Ottanta anni fa il matrimonio di Meghan e Harry sarebbe rimasto un sogno impossibile. Nel 1937 l’americana e divorziata Wallis Simpson sposò il principe Edoardo, duca di Windsor, un anno dopo la sua abdicazione. Simpson rappresentava le qualità non volute e fu esclusa dal diventare una regina britannica.
Ma nel 2018, Meghan, americana e divorziata, di sangue meticcio, ed attrice di Hollywood, è stata accettata con gioia nella famiglia di Windsor. I tempi sono cambiati e con essi la monarchia britannica.
A migliaia di chilometri di distanza la Thailandia è tra i pochi paesi del sudestasiatico dove la monarchia è sopravvissuta. Le nozze reali nel Regno Unito sono state messe sotto la lente di ingrandimento sia sui giornali che sui media sociali.
Nei media tradizionali la copertura delle nozze è stata notevole, alimentata dalla curiosità generale sugli affari reali britannici, e considerati come uno specchio dei reali thailandesi.
La stampa ha analizzato due elementi principali: la pompa maestosa che si accompagna con le istituzioni reali britanniche e poi il costo del sontuoso matrimonio. I commenti fatti su questi due elementi sono fortemente paradossali.
La grandezza del matrimonio reale britannico, come è stato descritto nei giornali thailandesi, è stato considerata la prova vivente della necessità di una propria solennità della Monarchia thailandese, se non di divinità.
La celebrazione del matrimonio di Harry e Meghan è diventato uno strumento per rafforzare l’istituzione reale thailandese in un sentimenti crescente antimonarchico.
D’altro canto, le notizie nei media locali che consideravano il costo del matrimonio reale come un argomento di discussione potrebbero essere presi come una critica sottile dei reali Thailandesi.
Per esempio, il giornale a grande diffusione Thai Rath ha pubblicato una storia sulle spese del matrimonio, che si aggirerebbero attorno ai 32 milioni di sterline, esprimendo chiaramente ai propri lettori “la famiglia reale britannica sostiene il costo del matrimonio”.
Si è discusso molto nel Regno Unito del costo per mantenere la monarchia. In Thailandia, sebbene discutere degli affari reali comporti il rischio della lesa maestà, sin dal golpe del 2006, la società è stata più aperta su questo aspetto della monarchia: le sue spese dissolute. Anno dopo anno è cresciuto talvolta in modo stratosferico il finanziamento pubblico della monarchia.
Durante il regno di Re Bhumibol governi differenti hanno portato enormi somme nel “Fondo per la promozione della dignità della monarchia”. Nel 2013 il fondo era di 395 milioni di dollari. Dopo il golpe del 2014 la giunta thailandese ha aumentato il fondo per la monarchia di quasi il 20% giungendo fino a 435 milioni di dollari e 536 milioni di dollari nel 2015.
Dopo la salita al trono di Re Vajiralongkorn, comunque, il fondo è stato tagliato. Nel 2018 sono stati allocati alla monarchia 123 milioni di dollari. Comunque non sono stati tagliati quei finanziamenti da vari ministeri che promuovono la monarchia. Complessivamente il Re Thai gode di un fondo notevolmente maggiore della regina britannica. L’Ufficio della Corona britannica dice che il suo fondo sovrano annuale si aggira attorno ai 52 milioni, sebbene non siano inclusi i costi della sicurezza.
Mentre i rapporti visti nei giornali sono ambivalenti, sui media sociali thai la risposta al matrimonio reale è stata più sensazionale. Il dibattito era diviso.
Da un lato il matrimonio di Meghan ed Harry ha contagiato un po’ di regalità al regno controverso di Vajiralongkorn. In Thailandia il vecchio discorso della Francia come di una “nazione sfortunata” per l’abolizione della sua monarchia è messa fianco a fianco con la pompa della monarchia britannica, per dire in patria il punto notevole che la monarchia è la colonna per antonomasia della nazione.
In un momento in cui scema la popolarità della monarchia thailandese, i monarchici sperano di usare l’ondata popolare del matrimonio di Harry e Meghan per rafforzare la propria istituzione reale.
Il punto delicato sottolineato dal Thai Rath sul costo del matrimonio è stato spesso discusso sui media sociali. Alcuni hanno discusso contro l’uso dei soldi di chi paga le tasse per le spese private della monarchia. Nonostante la legge di lesa maestà i commenti sull’uso di Re Vajiralongkorn del portafoglio pubblico sono proliferati sui circoli dei media sociali. Da questa prospettiva il matrimonio dei Windsor ha dato un altro colpo al monarca poco popolare che risiede per molto tempo a Monaco in Germania.
Ora che la Thailandia è entrata nel decimo regno, Vajiralongkorn ha cercato di consolidare il suo governo in parte attraverso varie cerimonie reali. Suo padre è stato cremato lo scorso anno, un atto che ha posto fine simbolicamente all’era di Bhumibol e ha segnalato l’inizio del regno di Vajiralongkorn.
Sua madre Regina Sirikit è bloccata a letto. Se dovesse passare a miglior vita, la Thailandia entrerebbe ancora una volta in una fase di lutto. L’incoronazione ufficiale di Vajiralongkorn cadrebbe dopo il funerale della regina.
Ma il regno di Vajiralongkorn non sarà completo finché non nomina la nuova regina della nazione thai. Tutte queste cerimonie coinvolgono una spesa pubblica enorme.
Adattabilità è un fattore per la sopravvivenza della monarchia. Il matrimonio di alto profilo britannico è giunto in un momento di politica caotica. Il Regno Unito minaccia l’Europa con la Brexit. La sua nuova politica di immigrazione si fa più dura. La retorica nazionalista è in crescita sia in Europa che negli USA. Il matrimonio visto da milioni di persone non è stato solo una bella favola. C’erano seri messaggi politici che coinvolgono la nuova monarchia e la politica mondiale.
In Thailandia dall’inizio del nuovo regno il solo cambiamento vissuto dai thailandesi è stato il risorgere dell’assolutismo assoluto.
E’ un’ironia che, mentre un matrimonio reale nel Regno Unito è stato celebrato in Thailandia come un segno di adattabilità, la percezione dei monarchici del matrimonio di Harry e Meghan rifletta il desiderio di un maggiore assolutismo del proprio monarca.
Pavin Chachavalpongpun, New Mandala