Il 6 febbraio scorso, l’allora ministro della Pianificazione e delle Finanze Kyaw Win arrivava alle dieci di mattina a Kumming, capitale della provincia cinese dello Yunnan, per incontrare Ning Jizhe, vicepresidente della commissione dello Sviluppo e della Riforma Nazionale.
Kyaw Win è rimasto per tre giorni in visita in Cina con una delegazione di 56 uomini di affari della Camera di Commercio e dell’Industria della Unione della Federazione di Myanmar.
Quella mattina ha negoziato una bozza di Memorandum di Intesa per il Corridoio Economico Cina Myanmar, CMEC, un’iniziativa di ampio raggio che il ministro degli esteri cinese Wang Yi annunciò a novembre 2017.
L’accordo del CMEC rappresenta due cose. Per prima è un corridoio fisico che connette la provincia cinese dello Yunnan, che non ha sbocchi al mare, attraverso Mandalay a Kyaukphyu e Yangon, con nuove strade e ferrovie ad alta velocità, in quello che Wang Yi definì «disegno di cooperazione dei tre pilastri giganti».
La seconda cosa, è un corridoio concettuale. L’obiettivo complessivo è una maggiore integrazione economica attraverso iniziative quali zone economiche, quote commerciali e tagli fiscali, ma CMEC può includere anche cooperazione in aree non direttamente connesse all’economia, come la mitigazione dei disastri e salute pubblica.
L’accordo del CMEC vedrà probabilmente entrare in Birmania decine di miliardi di dollari di investimento di imprese private e di stato cinesi sotto l’iniziativa della Nuova Via della Seta.
Nonostante il significato dell’accordo per il futuro birmano, i colloqui si sono tenuti a porte chiuse senza quasi alcuna consultazione pubblica. I media di stato non hanno parlato del viaggio a Kumming di Kyaw Win, né sono stati resi noti i dettagli dei colloqui di febbraio.
Non si è conosciuta la stessa esistenza del Memorandum di Intesa se non quattro mesi dopo, quando il segretario della Commissione degli Investimenti di Myanmar, Aung Naing Oo, ha scritto un breve articolo sul Myanmar Tymes, in cui si citano, per la prima volta, alcuni progetti prioritari nel corridoio, ambiziosi sviluppi urbani di terreni edificabili che avrebbero richiesto da soli miliardi di dollari di investimento.
Secondo documenti in possesso di FM, i progetti proposti dai ministeri per il finanziamento del settore privato sotto l’ombrello CMEC ed altri progetti proposti dal settore privato valgono oltre una decina di miliardi di dollari.
Un simile insieme di investimenti possono trasformare l’economia birmana creando potenzialmente milioni di posti di lavoro e favorire il commercio con il vasto mercato cinese. Ma ha dei rischi. La censura internazionale per la crisi Rohingya pone Myanmar in una posizione negoziale debole. Ci sono paure che i progetti del CMEC possano essere una trappola del debito, mentre il corridoio attraverserebbe aree di conflitto.
Il 9 settembre Myanmar e Cina hanno firmato il Memorandum di Intesa del CMEC il cui contenuto è rimasto un segreto molto custodito.
Parlando con uomini di affari e del governo coinvolti nelle discussioni che hanno portato alla firma, si capisce che è stato un processo di presa di decisione dove, secondo molti critici, è mancata la guida politica e la trasparenza.
Dicono che non è necessariamente causa di preoccupazione perché si è ancora agli inizi.
La questione ora, mentre si definiscono meglio i dettagli, è se Myanmar potrà negoziare un accordo che migliori l’economia e dia beneficio alla sua gente.
Margine competitivo
A Muse, la più grande città dello stato Shan a confine di Myanmar con la Cina, pochi si preoccupano per questi progetti miliardari o per la geopolitica. Questo è il più attivo passaggio di frontiera via terra tra i due paesi, dove passa il 70% del commercio legale birmano che vale 5.83 miliardi dollari.
Nei luoghi della dogana oltre la città, conosciuto come la zona di commercio delle 105 miglia di Muse, il vice direttore del ministero del commercio Soe Myint, ha detto a FM che ci sono problemi più urgenti da risolvere.
