Il primo ministro thailandese Prayuth Chan-ocha è in visita in Europa questo mese. Ha tenuto colloqui con il premier britannico Theresa May a Londra che è stato seguito da una sosta a Parigi per parlare con il presidente Francese Emmanuel Macron.
Ufficialmente la May ha invitato Prayuth a tenere “elezioni libere e eque” e a permettere ai partiti politici di lavorare in libertà, ma è chiaro che ha prevalso il desiderio dei due paesi di incrementare il commercio. Speriamo che Macron abbia una linea più forte. C’è bisogno urgente di questo intervento anche se i problemi spinosi non sono solo una creazione del primo ministro.
Lo scorso mese un monaco discusso Buddha Issara fu arrestato all’alba da truppe di un commandos mentre dormiva nel suo tempio.
L’azione imprevista ha mandato ondate di spavento nella società thailandese che si ritrova in un nuovo clima di paura da quando Re Maha Vajralongkorn è asceso al trono nel dicembre 2016.
Buddha Issara è stato un abate tra i più influenti nella fazione monarchica della politica divisa della Thailandia.
Con il sostegno di Prayuth Buddha Issara è stato un monaco attivo politicamente, fondamentale nell’istigazione delle manifestazioni del 2013 contro l’allora premier Yingluck Shinawatra che aprirono la strada al golpe dell’anno successivo. E’ accusato di aver impiegato la forza per prendere gli uffici del governo, impedire le elezioni, estorto denaro a uomini di affari, detenuto poliziotti e persino usato la violenza contro il campo politico opposto.
Tali reati qualora provati giustificano il suo arresto. Molti Thailandesi però credono che il motivo reale dell’arresto, che sarebbe potuto avvenire qualche anno fa, stia da altre parti.
Buddha Issara è stato accusato di falsificazione reale quando ha creato amuleti con l’insegna reale di Re Bhumibol senza il permesso reale. Il crimine di contraffazione degli emblemi reali è un grave reato che porta a lunghe condanne di carcere.
Questo reato lo pone in diretto conflitto con la Monarchia rendendo probabile che l’ordine di arresto provenga non dai generali ma dal palazzo.
Sin dall’inizio del regno di Vajoralongkorn, l’uso da parte del governo della legge di lesa maestà, che proibisce la critica o la mancanza di rispetto per la monarchia, ha raggiunto livelli critici. Nell’era precedente la monarchia era sopravvissuta grazie al successo dell’accresciuta autorità morale di Re Bhumibol. Oggi la Thailandia è governata dalla paura sotto Vajiralongkorn.
Mentre i casi precedenti di lesa maestà erano sollevati dai difensori della monarchia, la tendenza attuale indica che lo stesso Vajiralongkorn usa la legge per proteggere la propria immagine.
Vajiralongkorn ha una storia di utilizzare la legge per vendicarsi. Alcune delle vittime erano nel circolo reale più interno.
Dopo aver divorziato da sua moglie Principessa Srirasmi nel dicembre 2014, usò la legge per arrestare vari membri della sua famiglia. La stessa Srirasmi è ancora agli arresti domiciliari. Gli stessi media non parlano mai di lei per paura della vendetta.
Quando lo scrivente denunciò degli arresti domiciliari di Srirasmi, Vajiralongkorn disse ai propri uomini di intimidire e controllare la mia famiglia a Bangkok. Lo si può dire perché le truppe che andarono a casa mia appartenevano al reggimento del Re. Minacciarono di arrestare la mia madre sofferente se non fosse riuscita a farmi smettere di scrivere della sua ex moglie.
Vajiralongkorn ha anche usato la lesa maestà contro tre suoi stretti aiutanti, come il famoso divinatore Suriyan Sucharitpolwong. Gli uomini erano accusati di arricchirsi da un evento di carità connesso con la madre del re. Mentre era in carcere, Suriyan morì di setticemia. Degli altri due uno si suicidò in prigione e l’altro morì misteriosamente durante la detenzione. Vajiralongkorn ha trasformato il suo palazzo Dhaveevattana in una prigione a cui è acclusa un crematorio. La maggior parte degli internati sono condannati per crimini legati alla monarchia. Ai media è vietato farne menzione. Alcuni che sono morti durante la detenzione sono stati cremati lì, lontano dallo sguardo pubblico.
Il sottoscritto venne a sapere del crematorio e del destino del generale da un prigioniero del complesso. Sebbene il sottoscritto viva in esilio in Giappone, resto in contatto con molte fonti nella società thailandese che spesso vogliono condividere informazioni con un membro dell’opposizione.
Sembra che quasi tutti possano diventare un obiettivo. Uno studente militante fu condannato a due anni e mezzo di prigione per lesa maestà dopo aver condiviso un articolo della BBC su Vajiralongkorn appena dopo la sua ascesa al trono. Un altro militante accusato dello stesso reato riuscì a scappare all’estero evitando l’arresto.
Mentre la Thailandia va verso un’elezione, da tenersi forse all’inizio del prossimo anno, i monarchici thailandesi si rivolgono alla lesa maestà per eliminare i loro nemici politici. Vajiralongkorn ha peggiorato la già precaria situazione politica legittimando l’uso della lesa maestà come approccio preferito per salvaguardare se stesso.
Un nuovo partito politico Future Forward Party guidato da un giovane uomo d’affari datosi alla politica Thanathorn Juangroongruangkit, di recente è stato attaccato dopo che uno dei suoi membri ha proposto un emendamento della legge di lesa maestà. Il partito è stato costretto presto a prendere distanza da quella proposta.
L’arresto di Buddha Issara prova che il palazzo non ha pietà quando tratta con i suoi critici. Sebbene Buddha Issara sia esso stesso un monarchico, il suo caso ha fatto pensare a tutti che nessuno dorme sonni tranquilli sotto il regno di Vajiralongkorn.
La legge di lesa maestà è un buco nero nel cuore della democrazia thailandese. E’ anche controproducente per la famiglia reale. Altre monarchie sono sopravvissute nell’era moderna adattandosi. Il re thailandese invece contesta la modernità afferrandosi con forza ad una legge anacronistica.
Non si potrebbe escogitare nulla di meglio per condurre la monarchia thailandese verso un declino inevitabile.
Pavin Chachavalpongpun, Washingtonpost