«Il tavolo delle trattative di pace è ora del tutto aperto a tutti» dichiarò il consigliere del Presidente per la Pace Jesus Dureza per segnare il Mese della Coscienza della Pace Nazionale nelle Filippine. «Questo tavolo non è solo per i musulmani, per New People’s Army NPA, per le popolazioni indigene, ma per tutti i filippini»
Mentre Dureza riserva loro una sedia, NPA non mostra segni di voler ritornare al tavolo. Rigettando l’invito del presidente Duterte a sostenere i colloqui localizzati, NPA resta una minaccia crescente alla sicurezza nazionale, particolarmente a Mindanao.
Fino a giugno 2018, le forze armate filippine AFP stimavano la forza del NPA a 3900 ribelli su tutto il paese. Il comando di Mindanao Orientale riportava che il 50% della forza del NPA risiede nella sua zona operativa.
Mentre le AFP confinano nella capacità di degradare e alla fine sconfiggere NPA il livello della sua violenza a Mindanao è cresciuta sin dall’arrivo di Duterte alla presidenza.
Dei 1103 incidenti registrati da gennaio 2017 a luglio 2018 nel Insieme di Dati sulla Violenza politica nelle Filippine Meridionali, NPA è stata coinvolta in 425 casi, circa un quarto di tutti gli incidenti violenti. Questi dati si basano sulla codifica di materiali opensource, che comprendono periodici, dichiarazioni ufficiali, notizie accademiche umanitarie su episodi di violenza politica nei confini amministrativi di Mindanao e l’arcipelago di Sulu.
La violenza del NPA segnò i mesi finali della presidenza Aquino prima dell’inizio di un periodo di luna di miele dopo l’elezione di Duterte che portò ad un accordo formale di cessate il fuoco ad agosto 2016.
Il cessate il fuoco ridusse la violenza a livelli molto bassi, ma non avrebbe potuto portare ad una pace duratura in assenza di un accordo politico negoziato.
Con la rottura nei negoziati e le tensioni sul campo, NPA pose fine formalmente al cessate il fuoco il 30 gennaio 2017 portando avanti una grande serie di offensive per tutto aprile 2017. Dopo un calo di aprile il numero di incidenti violenti riprese da maggio a settembre 2017 quando Duterte dichiarò la legge marziale a Mindanao per la battaglia di Marawi. Questo esplicitamente motivò NPA ad accrescere le operazioni che a loro volta portarono Duterte a cancellare l’anticipato quinto giro di negoziati di pace.
Nel periodo iniziale della legge marziale gli attacchi contro le forze di sicurezza, vale a dire militari, polizia e milizie governative, si aggiravano a 16 incidenti al mese. Sebbene ci siano stati16 incidenti complessivi ad ottobre 2017, solo sette erano alle forze di sicurezza, mentre il resto erano attacchi ad obbiettivi civili e commerciali.
Questa tendenza suggerisce che NPA abbia spostato la mira ad obiettivi “soffici” mentre i militari poterono dedicare le loro forze lontano da Marawi. Comunque fu un cambio di obiettivi di breve durata poiché da novembre 2017 a luglio 2018 le forze di sicurezza sostennero 12 attacchi di media al mese.
In tutti gli incidenti NPA fu responsabile della morte di 168 soldati, poliziotti e civili e del ferimento di altri 266. A luglio 2017 il numero di morti delle forze di sicurezza raggiunse il massimo di 67, mentre una breve serie di imboscate a Bukidnon e Compostela Valley portarono a perdite relativamente pesanti per AFP.
Da agosto 2017 fino a tutto marzo 2018 la media delle morti era di 10 per diventare 16 da aprile 2018 a luglio 2018 mostrando un aumento chiaro di intensità come pure di frequenza di incidenti da parte del NPA.
Da parte sua NPA ha sostenuto 185 morti e 109 feriti tra le proprie file. Il 20% delle morti e quasi il 25% dei feriti furono sostenuti a marzo 2017 nelle ostilità di dopo il cessate il fuoco, il solo periodo maggiore di perdite per il gruppo. In altri momenti le morti ed i feriti per NPA sono rimasti ad un livello basso in totale sebbene persistente con 3 morti e 7 feriti al mese.
Forse senza alcuna sorpresa le perdite sostenute dal NPA, come anche le presunte rese di ribelli secondo il governo non hanno visto una riduzione sensibile, nel tempo, dei livelli della violenza del NPA.
Sono state osservate geograficamente delle fluttuazioni nel numero di incidenti violenti del NPA.
Da gennaio 2016 a luglio 2018, 23 province delle Filippine meridionali hanno visto la violenza NPA superare i 40 attacchi, come Compostela Valley, Agusan del Norte, Bukidnon, Cotabato e Davao del Sur, con il 61% dei feriti totali ed il 50% delle morti da tutte le parti.
Di queste province Cotabato è diventata la più violenta nel 2017, mentre nel 2016 era una delle province meno violente di tutta Mindanao.
Diversamente dagli attacchi in Compostela Valley, Bukidnon e Davao del Sur, la stragrande maggioranza degli attacchi del NPA consisteva di attacchi armati offensivi contro le forze di sicurezza.
Ad Agusan del Norte le forze di sicurezza hanno visto un numero relativamente alto di attacchi NPA specialmente nel 2017 senza però crescere in modo drammatico come quelli a Cotabato.
Al di là di Cotabato e Agusan del Norte, NPA ha preferito come obiettivo degli attacchi in modo netto le forze di sicurezza. Sebbene i militari considerino NPA alla stregua del banditismo, il 74% di tutti gli incidenti NPA ha coinvolto le forze di sicurezza statali.
Solo il 13% degli incidenti NPA ha preso di mira ovvi siti commerciali come veicoli delle imprese, piantagioni, miniere ed uffici.
Oltre il 40% degli incidenti diretti ad obiettivi commerciali sono avvenuti a Bukidnon, Davao del Sur e Agusan del Norte. Lumad, politici, civili normali ed altri obiettivi misti sono stati attaccati nel restante 16% degli incidenti. Alcuni di questi incidenti avevano una componente finanziaria ma il rapimento, le ferite o gli assassini di queste persone erano senza dubbio politicamente motivate.
Anche se mancano nei dati cinque mesi, il 2018 ha già superato il 2016 in termini di numero medio di incidenti e morti per mese. E’ probabile che uguaglierà se non supererà il 2017 per la stessa misura.
Mentre la violenza del NPA si rafforza, diventa difficile prevedere un ritorno al tavolo dei negoziati se non c’è una soluzione militare o un incentivo politico.
Nel frattempo l’amministrazione Duterte ed analisti come Rommel Banloi insistono che la legge marziale manterrà sotto controllo la violenza del NPA e di altri gruppi. Finora questo approccio gratuito alla controinsorgenza deve ancora dare i suoi frutti.
In modo alternativo, colloqui di pace localizzati e maggiore autonomia attraverso il federalismo sono le soluzioni non militari promosse dall’amministrazione Duterte. Si è raggiunta la prospettiva positiva di un governo devoluto a Mindanao con la Legge Organica Bangsamoro, e potrebbe mantenere la promessa per altre aree di conflitti armati, compresa la regione autonoma per Cordillera.
NPA comunque considera i colloqui localizzati come «la classica tattica del dividi e comanda» ed è altrettanto sospettoso del federalismo rendendo il percorso alla pace attraverso il governo una battaglia in salita indipendentemente da come è combattuta.
Luke Lischin, New Mandala