«La Cina ha un margine di competizione in tantissime cose. Il nostro commercio non è bilanciato» dice il direttore seduto alla sua scrivania del palazzo del centro amministrativo.
Dando un esempio, ha detto che la Cina vieta il commercio di frontiera con riso, zucchero e mais, che sono i tre prodotti più ricchi di Myanmar, con la conseguenza che i tre prodotti lasciano Myanmar legalmente, ma entrano in Cina in modo informale. I cinesi chiudono un occhio ma possono imporre penalità o restringere il commercio per proteggere, secondo necessità, i contadini cinesi.
In un altro esempio, dice che i commercianti cinesi rifiutano di passare la frontiera per fare affari in Birmania e quindi i prodotti sono venduti in Cina.
Lo sbilancio si riflette in modo drastico sulle due città di frontiera: Muse è un insieme ridotto male di depositi, mentre Ruili è una città moderna di grattacieli e mercati, compreso uno che è il mercato più grande al mondo per la giada birmana. Gran parte della giada è contrabbandata attraverso la frontiera e l’autostrada a Muse è la strada più grande per il commercio clandestino. Soe Myint però aggiunge che i rappresentanti cinesi non cooperano nell’applicazione della legge alle frontiere.
«Credo che l’ignorino di proposito. Sebbene abbiano regole rigide hanno una grandissima corruzione» dice. FM non è riuscita a contattare i rappresentanti cinesi per una replica e l’ambasciata cinese in Myanmar ha rigettato molte richieste di interviste.
Quando gli chiediamo se il CMEC sarebbe di aiuto al paese, Se Myint Aung dice che Myanmar deve essere accorta. «Il nostro paese è povero, siamo vulnerabili e abbiamo bisogno quindi di prendere seriamente in considerazione tutto»
Ma c’è anche un grande bisogno di investimenti infrastrutturali. Soe Myint Aung dice che negli scorsi cinque anni il governo di Myanmar aveva intenzione di costruire una zona separata per trattare le importazioni vicino alla frontiera. Si identificarono i suoli ma non c’erano fondi, neanche per costruire la breve strada tra i due siti.Dice che si finanziano di solito le infrastrutture in due modi: imprese private oppure donazioni dalla Cina.
Blocchi stradali
C’è però un grosso progetto infrastrutturale in corso a Muse. Un’impresa, Oriental Highway, sta allargando la strada a due corsie che conduce nel Myanmar centrale con un costo di 300 milioni di dollari. E’ un miglioramento che sarebbe dovuto giungere anche prima, dice Soe Myint Aung, perché la strada è disegnata per veicoli a sei ruote, ma ora è usata per veicoli a 22 ruote. sono frequenti gli incidenti e il traffico si blocca per giorni.
Nel tratto verso Muse da Lashio, la città maggiore nello stato settentrionale Shan, il viaggio di 174 chilometri ha richiesto 21 ore perché la milizia del Kacin Defence Army legata ai militari birmani, teneva un festival sulla strada per celebrare la Luna Piena a Waso.
Il traffico è spesso bloccato dal conflitto armato. In risposta alle avanzate del Tatmadaw nello stato Shan, la Northern Alliance dei gruppi armati lancia occasionalmente attacchi nella zona del miglio 105 di Muse e sull’autostrada uccidendo decine di civili e uomini della sicurezza.
Ogni gruppo armato nello stato Shan approfitta in qualche modo di questa via commerciale mediante una tassazione informale o dei proventi del traffico illegale. La Cina è il mercato più grande per gran parte di questo commercio, e la gente a Muse e a Lashio ha detto di sentire che i legami economici con la Cina si sono già radicati.
Sai Han, che guida Tai Youth Network ed ex soldato del SSAN, dice che sono i cinesi a dirigere le principali attività economiche a Lashio, compreso i karaoke e i casinò con il sostegno dei gruppi armati e delle milizie.
Riconciliazione nazionale
Lo sviluppo di un corridoio economico est-ovest fu per prima reso prioritario dal SPDC alla fine degli anni 90. Uno dei ministri incaricati di costruire questo corridoio fu Aung Min che Ministro delle Ferrovie nel 2003 e poi portò avanti il processo di pace con il presidente Thein Sein.
