Il premier Hun Sen ed il partito Popolare Cambogiano al potere da 33 anni consecutivi hanno eliminato prima delle elezioni i soli seri avversari, ma troveranno difficile descrivere il risultato elettorale come legittima espressione della volontà popolare.
Gli altri diciannove partiti che partecipano alle elezioni sono visti da molti come fantocci del partito al governo per dare una parvenza di legittimità, o troppo piccoli e con pochi elettori per vincere dei seggi.
Hun Sen ha avuto una grande allerta nelle ultime elezioni del 2013 quando il principale partito di opposizione CNRP vinse oltre il 44% del voto popolare che diede al partito 55 seggi sui 123 totali nell’Assemblea Nazionale.
Nel giugno del 2017 il CNRP vinse quasi il 44% del voto popolare alle elezioni locali, un chiaro segnale che il partito aveva ancora la stessa forza stando all’opposizione.
Comunque l’allontanamento di Hun Sen dalla democrazia per andare verso uno stato a partito unico dominato dai militari iniziò lo scorso anno con l’arresto del capo del CNRP con accuse dubbie di tradimento.
Poco dopo il partito CNRP fu dissolto dalla corte suprema ed è vietato ai suoi militanti di presentarsi alle elezioni.
Il capo del CNRP Kem Sokha, tenuto segregato sin dal suo arresto in una lontana prigione di alta sicurezza, non ha potuto usufruire della libertà condizionata e deve ancora essere portato davanti ai giudici. Si è instaurato da allora un clima di paura nel paese che pone chi fa critiche sul governo a rischio di arresto o di violenza.
La maggioranza dei dirigenti del CNRP è fuggito all’estero per paura di andare incontro allo stesso destino del loro capo, arresto senza cauzione e senza processo per un periodo indefinito.
Tutti i media cambogiani critici del partito di governo o che abbiano osato denunciare la corruzione estrema del paese sono stati chiusi o comprati da presumibili fantocci di chi è al potere.
Secondo tutti i commentatori si è fissato quanto serve per un’elezione manovrata.
Lo studioso cambogiano negli USA Sophal Ear, che ha scritto “Aid Dependence in Cambodia: How Foreign Assistance Undermines Democracy”, dice che non sarà sorpreso se qualche partito minore vincerà qualche seggio, perché a suo dire questi piccoli partiti sono stati creati da Hun Sen e il CPP per dare qualche credibilità alle elezioni.
“Il CPP vuole che tutto appaia come una competizione, e se conquista tutti i seggi, non c’è equità” dice Sophan Ear. “Naturalmente non è affatto l’introduzione di un rischio alla francese, del vincere senza rischio è trionfare senza gloria. Sono perfettamente contenti di vincere senza rischi e trionfare senza gloria, ma è anche importante che le elezioni appaiano eque“.
Comunque c’è un partito che partecipa alle elezioni che un tempo era una forza in campo, il Funcipec che vinse le elezioni nel 1993 e condivise il potere con Hun Sen ed il CPP finché il CPP non fece un golpe sanguinoso nel 1997.
La popolarità del Funcipec, finanziato e guidato da Norodom Ranaridh figlio di Sihanuk, è scemata negli anni: alle ultime elezioni del 2013 non riuscì a prendere neanche un seggio.
Le fortune di Ranaridh e del Funcipec ebbero una svolta buona quando la Corte Suprema sciolse il CNRP dando i suoi 41 seggi parlamentari ai rappresentanti del Funcipec.
Molti hanno sostenuto che questi seggi erano il dono al principe e al partito che avevano denunciato il CNRP dopo che Kem Sokha era stato arrestato e accusato di tradimento.
In un’intervista a Ranariddh dello scorso anno, continuò a menare il can per l’aia sulle ragioni di quella denuncia che in molti credono sia stata fatta al posto del CPP. Il principe affermò che si trovava in ospedale per un’operazione quando il partito fece la denuncia.
Dopo quelle elezioni del 2013, pochi credono che il Funcipec tornerà ad avere un ruolo significativo dopo il 29 luglio.
“Un amico mi disse che il CNRP farebbe meglio ad orientare i voti sul Funcipec perché possa vincere e poi ricevere il colpo finale dal CPP. Questa ironia oscura è la foto della situazione in Cambogia ora” dice Sophal Ear.
La campagna di Ranariddh ha avuto un tragico contraccolpo quando sua moglie è stata uccisa in un incidente stradale il 17 giugno e il principe trasportato a Bangkok per curarsi dalle ferite.
Hun Sen senza la presenza di competitori alla sua altezza è di sicuro preoccupato del fatto che la sua vittoria sicura non sarà riconosciuta dalla comunità internazionale. Infatti va incontro al rischio di sanzioni occidentali contro la sua repressione antidemocratica.
Il governo USA ha già imposto sanzioni su individui particolari del partito al governo congelandone le proprietà e conti bancari e restringendo i viaggi.
La stessa bassa affluenza potrebbe deporre male per Hun Sen. Il partito al potere, visto l’appoggio popolare al partito d’opposizione in due elezioni consecutive, spinge con molto impegno la gente ad andare a votare.
Mentre non è obbligatorio in Cambogia, i capi di opposizione in esilio hanno invitato ad una campagna di boicottaggio “Dito Pulito”, laddove per dimostrare di aver già votato l’elettore deve immergere il dito in un inchiostro indelebile nei seggi elettorali. Questa campagna è stata accolta con minacce e riprovazioni da parte di Hun Sen e del CPP.
“Non credo che funzioneranno mai le minacce contro le dita pulite. Cosa faranno alle persone che hanno le dita pulite? Faranno la parte dei Khmer Rossi contro di loro e tagliare le dita?”dice Sophan Ear. “Dita pulite o meno la gente può chiudere le porte e starsene a casa tutto il giorno”.
Gli USA e l’Unione Europea invieranno personale per monitorare le elezioni, un segno che la dice lunga sul fatto che l’occidente ha già definito la propria posizione sulla legittimità di queste elezioni. Saranno presenti nel giorno delle elezioni solo Singapore, Indonesia, Myanmar e Cina.
“Alla fine non interessa davvero cosa accade in queste elezioni truffa. Si possono avere 50 mila osservatori o 500 mila” dice Sophan Ear “Non gliene frega nulla. Il partito di opposizione non è sulle schede, Cosa significa vincere un’elezione quando il principale partito oppositore è stato sciolto?”
Un membro del governo, che non vuole farsi riconoscere, ha detto che i membri del CPP e i generali dei militari hanno individuato le aree del paese dove il CNRP aveva un forte seguito per fare grandi pressioni e per monitorare i sostenitori del partito. Alla gente si dice che devono andare a votare il 29 luglio
“L’intimidazione ha raggiunto nuovi livelli” dice il membro del CPP. “Ci sono spie dappertutto e quando un sostenitore dell’opposizione in un villaggio riceve qualcuno che non è del villaggio, due minuti dopo c’è qualcuno che bussa alla porta per chiedere di cosa parlano”.
Mentre nessuno scommette su chi vincerà, molti ragionano sul prezzo che il paese pagherà per queste elezioni ad unico candidato che elettori ed osservatori internazionali già non considerano né eque né libere.
Alan Parkhouse, Atimes.com