancora nel 2008 quando un aiutante politico di Anwar, Mohd Saiful Bukhari Azlan denunciò alla polizia di essere stato sodomizzato.
I resoconti medici affermarono che non c’era stata sodomizzazione e Anwar nel 2012 fu assolto, quando sorse il dubbio sull’integrità dei campioni di DNA.
A marzo 2014 l’accusa riuscì a ribaltare l’assoluzione con un verdetto di colpevolezza.
Anwar ha sempre negato le accuse che ha sempre considerato come un tentativo di minare le sue ambizioni politiche.
Ora sembra che questa saga antica sia giunta finalmente alla sua conclusione.
Nile Bowie, Atime.com