Lui ha detto a FM che fu incaricato di costruire una ferrovia dalla capitale dello stato Rakhine, Sittwe, a Kengtung nello stato Shan orientale, a 40 chilometri dalla frontiera cinese. Lui disse che per costruire la nazione la giunta provò a rimuovere le barriere alla riconciliazione nazionale comprese le barriere fisiche come montagne e fiumi.
Era un compito formidabile. Myanmar era isolata; alla giunta mancavano soldi e moderne tecnologie e non aveva accesso alla finanza internazionale.
Quando Aung Min chiese al generale Than Shwe più soldi, il capo della giunta lo rimproverò dicendogli che era suo compito di ministro trovare le soluzioni nonostante i limiti.
E allora andò all’estero chiedendo vecchie tecnologie. La Cina fu il paese che donò di più. Quando Pechino si offrì di costruire una ferrovia ad alta velocità, Aung Min accettò immediatamente. Si fecero i piani per una linea che sarebbe andata al fianco degli oleodotti da Kyaukphyu sulla costa occidentale, dove la Cina costruirà un porto profondo ed una zona economica speciale, fino a Kumming nello Yunnan.
Aung Min dice che credeva in quel momento che il corridoio avrebbe aiutato il paese a porre fine ai conflitti civili.
«La Cina sostenne totalmente l’idea di trasformare le aree di conflitto in mercati, portando lo sviluppo economico in quelle aree per un mutuo beneficio come un modo di costruire la pace» dice Aung Min.
Pechino aveva anche la capacità di «intensificare il sostegno ai gruppi armati se la relazione tra il governo cinese e birmano si deterioravano»
Si deteriorarono prima di quanto si prevedesse. Nel settembre 2011 dopo meno sei mesi dell’inizio della presidenza Thein Sein, fu sospesa la costruzione, sostenuta dalla Cina, della diga da 3.6 miliardi di dollari di Myistone nello stato Kachine. L’accordo per la ferrovia ad alta velocità si perse e non fu più rinnovata mentre si fermarono i negoziati per la zona economica esclusiva e per il porto profondo di Kyaukphyu.
In quel periodo la priorità era togliere le sanzioni economiche occidentali, dice Aung Min.
Nel frattempo, mentre la Birmania corteggiava USA ed Europa, nel 2013 il presidente Xi Jinping annunciò l’iniziativa della Nuova Via della Seta.
All’inizio non erano chiare le possibili implicazioni per Myanmar. Eppure per tutto questo periodo Aung Min disse di sapere che Myanmar non c’era altra opzione se non trattare con la Cina.
Il governo non avrebbe potuto contare sull’aiuto dell’occidente « nel caso qualcosa accadesse. L’occidente sarebbe giunto solo quando Myanmar sarebbe stata avvolta dalle fiamme»
L’ottimismo di Myanmar
I negoziati su CMEC si sono avuti durante il sostegno politico cinese in favore di Myanmar sulla crisi Rohingya.
Il 4 settembre 2017, l’inviato speciale cinese Sun Guoxiang ha incontrato il vicepresidente Myint Swe al palazzo presidenziale di Naypyidaw, dieci giorni dopo l’attacco alla polizia di frontiera dei militanti Rohingya nel Rakhine settentrionale. Ne seguì la fuga di oltre 700 mila Rohingya verso il Bangladesh per scappare dalla brutale campagna militare di assassini, stupri e incendi che la missione accertatrice dei fatti ha detto di essere un possibile genocidio.
A Naypyidaw, secondo Global New Light if Myanmar, Sun ha condannato gli attacchi terroristici e disse a Myint Swe che la Cina sosteneva gli sforzi di Myanmar per mantenere «pace e stabilità».
Due mesi dopo il ministro degli esteri cinese ha fatto visita in Birmania per svelare i piani per costruire il CMEC ed assicurare Myanmar del sostegno cinese sulla «risoluzione della questione» nel Rakhine.
