Il plebiscito per la Bangsamoro, che è organizzato dalla Commissione di Transizione Bangsamoro di 80 membri guidata dal MILF, è previsto per 21 gennaio 2019. Se non dovesse passare, tutto oppure in parte, non causa il fallimento del processo di pace, ma lo indebolirà.
A luglio 2018 il presidente filippino Rodrigo Duterte firmò la tanto agognata Legge Organica della Bangsamoro, BOL, dando inizio ad un processo lungo e complicato per applicare l’accordo di pace con il Fronte di Liberazione Islamico Moro, MILF.
Il successo del passo successivo, il plebiscito in cui sei città della provincia di Lanao del Norte, 29 villaggi a North Cotabato e le città di Cotabato e Isabela avranno la possibilità di votare se unirsi alla nuova regione autonoma, non è così scontato.
Il plebiscito per la Bangsamoro, che è organizzato dalla Commissione di Transizione Bangsamoro di 80 membri guidata dal MILF, è previsto per 21 gennaio 2019. Se non dovesse passare, tutto oppure in parte, non causa il fallimento del processo di pace, ma lo indebolirà.
Ci sono sette ragioni tra loro legate per cui il plebiscito per la Bangsamoro potrebbe non passare.
Il primo fattore è che c’è una migrazione di cristiani in questa regione maggiore di quanto il MILF voglia riconoscere. Infatti quando iniziarono i colloqui col governo nel 2003, la loro originale richiesta era di includere 3878 villaggi nella nuova regione autonoma. Il governo più o meno svelò il bluff e suggerì un censimento per scoprire quanti villaggi fossero a maggioranza musulmana.
La realtà è che ora i musulmani sono una minoranza in gran parte di quello che considerano il loro dominio ancestrale, persino con l’attuale plebiscito varie città a Lanao del Norte sono maggioranza cristiana.
Il secondo fattore è che Mindanao ha una cultura particolarmente radicata di compravendita di voti specie dai grandi clan. Questo plebiscito non sarà differente.
Terzo fattore, il BOL non è l’originale Accordo Comprensivo sulla Bangsamoro raggiunto nel 2014. E’ stato annacquato in parti significative, al di là dell’estensione geografica, che ha alimentato risentimenti.
In particolare la perdita del diritto di una forza di polizia interna ha irritato molti, e la cosa in sé rende il disarmo e la demobilitazione un compito anche più duro. I finanziamenti per il disarmo e la demobilitazione sono scarsi, e senza un dividendo di pace ci sono semplicemente troppi giovani con poche prospettive ed armati.
Quarta ragione, ci sono troppi guastatori del processo di pace. Il mese scorso il BIFF ha prodotto un’ondata di bombe mortali. Questo ha prodotto controproducenti rappresaglie militari dalla mano dura che hanno causato morti civili ad alienare ulteriormente la gente.
Il gruppo di Abu Sayaff ha anche accresciuto gli attacchi e i rapimenti tra i quali il loro primo rapimento in mare dopo oltre un anno. L’ondata di recenti rapimenti fa pensare ad una nuova offensiva.Il gruppo Maute legato al califfato islamico si mobilita a Lanao del Sur con una forza abbastanza grande da scontrarsi con i militari filippini, un anno dopo la fine della battaglia di Marawi.
Questi gruppi hanno tutto l’interesse nel distruggere il processo di pace e intimidire la popolazione per non farli votare. La violenza che precede il plebiscito sarà notevole.
Quinta ragione, contrariamente alla campagna informativa e di educazione pubblica lanciata ai pannelli di pace nel 2014 e 2015, ci sono pochi sforzi inculcati nell’informazione del pubblico sul plebiscito.
La legislazione che applica l’accordo comprensivo della Bangsamoro, CAB, si fermò nel congresso a gennaio 2015 quando un’incursione antiterroristica andata a male portò ad uno scontro col MILF con la morte di 44 poliziotti, proprio mentre cominciava la campagna elettorale nazionale.
