La Birmania, o Myanmar, non sembra essere da meno, nonostante le sue promesse ufficiali di migliorare il governo delle aree coperte a foreste come testimoniato in una dichiarazione del 2017:
«In una dichiarazione di ieri il ministero delle Risorse naturali e della conservazione ambientale (MONREC) ha sottolineato il proprio interesse nell’Accordo di Partnership Volontaria di applicazione, governo e commercio della Legge delle Foreste in Birmania attraverso un approccio a più partecipanti per affrontare il diboscamento illegale ed il commercio associato come anche un migliore governo delle foreste.
Le decisioni recenti in Svezia e Danimarca hanno fissato un chiaro precedente secondo cui chi immette nel mercato europeo il palissandro birmano rischia di contravvenire al regolamento europeo per il legno, EUTR.
La dichiarazione del Ministero Birmano riconosce che la pratica del MTE (Myanmar Timber Enterprise) di usare appaltatori per alcune sue attività di estrazione del legno si è dimostrata «complessa» e, in modo particolare, che la documentazione completa necessaria per dimostrare la catena della custodia del legno fino a specifiche aree forestate non sempre è stato possibile.
La dichiarazione chiariva: «A questo riguardo MONREC è impegnato a razionalizzare i nostri sistemi tra cui la semplificazione dell’attuale marchiatura per far sì che i nostri esportatori possano chiaramente dimostrare ai loro clienti che tutte le esportazioni di prodotti in legno aderisce alle nostre leggi»
Sul sito di EIA, Environmental Investigation Agency, si legge che agli inizi di settembre i media locali dello stato Kayah parlavano di un oscuro accordo in Birmania per permettere il commercio di 5000 tonnellate di legname duro pregiato tra i quali figurano 3000 tonnellate di palissandro birmano, da operazioni di diboscamento nello stato birmano in pieno conflitto.
Il legname sarà estratto da aree controllate dal KNPLF, fronte di liberazione popolare nazionale Karenni, un esercito etnico che ha firmato il cessate il fuoco col governo militare nel 1989 e che fu trasformato in guardia di frontiera nel 2009.
La vendita del legname sarà presieduta dalla problematica MTE, agenzia governativa, attraverso un processo di vendita all’asta.
L’accordo è stato persino sostenuto da Centro nazionale per la riconciliazione e la pace, NRPC, un corpo governativo che non ha un ruolo formale nella gestione delle foreste del paese.
EIA si domanda quale possa essere il ruolo del NRPC nel dare il permesso per estrarre risorse naturali bel al di fuori delle regole e procedure attuali.
«Si rende conto NRPC del bisogno di aderire al governo della legge nei grandi mercati internazionali? Oppure questo legname sarà venduto a paesi vicini che non vogliono alcuna riforma dentro il settore delle foreste né sostengono quei pochi impegni presi da questo governo finora?
EIA ricorda che nessun paese confinante ha sostenuto l’attuale divieto di esportazione con un proprio divieto e che non c’è nessun sostegno credibile.
Inoltre questo accordo oscuro fa sorgere molte preoccupazioni.
Una preoccupazione nasce dal fatto che il conflitto tra KNPP, Karenni National Progressive Party, e governo birmano ha fatto sorgere molti rapporti di abusi e violenze legate proprio al diboscamento e al trasporto del legname.
Le 5000 tonnellate di legname pregiato si aggiungono alle quote permesse di taglio, infrangendo così i regolamenti.
Il sistema MTI resta un’organizzazione opaca che non permette di tracciare l’esatta origine del legname che vende con la conseguenza che la cifra di 5000 tonnellate sia solo generica e facilmente superabile in eccesso.
Il diboscamento inoltre sarà portato avanti da imprese private che trasporteranno il legname nei depositi del MTE, una pratica secondo EIA che sarebbe dovuta terminare già nel 2016.
La responsabile di EIA per le foreste, Faith Doherty, ha detto:
«Per quanto riguarda il Myanmar, in questa fase non è possibile verificare in modo indipendente se il palissandro è legale e/o se viene da zone di conflitto come per ogni altro legname pregiato che giunge sui nostri mercati. E’ impossibile sapere i dettagli esatti di questo accordo perché è tenuto segreto e solo pochi ne conoscono i particolari. Non esiste alcuna trasparenza. Qualunque schema di certificazione e di procedura controllo attualmente sono molto al di sotto da quanto richiesto dalla legislazione dell’Europa, degli USA o dell’Australia.
Vogliamo mettere in guardia commercianti di palissandro di stare alla larga da questo legname e da altro legname ripulito secondo questo accordo. Questo vale soprattutto per chi lavora in Europa perché differentemente dalla Birmania la legislazione attiva pone un rischio grande su chiunque importi legname che è chiaramente illegale o che non soddisfi ai criteri di giusta diligenza del regolamento del legname della UE.
Cambiare il modo in cui si governano le foreste cambia molte cose e, per le comunità la cui vita si basa sulle foreste, accettare di svendere il legname pregiato al di fuori di un sistema già caotico non fa gli interessi della popolazione del Kayah»
EIA ha ricordato che questo accordo giunge dopo alcuni passi in avanti fatti dal governo birmano che ha introdotto alcune politiche progressiste come il divieto di esportazione del legname grezzo nel 2014 e la sospensione delle operazioni di diboscamento nell’aprile 2016.
Il paese è anche intento a discutere con la UE su un accordo volontario di partenariato per assicurare il commercio del legname in modo legale.
Comunque quando il divieto è terminato il diboscamento illegale è ripreso presto e si sono segnalati 1425 casi di diboscamento illegale nella sola regione di Magway nei 15 mesi dopo la fine della moratoria.
Nel frattempo sul Irrawaddy è comparso un articolo che riprende questo accordo alla luce dei negoziati per il Cessate il Fuoco Nazionale.
Le 5000 tonnellate sarebbero state già tagliate e sarebbero nei territori del KNPP. Il governo dopo aver rigettato una richiesta di trasporto ha invece chiesto al gruppo di firmare il cessate il fuoco come propedeutico al trasporto del legname.
Il KNPP avrebbe rifiutato di mescolare gli affari con la politica e avrebbe rigettato la promessa fatta dal NRPC.
Il taglio del legname sarebbe stato fatto tra il 2013 e 2014 dopo un accordo bilaterale di cessate il fuoco col governo di Thein Sein, ma l’attuale governo ne avrebbe bloccato il movimento.
La realtà è che la deforestazione probabilmente è anche il frutto di accordi fatti tra governo centrale e armate ribelli per portare avanti il cessate il fuoco, cosa che sta generando una corsa alla deforestazione abbastanza pericolosa.
Persino Zaw Htay dell’Ufficio della Presidenza ha sostenuto che questo accordo sarà l’ultimo che il governo è disposto a tollerare.
Da parte sua EIA chiede al governo birmano di revocare questo accordo nello stato Kayah e riprendere il percorso intrapreso per la riforma del settore forestale «per il bene del paese e dell’ambiente»