La Cina è stato il paese più importante che, con più forza, ha sostenuto Myanmar di fronte alla critica dura della comunità internazionale dando la protezione nel consiglio di sicurezza dell’ONU, dove la Cina può usare il suo diritto di veto per bloccare ogni tentativo di portare la Birmania davanti alla corte internazionale per la crisi Rohingya.
Se le prospettive per un’accusa formale sembrano remote, la crisi Rohingya ha scoraggiato l’investimento occidentale rendendo Myanmar più dipendente economicamente dalla Cina.
Tutte le persone intervistate per questo articolo sostengono che il CMEC sia inevitabile e in gran parte sono d’accordo nel dire che potrebbe essere importante nel sostenere lo sviluppo economico del paese.
La domanda più importante, dicono, è se il governo potrà negoziare un accordo vantaggioso.
Più problematicamente molti burocrati, consiglieri governativi e industriali hanno detto a FM di non essere sicuri di chi guidi i negoziati con la Cina. Ma sono concordi su una cosa: gli incontri si sono tenuti in privato e sono state rese pubbliche sono pochissime informazioni.
Alcuni sperano che questo silenzio sul CMEC significhi che il governo voglia limitare il dibattito pubblico finché non esistono accordi chiave, per gestire le potenziali conseguenze dal sentimento anticinese. Domande sensibili sulla sicurezza nazionale e il posizionamento geopolitico devono essere sviscerati dentro il governo prima di diventare pubblici, secondo alcuni.
Altri però dicono che la mancanza di trasparenza sia problematica perché membri dell’associazione dell’industria hanno accesso a informazioni non pubbliche sul corridoio che permette loro di influenzare la politica e promuovere i propri interessi di affari.
Li stiamo forgiando
Inizialmente sembra che i negoziati erano guidati da Kyaw Win che deteneva la doppia posizione di ministro delle Finanze e presidente del MIC fino alle dimissioni di maggio scorso per le accuse di corruzione.
Era un burocrate di basso rango considerato inadatto per la sua posizione. In molti sostengono che si poggiasse sul settore privato per consigli che adottava come politiche.
Uno dei primi meccanismi consigliati al governo dal settore privato è stato un incontro bisettimanale tra il Comitato di Sviluppo del Settore privato, agenzia del governo formatosi nel 2016, che è guidato da Myint Swe e UMFCCI. Quest’ultimo rappresenta gli interesse di circa 30mila imprese ma l’elite degli affari controlla il comitato esecutivo di 58 membri.
L’agenzia gioca un ruolo importante nel presentare politiche governative ed è spesso il primo punto di contatto per gli investitori esteri. Il segretario Aung Lyi Soe ha detto a FM che è diventato ancora più influente sotto il governo del NLD.
Aung Kyi Soe dice che il governo chiede regolarmente la partecipazione del UMFCCI alle missioni all’estero, per cui non fu una cosa insolita che Kyaw Win portò a Kunming per negoziare il CMEC una sua delegazione.
Aung Kyi Soe sottolinea che gli uomini di affari non parteciparono agli incontri a Kunming ma dice che i delegati del UMFCCI poterono condividere le idee e le preoccupazioni col ministro.
Alla domanda se UMFCCI consiglia il governo, ride e dice: «Li stiamo formando. UMFCCI sta formando moltissimo il governo».
Dopo l’approvazione del Memorandum di Intesa il 22 febbraio, il ministro delle finanze invitò i rappresentanti del UMFCCI al suo ufficio insieme ai segretari permanenti e ai dirigenti dei ministeri per iniziare il processo di stesura della lista di progetti prioritari da includer nel CMEC.
Nel settore privato UMFCCI è diventato un guardiano. Aung Kyi Soe dice che qualunque impresa voglia essere coinvolta nel corridoio deve fare parte della federazione, e che UMFCCI è responsabile della formazione di un Consiglio Economico Cina Myanmar che alla fine coordinerà gli investimenti nel CMEC.
Il fatto che il governo si affidi al UMFCCI e ai suoi associati ha frustrato qualcuno.
