Le Filippine non si trovano nella posizione di inimicarsi Pechino per il suo espansionismo militare nel Mare Cinese Meridionale. Lo dice il presidente Filippino Duterte dopo rapporti di intelligence che indicano la presenza di bombardieri cinesi H6K capaci di portare bombe nucleari nella regione in questione.
Duterte ha parlato della questione in un discorso nella città di Cebu, il giorno dopo che i militari cinesi avevano annunciato l’atterraggio di bombardieri tra i quali gli ultimi H6K, per la prima volta su un’isola nel mare cinese meridionale.
Le Filippine si trovano in un limbo, ha detto Duterte, perché non hanno l’assicurazione che l’America rimarrebbe dalla nostra parte se scoppiasse una guerra.
Le Filippine ricadono dentro le mille miglia nautiche, 1852 chilometri, della gittata dei bombardieri cinesi, dice Asia Maritime Transparency Initiative (AMTI).
Questo significa che Manila e tutte le basi filippine in via di sviluppo secondo l’iniziativa congiunta USA Filippine ricadono dentro il raggio, secondo AMTI che tiene traccia delle questioni di sicurezza in mare nella regione.
“Con cosa ci armeremmo se scoppi una guerra? Finiremo a prenderci a schiaffi?” chiede Duterte.
Secondo il presidente le Filippine non hanno alcuna possibilità contro la Cina se scoppia una guerra, dicendo che gli aerei cinesi sarebbero nel paese nel giro di qualche minuto.
“Potremo vincere una guerra? Se le mie truppe saranno massacrate, dopo la guerra, soldati e polizia si metteranno alle mie calcagna. Le nostre truppe saranno massacrate” ha detto il presidente.
In precedenza l’aviazione cinese ha detto di aver portato i bombardieri in territorio reclamati da Pechino nel mare cinese meridionale.
“Una divisione della PLAAF ha di recente organizzato l’addestramento di bombardieri come gli H6K ad atterrare e decollare sulle isole e barriere del Mare Cinese Meridionale per migliorare l’abilità di raggiungere tutti i territori, a condurre attacchi in qualunque momento e colpire in tutte le direzioni” si legge in una dichiarazione dell’Aviazione Cinese secondo un articolo Reuters.
Duterte ha detto di aver sollevato la questione delle rivendicazioni nella regione di mare con la controparte cinese Xi Jinping che gli aveva detto “di non rovinare la relazione”.
“Non dobbiamo combattere. Possiamo dividercelo in uno sviluppo ed esplorazione congiunti” ha detto senza essere specifico.
In precedenza il presidente Duterte ha cercato di incolpare il predecessore Benigno Aquino la cui amministrazione aveva lanciato una richiesta di arbitrato internazionale contro la Cina.
A luglio 2016 fu emessa una decisione a favore delle Filippine appena dopo la vittoria elettorale di Duterte. La Cina si è rifiutata di aderire alla decisione della Corte Permanente dell’Arbitrato e ha continuato con le attività di costruzione delle isole nel mare contestato.
Duterte non cercò di far applicare la decisione ma addolcì la propria posizione cercando di compiacere Pechino.
Uno dei suoi primi atti ufficiali come presidente fu di andare in visita a Pechino.
Il rapporto sui bombardieri cinesi H6K giunse appena dopo che AMTI aveva detto che la Cina aveva installato sistemi missilistici antinave ed antiaerei su tre isole delle isole Spratly.
L’area delle Spratly è anche contesa insieme a Brunei, Malesia, Filippini, Vietnam e Taiwan.
L’AMTI pubblicò foto satellitari di aerei di intelligence cinesi in una delle isole controllate da Pechino e che si trova a 12 miglia nautiche dall’isola Thitu dove le Filippine mantengono un piccolo contingente insieme ad un centinaio di civili.
La senatrice di opposizione Risa Hontiveros ha chiesto domenica una revisione dei trattati bilaterali con la Cina benché il ministero degli esteri sia rimasto silenzioso sulla questione.
“Non possiamo definire amico un paese che ci deruba delle nostre isole e minaccia con armi nucleari” ha detto Hontiveros che ha notato che la Cina ci ha di fatto minacciato con le armi nucleari nel Mare Filippino Occidentale, notazione filippina del tratto Mare Cinese Meridionale che cade nella zona economica speciale Filippina.
“Questo è inaccettabile. E’ una serie minaccia alle vite dei nostri cittadini, un assalto alla nostra costituzione e violazione diretta di trattati internazionalmente riconosciuti che abbiamo sottoscritto” ha aggiunto la senatrice Hontiveros.
“Sfido il presidente Duterte e il suo ministro degli esteri a porre fine alla loro sottomissione verso la Cina e a dare vita al coraggio politico necessario per erigersi a difesa della nostra sovranità regionale e alle vite dei nostri cittadini”
Roilo Golez, già consigliere della sicurezza nazionale ha chiesto al presidente Duterte di convocare il consiglio della sicurezza nazionale e protestare con forza sulle ultime azioni del governo cinese.
“Questa volta dobbiamo protestare” ha detto Golez il quale ha notato che i bombardieri cinesi H6K costituiscono “un pericolo chiaro e attuale” verso le Filippine e gli altri alleati nella regione.
Golez ha aggiunto che, se Duterte e il suo ministro degli esteri non dovessero dare una risposta robusta, il Senato Filippino deve tenere un’audizione immediata per spingerlo in questa direzione.