Prima dello scontro a Mamasapano, si tennero incontri nelle sale comunali in tutta Mindanao e nell’arcipelago di Sulu. Ci sono forum di informazione ma di gran lunga di meno. Troppe comunità sono troppo remote ed isolate dalla discussione pubblica, o semplicemente troppo pericolosi da andarci per fare queste campagne informative pubbliche. La penetrazione di internet è ancora poca nelle aree rurali.
L’Ufficio del Consigliere presidenziale sul processo di pace, OPAPP, sta facendo poco in termini di campagne di informazione pubblica. Come sempre il MILF di continuo sovrastima il sostegno pubblico e la sua influenza.
Inoltre, non ci sono stati sufficienti acquisti da parte delle comunità vicine al MNLF a Zamboanga, Basilan, Sulu e Tawi Tawi. Mentre si suppone che l’accordo sia applicato «senza pregiudizio verso la partecipazione del MNLF» molti di loro ancora vedono il processo di pace come una bomba contro il loro accordo del 1996 col governo.
E sia per la stanchezza dei donatori, per altre cause o perché colti di sorpresa dalla approvazione del BOL, la comunità bilaterale e multilaterale non è stata attiva o vocale come c’era da aspettarsi.
Si aggiunga che la situazione complessiva della sicurezza è cambiata dagli inizi 2015 quando si fermò il percorso di pace. C’è stata la proliferazione dei gruppi islamici, frammentazione del MILF e maggiore attività del NPA in tutta Mindanao.
Sesta ragione, mentre le Filippine hanno sufficienti procedure elettorali, una cosa di cui non sono davvero equipaggiati è il numero di persone ancora dislocate dalla battaglia di Marawi.
Fuggirono oltre 400 mila persone. Mentre alcuni vivono in campi di Persone Dislocate Internamente, che rende il voto più semplice, la maggioranza vive con le famiglie estese fuori dell’area.
Il voto delle persone dislocate è fondamentale. La gente è già arrabbiata per quello che credono sia un passo lento e la cattiva gestione della ricostruzione da parte del governo. Queste persone non possono perdere il loro diritto di voto.
Settima ragione, lo scopo ultimo di Duterte e la creazione di un sistema federale. Nel 2016 fece infuriare il MILF quando disse loro che metteva da parte il processo di pace e proseguiva con federalismo. Il MILF reagì con forza e Duterte alla fine si spese politicamente per fare approvare la legge della Bangsamoro sebbene in modo riluttante.
Se fallisse il plebiscito, non sarebbe necessariamente colpa sua, e quindi potrebbe ritornare in forza con una nuova spinta a favore di un emendamento federale.
Aspettiamoci maggiore violenza se fallisce il plebiscito
Se il plebiscito passa con un’alta partecipazione al voto, sarà un passo positivo e allora ci si muoverà a creare nuove istituzioni politiche in stile parlamentare e alle elezioni regionali di metà 2019.
Il fatto che le unità di governo locale non siano riuscite a votare per l’inclusione nelle regioni autonome fu una cosa irritante nel 1976 e 1996 che indebolì quei processi di pace. Ma questa volta potrebbe essere peggio.
Nel caso che il plebiscito fallisse, o raggiungesse una bassa affluenza da far dubitare della sua legittimità, allora dobbiamo attenderci che l’applicazione degli altri passi vada più a rilento.
Dobbiamo attenderci una qualche frammentazione del MILF e più violenza a distruggere il fragile processo di pace che ha il potenziale per riparare ai torti storici e portare una certa pace ad una terra che è pervasa di insicurezza da oltre 40 anni. Ed a causa del numero di gruppi armati e del grande spazio senza quasi governo, Mindanao ha sempre attratto militanti stranieri.
Quindi quello che accade qui ha ripercussioni sulla sicurezza regionale.
Il processo di pace ha importanza, e si devono fare tutti gli sforzi per assicurarne la sua applicazione piena.