Kiwi Aliwarga, il cui conglomerato UMG prosperava sotto il governo di prima, dice che ha sostenuto l’iniziativa del CMEC ma mette in guardia che il sistema di scegliere i progetti crea opportunità di nepotismo e corruzione.
«Solo chi è vicino ad un ministro o ad un ministero può presentare progetti ed essere finanziato. Gli altri no» dice Kiwi Aliwarga.
Dice che i progetti proposti dai ministri devono essere esaminati per assicurare che sono vantaggiosi per il paese e non solo per i propri stretti interessi, e che ci devono essere dei meccanismi per rendere conto.
«Ci deve essere un ministro con la responsabilità dell’intero progetto, o cisarà un sacco di spreco e la gente dovrà pagare»
E’ in disaccordo con il modello del partenariato pubblico privato che avrebbe creato un conflitto di interessi. «Il governo assicura che si seguono le regole, non una delle parti».
Progetti prioritari
La lista dei progetti prioritari del ministero e del settore privato, ottenuti da FM e verificati da varie fonti, è un insieme di disparati progetti che sembrano validare le accuse secondo cui Myanmar manca di una strategia per il CMEC.
Alcuni progetti sono piccoli come quello proposto dal ministero dell’agricoltura da appena un milione di dollari.
Tra i progetti proposti dal ministero del commercio ci sono quelli citati da Soe Myint Aung non finanziati dal governo per Muse: una nuova zona di trattamento delle importazioni ed una strada che la connetta alla zona di commercio del miglio 105 esistente.
All’altro estremo la lista include parchi industriali, progetti di nuove città e sviluppi urbani, alcuni dei quali valgono miliardi di dollari compresi cinque mega progetti promossi da Aung Naing Oo ad Hong Kong.
Ci sono progetti di sviluppo privati sulla lista come lo Sky Train di Yangoon da 3 miliardi di dollari che sarà costruito da China Road and Bridge Corporation e dal conglomerato birmano Jewellery Luck Group of Companies.
E’ anche nella lista una ristrutturazione della stazione centrale di Yangoon da 2,5 miliardi di dollari per cui è stato selezionato a febbraio un consorzio guidato da Oxley Holdings di Singapore, con Min Dhama birmana e la Sino Great Wall.
Min Dhama è una sussidiaria di Mottama Holdings che ha quattro progetti nella lista del CMEC compreso la Outer Circular Expressway di Yangoon da oltre 2 miliardi di dollari e due zone industriali dal costo combinato di 1.4 miliardi di dollari.
Mottana di proprietà di un imprenditore cinese birmano Yang Ho giunse sui titoli di testa a maggio nelle indagini di corruzione che costarono il posto da ministro a Kyaw Win che aveva lavorato da consulente della Mottama fino ad ottobre 2015, un mese prima delle elezioni generali dove vinse il seggio come deputato del NLD.
La lista dei progetti prioritari non include altri sviluppati da Myanmar e Cina che escono dal CMEC come le zone di commercio alla frontiera a Kampaikti nel Kachin e Muse e Chinshwhaw nello Shan, come pure la ZEE e il porto profondo a Kyaukphyu.
Il ministro Thaung Tun ha anche detto che andrà avanti una ferrovia ad alta velocità e che questo sarà la spina dorsale del CMEC come confermato da altre fonti.
Si sta costruendo una ferrovia lunga 330 chilometri, da Dali nello Yunnan a Ruili, sul confine birmano sin dal 2011 ed il suo completamento è previsto per il 2021. Connetterà una linea ad alta velocità tra Muse e Kyaukphyu ed un’altra possibile da Mandalay a Yangoon.
Le linee ferroviarie e stradali tra le montagne del Rakhine e Shan sono costose perché la via pone sfide tecniche notevoli. Un precedente studio di fattibilità per la ferrovia poneva il costo del progetto a 20 miliardi; Aung Min ha detto che Pechino si era offerta per pagare il 90% ma che Myanmar comunque non poteva permettersi di pagare la sua parte.
Nell’insieme il debito estero totale del Myanmar sarebbe insignificante rispetto ai costi di tutti i progetti che si propongono. Per l’anno 2017-18 il debito estero è di 9,6 miliardi, il 14% del PIL secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale.
Data la grandezza potenziale dei progetti, sarà essenziale un’attenta considerazioni dei costi di lungo termine e dei benefici dei singoli progetti, dice lo storico Than Myint a FM:
«Saranno fondamentali la consultazione pubblica, la massima trasparenza e le massime salvaguardie ambientali .»
Restaurare l’ordine
Da quando NLD è giunto al potere, c’è stato uno sforzo dei riformatori di creare un sistema trasparente per sviluppare progetti infrastrutturali sotto il Piano Di Sviluppo Sostenibile di Myanmar, MSDP pubblicato lo scorso mese.
Il viceministro delle finanze Set Aung disse precedentemente a FM che sotto questo piano si sarebbe scritta una lista di progetti di priorità e di programmi, definiti e pesati. Quelli che passano al processo di Screening sarebbero inclusi in una banca di progetti.
MSDP è comunque sviluppato separatamente dal CMEC e ‘è bisogno di allinearli, secondo un consigliere del governo.
«Se ci si prende il fastidio di disegnare programmi che abbiano un senso e che siano in linea con i bisogni del paese, non è bene che entri qualcosa che è del tutto fuori di questo quadro» dice il consigliere. « Sarà necessario ad ogni livello indagine perché chiaramente questo andrà avanti per anni con tutti i progetti che vanno avanti. Il CMEC è un gigante che si agita per tutti i progetti che si possono desiderare da parte delle imprese di stato in Cina o dal governo cinese o dalle parti qui in Myanmar» .
Di recente sembra ci sia stato uno sforzo di coordinamento. A maggio le dimissioni di Kyaw Win hanno liberato due posizioni. Soe Win è stato nominato ministro delle finanze e Thaung Tun è diventato presidente del MIC.
A luglio Set Aung, che guida il processo del MSDP, è stato nominato copresidente del comitato di gestione della ZEE di Kyaukphyu insieme a Soe Win.
Il 2 agosto la Reuters scriveva che Myanmar aveva ridimensionato il costo del porto profondo a Kyaukphyu dai 7.3 miliardi iniziali a 1.3. Set Aung aveva detto alla Reuters che Myanmar non avrebbe dato garanzie sovrane per i prestiti che finanziano il progetto ed avrebbe evitato di assumersi il debito.
Chi è a conoscenza del MoU del CMEC firmato da Soe Win ha detto che Myanmar ha negoziato per togliere alcuni progetti più preoccupanti in termini di debito, come pure le condizioni che sembravano dare diritti eccessivi agli investitori cinesi, oltre ad aver inserito ulteriori misure di salvaguardia.
Myanmar e Cina formeranno dei gruppi di lavoro attenti a 2 differenti aree, «compresi la pianificazione dello sviluppo, investimenti, trasporti, energia e zone di cooperazione economica di frontiera» secondo Global Times.
Ci si fida in genere di Soe Win per aver fatto del suo meglio nell’assicurarsi che il CMEC sia in linea con le priorità del paese, che sia solido sotto il profilo finanziario e di beneficio per entrambi i paesi. Ma c’è stato un consenso generale che il dibattito pubblico e la trasparenza sarebbero state componenti fondamentali del successo del progetto.
In un seminario di maggio sul CMEC tenuto dalla U Thant House e Yunnan University Institute of Myanmar Studies, Thant Myint ha sottolineato il tremendo impatto che i grandi progetti infrastrutturali causeranno sulle comunità di tutto il paese.
«Abbiamo bisogno di pensare come meglio discutere e decidere dei progetti futuri, dei futuri schemi per rafforzare e non indebolire l’ancora emergente cultura democratica» ha detto affrontando una opportunità senza precedenti che Myanmar deve ora afferrare.
«Gestire le relazioni con la Cina non è solo critico, è anche un fattore di cambiamento per il paese, a mossa da scacco matto sulla scacchiera, una possibilità di liberare la risposta per gli altri problemi» ha detto. «Myanmar deve farlo in modo corretto»
CLARE HAMMOND, FRONTIER MYANMAR
con l’aiuto di Kyaw Lin Htoon and Thomas Kean.